Giovedì 7 Novembre 2024

Cos’è la cumbia della noia che canta Angelina a Sanremo. Il significato

Incontro di tre etnie, l’origine del nome resta controversa. Una certezza: la noia è tutto il resto

Roma, 11 febbraio 2024 – Un gioco di contrasti, un ritmo incalzante che stride con il titolo ‘La Noia’ e vale il trono di Sanremo a soli 22 anni. Ma cos’è la cumbia che canta e balla Angelina Mango? Il brano della cantautrice lucana ruota attorno a questo incedere contaminato di musiche latino americane, africane e spagnole. La cumbia – canto e danza popolare di coppia colombiana e panamense – è diventata un vero e proprio genere di musica.

I tamburi pesanti e il tamborito giocano un ruolo nella cumbia di ogni paese, ma la variante di Panama ha un'atmosfera più rilassata, a differenza dei ritmici ensemble colombiani. Non si discosta più di tanto da salsa, mango, merengue e rumba.

Angelina Mango a Sanremo (Ansa)
Angelina Mango a Sanremo (Ansa)

Il significato

Non è semplice trovare l’origine del significato di cumbia, inquadrarne una etimologia univoca. Si sa che deriva da cumbiamba, una danza africana in circolo che si ballava a piedi nudi sulla sabbia, di fronte al mare, attorno a un falò. “Kumb” in molti idiomi del continente significa suono, rumore o frastuono. In Colombia, all’epoca coloniale, le stesse piantagioni venivano chiamate “kumbè” in ragione dei rumori prodotti dagli schiavi di origine africana durante il lavoro massacrante. Ma non tutti concordano sulle radici della cumbia, che restano controverse. Nel 2006 Guillermo Carbó Ronderos – musicologo colombiano – indicò la vera origine nel termine bantù “cumbé”, un ritmo e danza della Guinea Equatoriale.

La trasformazione

La trasformazione da cumbiamba a cumbia risale al periodo post schiavitù. E risiede in quelle zone della costa atlantica, al di sopra di Panama, dove i villaggi di neri, mulatti e zambos si sostenevano con la pesca – assai generosa – del Mare delle Antille. La cumbiamba era un rituale che accompagnava le sere del villaggio, quando la gente si incontrava dopo la giornata di lavoro. Era una delle poche occasioni di socialità, seppur minima. E di corteggiamento. Quando dal ballo in cerchio, tenendosi per mano, si passò alla danza di coppia, arrivò la cumbia. Stesso ritmo, diversa forma. Per arrivare al genere che conosciamo oggi manca ancora l’apporto della componente spagnola che introdusse che la parte cantata, con coro e voce solista, accarezzando la danza con una musicalità quasi europea.

Ed ecco quindi il carattere trietnico della cumbia, forgiata dalla cultura africana, indigena americana ed europea. Dalla nera africana arrivano la struttura ritmica e la percussione (tamburi), l'indigena ha apportato i flauti (canna di milio e le cornamuse) e, di conseguenza, parte della linea melodica. La bianca, le variazioni melodiche e coreografiche, e l'abbigliamento dei ballerini. La cumbia oggi in Centro e Sudamerica si balla senza contatto diretto, avanzando e indietreggiando insieme. Sul palco di Sanremo Angelina l’ha mostrata in tutta la sua sensualità e il suo vigore travolgente. La noia è tutto il resto.