Mercoledì 19 Febbraio 2025
PIERO DEGLI ANTONI
Sanremo

Il trionfo di Conti: "Il mio Sanremo?. È stato baudiano: lui ha insegnato così"

Carlo: "Io sono normale, ho fatto un Festival nel mio stile, senza fronzoli. La testimonianza di Bove, il messaggio del Papa: se questo è normale, benvenga".

Carlo: "Io sono normale, ho fatto un Festival nel mio stile, senza fronzoli. La testimonianza di Bove, il messaggio del Papa: se questo è normale, benvenga".

Carlo: "Io sono normale, ho fatto un Festival nel mio stile, senza fronzoli. La testimonianza di Bove, il messaggio del Papa: se questo è normale, benvenga".

Tutti i salmi finiscono in Conti. Ascolti super anche per la finalissima, ma non superissimi. I dati: 13 milioni e il 72% (con pc e cellulari 13,4 e il 73%). Amadeus l’anno scorso aveva però raggiunto i 14,3 milioni (74%), quindi all’ultima tappa, al gran premio della montagna, Amadeus l’ha spuntata al fotofinish. I picchi di sabato sera: alle 22.09 alla presentazione di Francesco Gabbani (16,7 milioni). In share il picco arriva ovviamente all’1.56 durante la proclamazione del vincitore Olly con l’87.3% di share. Per i distratti: Olly è seguito da Lucio Corsi e Brunori Sas (un podio di cantautori), Fedez, Simone Cristicchi; poi Giorgia e Lauro.

Carlo Conti festeggia, quando gli chiedono se lo disturba l’etichetta di normalizzatore, nega recisamente: "Sono tornato per riprendere il lavoro che avevo fatto nelle mie prime tre edizioni e che poi è stato continuato da Baglioni e Amadeus. Non ho fatto questo lavoro per me stesso, ma per l’azienda e per l’Italia. Mi sento un po’ come il ct della Nazionale che si impegna per la squadra e per il Paese. Il problema adesso è per chi lo farà l’anno prossimo... ah già, sono io..." (ride).

"Io sono normale. Ho fatto il Festival nel mio stile, non amo i fronzoli. Questo è stato un festival normale punteggiato, però, da riflessioni: la testimonianza di Edoardo Bove che, con tutto quel che ha passato, si preoccupava di coloro che nelle sue stesse condizioni non sono stati fortunati come lui. Il messaggio del Santo Padre, il ricordo di Frizzi, il Teatro patologico. Se questo è normale ben venga il normale".

Se non fosse abbastanza chiaro: "Il mio è stato un Festival baudiano, Pippo Baudo ci ha insegnato così. Sanremo è una meravigliosa messa cantata in cui ci può stare la chitarra elettrica e l’organo. Nei festival baudiani c’era un po’ di tutto, lui ci ha lasciato tante canzoni che sono rimaste nel tempo, spero che ne restino anche di questa edizione. Ogni volta dico basta, poi mi viene un’idea per divertirmi, stavolta è stata quella di invitare tanti co-conduttori per fare il Festival insieme. Adesso torno alla normalità, domani mattina a Firenze accompagno mio figlio a scuola alle 7, poi dobbiamo festeggiare tutti insieme il compleanno di Leonardo Pieraccioni".

Torniamo al verdetto. La classifica ha scosso l’Ariston, molti fischi e molti buuu soprattutto per l’eliminazione di Giorgia dai primi 5. Forse il sistema di votazione è sbagliato? "Polemiche ce ne sono sempre state, ricordo quando gli orchestrali stracciarono gli spartiti. Preferisco questo Ariston rispetto a quello seduto, silenzioso, di anni fa. Credo che l’applauso e la standing ovation per lei valgano più di tutto. Il tempo è galantuomo, la classifica ci dirà di più. L’anno scorso Tuta Gold di Mahmood non vinse e non arrivò nemmeno tra i primi cinque ma in seguito è stata tra le più trasmesse".

Anche Supercarlo qualche errore l’ha fatto: "Primo: ho finito troppo tardi. Secondo: avrei voluto dare la classifica solo dei primi 10, ma nelle riunioni si è deciso altrimenti".

Morto un Festival, si pensa subito al prossimo. Conti nel 2026 potrebbe essere solo direttore artistico ma non conduttore, passando il testimone magari ad Alessandro Cattelan? "L’azienda mi ha chiesto di divertirmi per due anni come direttore artistico. Condurlo è la cosa più facile. Se in un futuro dovesse servire il mio aiuto per traghettare qualche giovane, ben venga".

Qualcuno nota una bella coincidenza: come manager Olly ha Marta Donà, la stessa di Angelina Mango (vincitrice dell’anno scorso), di Marco Mengoni (vittoria nel 2023) e dei Måneskin (2021). Complottismo? Conti sorride: "In questo Festival ho fatto un solo favore: una cantante mi ha chiesto di avere il numero che simboleggia l’infinito capovolto. Me l’ha chiesto con gli occhioni e non ho saputo dirle di no. Era Clara. Per il resto, io non guardo chi sono gli autori, la fedina penale, men che meno il management. Io sento solo le canzoni". La messa è finita, ascoltate in pace.