Milano, 30 gennaio 2025 – “La gravità delle condotte tenute da Emiliano Rudolf Giambelli” consente di “formulare un giudizio di pericolosità grave, attuale e concreto”. È il passaggio-chiave del Daspo, firmato dal questore di Milano Bruno Megale, che lo scorso 23 dicembre è stato notificato al rapper Emis Killa, considerato molto vicino all’ex capo ultrà milanista Luca Lucci e già emerso nelle carte del blitz della Dda che quattro mesi fa ha decapitato i vertici del tifo rossonerazzurro. Il provvedimento, direttamente collegato alla finora inedita accusa di associazione a delinquere che presto potrebbe sfociare in una richiesta di processo da parte della Procura per il trentacinquenne e per altri ultrà, ha spinto Giambelli a rinunciare al palco dell’Ariston: “Dopo 15 anni di carriera, ero pronto ad affrontare il mio primo Sanremo. Ringrazio Carlo Conti per avermi voluto, ma preferisco fare un passo indietro e non partecipare”, ha spiegato il diretto interessato (che non sarà sostituito dalla Rai) in un post social.
Per tre anni, Emis Killa dovrà restare lontano dagli impianti sportivi italiani ed europei in cui si svolgeranno partite di calcio, dalla Champions League alla terza categoria. Per quanto riguarda il Meazza, nei giorni delle gare, il rapper di Vimercate non potrà accedere neppure agli esercizi pubblici che si trovano nel raggio di un chilometro, tantomeno alle stazioni ferroviarie, di metropolitana e dei mezzi di superficie “utilizzate dai tifosi” per raggiungere San Siro. Il divieto è stato esteso anche al centro sportivo di Milanello, dal quale dovrà tenersi ad almeno 500 metri di distanza. Il Daspo ha preso linfa dall’informativa depositata il 29 novembre dagli investigatori della Squadra mobile, che, “all’esito di una rivalutazione degli elementi investigativi acquisiti” durante l’inchiesta sulle curve che si è chiusa il 30 settembre con 19 arresti, ha spinto i pm Sara Ombra e Paolo Storari a iscrivere anche Giambelli nel registro degli indagati “poiché ritenuto facente parte del sodalizio criminale Curva Sud” capeggiato dal ’Toro‘ Lucci e dal fratello Francesco.
Un gruppo che, secondo gli inquirenti, avrebbe preso possesso del secondo anello blu del Meazza con metodi violenti, commettendo reati come “lesioni, percosse, resistenza a pubblico ufficiale, estorsione e aggressioni agli steward”. A proposito di aggressioni agli steward, uno degli episodi che ha portato sin dall’inizio il rapper sotto la lente della polizia (che lo perquisì già il 30 settembre sequestrandogli sette coltelli, tre tirapugni, un manganello telescopico e un taser) è quello avvenuto prima del match di Europa League Milan-Roma dell’11 aprile 2024. Quella sera, due ultrà provarono a entrare a San Siro dal gate 14 col metodo della “doppietta”, vale a dire usando un solo biglietto ai tornelli: quando uno degli addetti ai controlli cercò di impedire l’accesso illegale, fu preso a pugni da Bonissi (denunciato insieme ad altri tre per aver opposto resistenza alla polizia intervenuta) e circondato da una quindicina di persone, tra cui pure Giambelli (ripreso da una telecamera) e pezzi da novanta della Sud come Alessandro Sticco, Daniele Cataldo e Luciano Romano. In quell’occasione, con lui c’era anche il trentottenne Fabiano Capuzzo – precedenti per droga, rissa, lesioni e tentato omicidio –, suo partner nella società Butterfly intestataria del negozio “Italian Ink” a Monza, il franchising di barber shop e tattoo creato da Lucci.
A quest’ultimo, dicono le indagini, Emis Killa era legatissimo, come dimostrano le foto scattate davanti al bar-quartier generale di Cologno Monzese e le istantanee nella villa di Scanzorosciate. Senza dimenticare la presenza del ’Toro‘ nello skybox del cantante alla prima giornata del campionato 2023-24, all’epoca in cui il narcotrafficante al vertice della Sud era stato affidato in prova dal Tribunale di Sorveglianza di Brescia. Una presenza che la Curva salutò con lo striscione di bentornato “Il Joker ride sempre”. Dalle intercettazioni emerge, però, che a un certo punto Lucci si stancò di Giambelli (“C’ha un carattere di m., ragazzi, diciamolo”), iniziando a preferirgli un altro rapper: “Spacca mio fratello Fedez... quel cog... di Skilla, che scassac… si odiano”. Già, Fedez, che a Sanremo ci sarà. Il suo nome è emerso in numerosi passaggi dell’inchiesta “Doppia Curva” – proprio per i suoi legami con Lucci e col pretoriano Christian Rosiello che gli faceva da bodyguard –, ma Federico Leonardo Lucia non è indagato in questo filone. È stato deferito dai carabinieri per l’aggressione del 22 aprile 2024 al personal trainer Cristiano Iovino (quella notte c’era pure Rosiello con lui, secondo le testimonianze), ma l’assenza di denuncia da parte della vittima porterà all’archiviazione.