Giovedì 13 Febbraio 2025
PIERO DEGLI ANTONI
Sanremo

Amadeus: "Porto all’Ariston la voglia di osare"

Stasera il via con Amadeus alla conduzione: "Ogni scelta forte comporta polemiche. Ma io sono sereno"

«Prima gli italiani». Amadeus ci ricasca, ma non è colpa sua. Quando gli viene chiesto il motivo di un Festival (al via stasera su Raiuno) autarchico, e gli viene suggerita la risposta «Prima gli italiani», lui aderisce entusiasticamente: «Sì, prima gli italiani», senza rendersi conto del rischio di essere avvicinato agli slogan della Lega.

Ma Amadeus è così, un ingenuo ragazzone di provincia che, come ha spiegato con dovizia di particolari Fiorello, non si rende conto delle situazioni in cui minaccia di precipitare. Del resto, qui a Sanremo, più che prima gli italiani bisognerebbe dire solo gli italiani. Degli stranieri restano poche tracce enzimatiche, Lewis Capaldi e Dua Lipa. D’altronde i big o chiedono troppi soldi, o stanno da un’altra parte. «Madonna l’abbiamo cercata, ma le date non combaciavano con i suoi impegni: ora è in tour in Gran Bretagna. Lady Gaga se non sbaglio sta in Russia. E dopo un paio di rifiuti abbiamo capito che le vere star internazionali sono i Ricchi e Poveri, Albano e Romina, e non siamo andati più alla ricerca spasmodica dell’ospite internazionale. Abbiamo Lewis Capaldi e Dua Lipa, se capiterà qualcun altro bene».

Ovviamente il buon Amadeus non poteva evitare di tornare sulle note polemiche (passi indietro delle donne e Junior Cally presunto istigatore della violenza alle donne). Quale gli è più dispiaciuta? «Sapevo che venendo a Sanremo le polemiche sarebbero state inevitabili ma nessuna mi ha colpito in modo particolare perché ho la coscienza a posto. Non le ho neanche seguite molto, dico la verità, e quindi nessuna mi ha ferito in modo particolare. Ringrazio la Rai per il grande sostegno ricevuto».

Archiviata la questione passi avanti passi indietro, Amadeus si è concentrato sul campo schiettamente artistico: «Quando ho accettato di fare il festival ho voluto osare scegliendo le canzoni non in base a una divisione per generi – due di questo, due di quello – ma cercando una composizione che rispecchiasse la situazione attuale. Achille Lauro, Morgan, Junior Cally sono tutti artisti che hanno suscitato polemiche, e quest’anno ci sono tutti e tre. L’idea delle donne al festival l’ho avuta a settembre. I femminicidi, la violenza sulle donne, costituiscono un problema grave e allora mi sono chiesto: qual è la miglior vetrina per parlarne? Ci saranno momenti forti e momenti più leggeri».

Antonio Marano presidente di Rai Pubblicità ha buttato là un paragone clamoroso: «Sanremo è il nostro Superbowl». Ma il Superbowl divide l’America, ha fatto notare qualcuno. Amadeus non si è sottratto: «Anche il festival divide. Se si fanno delle scelte contro la normalità, come le ho fatte io, è inevitabile che accada. Se vesti in modo normale, nessuno protesta. Se metti una giacca eccentrica, qualcuno approverà, qualcuno ti criticherà. È normale.»

Per citare il vincitore dell’anno scorso, parliamo di soldi. Marano ha dichiarato che di sicuro si supereranno i 31 milioni di incasso dalla pubblicità (dato dell’anno scorso), mentre i costi resteranno sugli stessi livelli, nonostante l’espansione del prodotto Sanremo (per dirne una, il palco installato in piazza Colombo all’esterno dell’Ariston). Dell’audience si è azzardato a parlare (ma senza esagerare) Stefano Coletta, neo direttore (da 15 giorni) di Raiuno: «L’anno scorso la prima serata ha raggiunto il 49,51%. Quest’anno? Speriamo in audience significative». Certo i record di Baglioni saranno difficili da battere.

Ultima polemica: la giuria. Quella d’onore l’anno scorso fece entrare tra i tre finalisti Mahmood che poi vinse per arrivare a un successo internazionale. Ultimo, annunciato vincitore, si lamentò parecchio e quest’anno, puff, la giuria di qualità è sparita. Al suo posto una giuria demoscopica di 300 persone, sedicenti intenditrici di musica.

La parola al popolo.