In questo caso – per citare il vincitore dell’ultimo Sanremo, Olly – la nostalgia è mica tanto balorda. Anzi. Ci pensa Carlo Conti a smuoverla, in sala stampa, con una mozione d’affetti per Pippo Baudo e per dare un perimetro al suo festival. Normalizzatore gli va bene, ma forse fino a un certo punto. E così rievoca Baudo. "Diciamo che il mio festival è baudiano". Ora non è dato a sapersi se la Crusca abbia mai preso in considerazione la possibilità di fare entrare questo termine nel pantheon degli aggettivi.
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Di certo c’è che fino a qualche decennio fa – anche quando Simon Le Bon era ancora quello da sposare – (auto)definirsi baudiano rischiava di suonare se non proprio come una bestemmia, un indicatore di un Paese (che anche con Pippo) si crogiolava con "e la barca va", senza il ’fin che’ di Orietta Berti. In sintesi un atto puro di conservatorismo. Ma allora anche la parola varietà aveva ancora un senso e la liturgia laica, seppure con la Democrazia Cristiana saldamente al governo, del festival di Sanremo era ciò che di più sacro ci potesse essere.
E dissacrarla o provare a farlo anche sul palco dell’Ariston, sotto l’occhio vigile e burbero dello stesso Baudo (basti pensare al Benigni del tempo che fu), era qualcosa che ne rendeva imprenscindibile la visione. Tutti davanti alla tv. Ora i tempi sono inevitabilmente cambiati, ma un Sanremo baudiano non è necessariamente un oltraggio. E forse non è nemmeno un oltraggio alla memoria. Si cerca di evitare le polemiche o di volarci sopra. E si cerca di trasformare il tutto in uno spettacolo di buoni sentimenti (diverso dal buonismo della decade precedente), forse perché di buoni sentimenti ne abbiamo bisogno. Anche scontrandosi, talvolta, con una bella dote d’ipocrisia – pensando agli inviti ai rapper di quest’edizione – o rischiando di essere fuori tempo (e la musica non c’entra, mentre invece c’entrano l’agenda dei temi sociali). Di certo c’è che con Baudo tutto si teneva e diventava spettacolo nazionalpopolare. E ci faceva parlare per settimane, se non mesi. Vediamo se succederà altrettanto.