Geppi Cucciari a Sanremo, per non prendere troppo sul serio il Festival Come immagina il suo ruolo di co-conduttrice venerdì, nella quarta serata, quella delle cover?
“Come tutte le cose sarà fatto di vuoti e di pieni”, risponde al telefono. “Sarò affiancata da un cantante straordinario (Mahmood, ndr) e lavorerò con uno dei conduttori italiani per eccellenza”.
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Una definizione per Carlo Conti?
“Preciso, sempre in controllo ma non vuol dire freddo, generoso. È sempre lo stesso, un secondo prima di andare in diretta e un secondo dopo”.
Com’è il suo rapporto con Sanremo?
“L’ho sempre guardato da quando ero una ragazzina, ascoltavo e riascoltavo le canzoni, riscrivevo i testi...”.
Il primo Festival che ricorda?
“L’ospitata dei Level 42 dentro il Palarock. E poi Eros Ramazzotti, Vasco Rossi, Massimo Ranieri, Mia Martini. Vivo il Festival in modo molto emotivo, da adolescente”.
Canzoni preferite?
“Gli autori che ho citato, ho una passione per Perdere l’amore di Massimo Ranieri. E anche per Renato Zero. A dispetto del mio sviluppo biografico ho una predilezione per i brani più melanconici”.
È questa la musica che ascolta di solito?
“Ascolto tanta musica, da Salmo a quella degli anni ‘80 a cui sono più legata. Sabato scorso sono finalmente riuscita ad andare a un concerto di Inkognito”.
Ascolta anche il rap?
“Mhhh... è possibile un’altra domanda? Diciamo che non è la mia musica, ma la musica bisogna anche conoscerla”.
Preferirebbe condurre il Festival o salire sul palco come cantante?
“Nel mio programma (Una splendida cornice, in onda su Raitre, ndr) a volte canto, in modo contingentato, e anche ironico. Comunque vorrei tranquillizzare gli spettatori: cantare a Sanremo non rientra fra i miei primi cinque sogni”.
Nei Sanremo di una volta c’era molto spazio per i comici. Li rimpiange?
“L’ironia e la comicità possono essere anche nel modo di porgersi. Il Festival è cambiato, una volta c’era il conduttore e un accompagnatore. Non c’erano così tante promozioni, così tanti ospiti, annunci di film, collegamenti... oggi ci sono molti sapori diversi. Una volta il comico aveva mezz’ora, l’ultimo è stato Benigni, ma di Benigni ne abbiamo uno solo... Lo stesso Conti ogni tanto esclama: “ah c’è anche questo... ah, anche questo...“”.
Lei ha orecchio? Capisce subito le nuove canzoni?
“Dipende... ci sono quelle che ti piacciono subito, e altre che richiedono più tempo... A Sanremo non c’è solo l’ascolto ma anche la visione, l’orchestra, il palco, le luci, i vestiti che arricchiscono la canzone e ne cambiano la percezione. È diverso godere una canzone all’Ariston o in radio”.
In un’intervista ha detto che piange spesso. Piangerà anche a Sanremo?
“Prima o dopo, sì, certamente. Le lacrime vengono spesso confuse con la tristezza, ma le lacrime esprimono soprattutto emozioni, e io sono molto emotiva. Sanremo mi darà sicuramente molte emozioni. L’esperienza ti può sostenere, ma sarà comunque diverso. Io vengo da un giardino piccolo coltivato negli anni, mi troverò in una grande savana emozionale. Anche se ci sono già stata sono molto intimorita, spero di essere all’altezza della vita”.