Giovedì 21 Novembre 2024
SIMONE ARMINIO
Sanremo

Sanremo 2023, festival esagerato: dai corpi nudi ai baci fluidi. Purché se ne parli

Fedez e Rosa Chemical, Blanco-Attila, Madame e Anna Oxa. Sanremo è fatto per far discutere. E la missione è compiuta

Sanremo, 13 febbraio 2023 - Galeotto fu un bacio, apostrofo rosa tra le parole ‘faccio’ e ‘scalpore’. Quello tra Fedez e Rosa Chemical dell’ultima serata del Festival, per dire, sembrava fatto ad arte per scioccare tutti e oscurare così le polemiche generate dall’altro caso, che passerà alla storia come ’lo sterminio dei fiori’. Era andato in scena nella prima puntata, con codazzo di polemiche, ma ecco che dopo il bacio della finale sembra già un secolo. I fatti: c’è Blanco che deve prendere a calci dei bouquet (era previsto, e infatti le rose in scena erano state accuratamente spinate per evitare incidenti). Solo che si fa prendere la mano e distrugge l’intera scenografia floreale con con rabbia accurata. Questione di dosaggi, capita.

Rosa Chemical bacia Fedez sul palco dell’Ariston
Rosa Chemical bacia Fedez sul palco dell’Ariston

Ma il bacio tra Fedez e Rosa Chemical, dunque? È stato un inno alla fluidità sessuale, una presa di posizione pronta a far parlare di sé e diventare virale sui social. Perché poi, parliamoci chiaro, questo al Festival si deve fare: generare dibattito, stupire, far trasalire le prime file dei benpensanti in platea, e l’italiano medio a casa, far ribollire i cellulari di notifiche ("Oh, ma lo stai guardando Sanremo? Hai visto Fedez!? Va’ che roba, la Ferragni sarà arrabbiata). Niente di nuovo sotto ai riflettori. Una volta avveniva uguale, con solo meno consapevolezza, vista l’assenza dei social. Così che Rino Gaetano, avanti come sempre, nel 1978 pensò di portare sul palco dell’Ariston proprio i commenti degli italiani sul divano, con un coro greco di persone normali, entrato alla fine di ’Gianna’ a fare gestacci e cantargli addosso: "Ma chi sei? Ma che vuoi? Ma che fai, con chi ce l’hai?". Genio.

Oggi i commenti sono in piazza sui social, ma lo schema è lo stesso, perché Sanremo è Sanremo (ta-dà-dà) da 73 anni, ed è prescritto che in quei giorni il nazionalpopolare debba strabordare, dilagando dai testi (impietose le analisi semantiche che ogni anno conteggiano l’occorrenza dei termini ’cuore’ e ’amore’) alla musica. Come nell’urlo sovrumano di Anna Oxa sul finale del suo brano. O come Grignani che si ferma in diretta e vuol ripetere. E come non sentire una fitta, impercettibile ma dolorosa, quando la brava Madame (qui non c’è ironia) chiama Izi per cantare ’Via del campo’ di Fabrizio De Andrè... con l’autotune (!), all’uso della trap. E ancora: il trash dei corpi nudi, dei tatuaggi, degli abiti lunari. Tutto a Sanremo deve incidere la pelle della società. Tutto deve lasciare il segno. Lo ha fatto anche quest’anno. Potremo parlarne a lungo. Ta-dà-dà.