Sanremo, 14 febbraio 2025 – Robertaccio è tornato e l’Ariston trema. È la sesta volta al Festival di Roberto Benigni, super ospite della quarta serata dell’era Conti. Tanta ironia e qualche stoccata politica, ma nessuna scivolata alla Benigni. “È un sogno che si realizza per me”, ha detto Conti nel presentare il ‘toscanaccio’ premio Oscar. E lui: "Bravo, hai fermato l'Italia, l'hai paralizzata, dovresti fare il Ministro dei Trasporti". È una delle prime battute dello show di Benigni durato 12 minuti. “Nei camerini ho salutato Marcella dicendole: Bella Ciao. Un casino è successo. Per par condicio ho dovuto salutare anche i Neri per Caso”. È iniziata così la perfomance frizzante in apertura della quarta serata di Sanremo.
Dopo l’incalzante ironia su Giorgia Meloni, Musk e Trump – “Dopo la Groenlandia, vuole la Liguria: se non accetta, dazi del 200% sulle trofie al pesto” – ha difeso Mattarella, attaccato oggi dalla portavoce del ministro degli Esteri russo. "Presidente, siamo sempre vicini alle sue parole, ci riconosciamo, non abbiamo mai sentito uscire da lei una parola che non fosse di verità e di pace. Siamo orgogliosi di essere rappresentati da lei, per la sua dignità e umanità".
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"Elon ha già votato: per Giorgia (Meloni)”
Roberto Benigni scatenato. Rivolgendosi a Carlo Conti, gioca sul nome Giorgia ma più che alla cantante eè chiaro che si riferisce alla premier Giorgia Meloni. "Siamo in mondovisione, anzi forse di più, siamo in galassia visione: tra tutti i satelliti, sai chi ci sta guardando in questo momento? Elon Musk. Ha votato già il vincitore del Festival, è interessatissimo all'Italia, vuole vedere Sanremo e ha già votato per il vincitore. Giorgia. C'è quest'anno, ci sarà anche l'anno prossimo e quello dopo, ci sarà per diversi anni. Dammi retta, mettiamoci l'anima in pace: ci sarà per un bel pò. Poi Giorgia gli piace, Musk è innamorato di Giorgia”.
“È innamorato di Giorgia – ha continuato ad incalzare Benigni parlando di Musk – li hai visti ad Atreu? Sono capaci di sposarsi e andare a fare il viaggio di nozze su Marte.Vuole conquistare l’Italia perché gli piace. Sta preparando la marcia su Roma. Ha detto: ‘O Roma o Marte’.
"Trump vuole la Liguria. Altrimenti dazi sulle trofie al pesto”
Non solo lui. “Trump non vuole solo Sanremo, vuole tutta la Liguria. Dopo la Groenlandia, vuole la Liguria. O la Liguria accetta liberamente o mette dazi del 200% sulle trofie al pesto.
"Brutta abitudine in Italia. C’è l’abitudine brutta di salire sul carro del vincitore. Persone dichiaratamente di sinistra si sono buttate a destra. È una cosa brutta. A ‘noi’ di Fratelli D’Italia… ora parlo con Ignazio”. E poi il siparietto si chiude con ‘l’Inno del corpo sciolto’.
L’inno del Corpo sciolto
Carlo Conti ha "imposto" a Roberto Benigni di cantare sul palco dell'Ariston l'Inno del Corpo sciolto. “È la serata dei duetti, la dobbiamo cantare insieme”, ha detto Benigni e poi hanno eseguito l'iconico brano in apertura del Festival di Sanremo.
La storia di Benigni al Festival
La storia di Saremo è stata scandita anche dalle performace del comico premio Oscar, che due anni fa - era il 2023 - declamò una lettera d’amore alla Costituzione e fece commuovere Mattarella sul palco d'onore con un omaggio al padre Bernanrdo, uno dei padri costituenti d’Italia.
Tra le performance rimaste negli annali, quando Benigni apostrofò il Papa con “Wojtylaccio”. E gli costò un processo in Vaticano e la reazione del Parlamento. Addirittura, riuscì ad entrare in teatro in sella a un cavallo e con la bandiera tricolore per 150 anni dell'Unità d'Italia. Nel 2009, scese l’iconica scalinata a gattoni.
L’ultima volta a Sanremo
L'ultima volta che Benigni è salito sul palco dell’Ariston risale al 2023, con la lettera d'amore alla Costituzione, alla libertà e alla pace. Sul palco d'onore c’è il presidente Mattarella ride, divertito, si era portato la mano sul cuore quando il premio Oscar ha reso omaggio, tra i padri costituenti, al padre Bernardo Mattarella. Una pagina di televisione entrata negli annali.
A Mattarella: “La Costituzione è sua sorella”
L'attore scherzò su Amadeus e poi rese omaggio al Presidente ricordando: "Tra i padri costituenti c'era Bernardo Mattarella, padre del Presidente, lei e la Costituzione avete avuto lo stesso padre, la Costituzione è sua sorella".
"Lei - disse anche Benigni rivolto a Mattarella - è al secondo mandato, Amadeus è al quarto e ha già prenotato il quinto, è costituzionale? Presidente bisogna fermarlo. Bisogna fermarlo, è dittatura".
Quell’irriverente "Wojtylaccio”
Ma il rapporto di Roberto Begnini e il Festival di Sanremo è lunga e irriverente. Ha apostrofato Papa Wojtyla come "Wojtylaccio" e ha baciato la sua valletta per 40 secondi. Ha fatto il giullare con Pippo Baudo e ha preso di mira Silvio Berlusconi. È entrato sotto la gonna di Manuela Arcuri e ha fatto l'ingresso a cavallo al Teatro Ariston. E ha declamato Dante, la Bibbia e la Costituzione alla presenza del capo dello Stato Sergio Mattarella.
Le sei apparizioni sanremesi di Benigni
Le sei apparizioni di Roberto Benigni al Festival di Sanremo sono state uno show nello show, registrando ogni volta i picchi dello share e delle polemiche.
La prima volta di Benigni al Festival è stato nel 1980 da conduttore insieme all'attrice Olimpia Carlisi, all'epoca sua compagna. Reduce dal successo della trasmissione ‘L'altra domenica’ di Renzo Arbore su Rai 2, Robertaccio si presentò in smoking e sul palco del Teatro Ariston si concesse un lunghissimo, appassionato bacio con la Carlisi.
Ma quella fu soprattutto l'edizione del "Wojtilaccio" con cui si rivolse a Papa Giovanni Paolo II: una famigerata definizione che suscitò infinite polemiche e dibattiti in Parlamento, con il comico che subì un processo in Vaticano per vilipendio di un capo di Stato straniero, per il quale fu condannato a un milione di lire di multa e un anno di reclusione con sospensione condizionale della pena.
La gonna di Arcuri e le parti intime di Baudo
Dopo una lunga assenza, Roberto Benigni tornò a Sanremo nel 2002 e conquistò il pubblico con un monologo in cui rileggeva in chiave politica il Giudizio Universale. Già l'annuncio della sua presenza aveva scatenato polemiche: Giuliano Ferrara, allora direttore del quotidiano ‘Il Foglio, aveva annunciato che sarebbe andato al Festival e gli avrebbe lanciato uova sul palco. Non lo fece... Arrivato sul palco, per prima cosa l'attore, reduce dal trionfo agli Oscar per il film ‘La vita è bella’, andò sotto la gonna di Manuela Arcuri e poi strizzò le parti intime di Pippo Baudo, una gag che in precedenza il comico aveva già regalato ai telespettatori in occasione dello show del sabato sera Fantastico.
A cavallo per l’Unità d’Italia
Nel 2009 nell'edizione condotta da Paolo Bonolis, Benigni, dopo aver sceso la scalinata con le spalle rivolto al pubblico a 'gattoni', ne ebbe per tutti: contro Silvio Berlusconi a capo del governo, Iva Zanicchi e Walter Veltroni. E a favore dei diritti degli omosessuali.
Nel 2011 Benigni entrò all'Ariston a cavallo e con la bandiera tricolore sventolante per festeggiare i 150 anni dell'Unità d'Italia: spiegò, facendone l'esegesi, l'Inno di Mameli.
Nel 2020, dopo una gag simil baudesca con Amadeus, Benigni recitò ‘Il Cantico dei Cantici’ (eanche Oscar Wilde) per 40 minuti. E le polemiche quella volta riguardarono anche il cachet.