!["Abbiamo paura che il tostapane si fidanzi col frigorifero e prendano il potere. Ma sono macchine, possiamo staccare la spina". E dopo Sanremo, tour teatrale. "Abbiamo paura che il tostapane si fidanzi col frigorifero e prendano il potere. Ma sono macchine, possiamo staccare la spina". E dopo Sanremo, tour teatrale.](https://www.quotidiano.net/image-service/view/acePublic/alias/contentid/NDA1YTllMTMtMDAxZS00/1/alessandro-cattelan-intelligenza-artificiale-temo-la-stupidita-umana.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
"Abbiamo paura che il tostapane si fidanzi col frigorifero e prendano il potere. Ma sono macchine, possiamo staccare la spina". E dopo Sanremo, tour teatrale.
Alessandro Cattelan, che Dopofestival è il suo? "Mi ispiro a quelli di Elio e di Fiorello. Si può commentare scherzando e dissacrando la liturgia del Festival".
Chi le piacerebbe avere come ospite? "Liam Gallagher. Avrebbe un punto di vista interessante per ogni canzone. Magari si scoprirebbe che gli piace Marcella Bella".
Da bambino, come viveva il Festival? "Il sabato sera potevo eccezionalmente stare alzato fino alla classifica finale. Con mia mamma facevamo i pronostici sulle posizioni. Come canzoni ricordo soprattutto Perdere l’amore, che è un po la My Way italiana".
In seguito? "Per 15 anni non l’ho più visto, gli adolescenti preferiscono uscire di casa. Credo che Sanremo abbia avuto una rinascita anche grazie ai social: commentare in tempo reale è diverso da farlo il giorno dopo al bar. E poi negli ultimi anni la musica è molto migliorata. Una volta c’era uno standard: canzoni d’amore, sottofondo di archi. Questa omologazione era controproducente".
Nel periodo in cui non seguiva Sanremo, cosa ascoltava? "Hip hop, Tupac, poi Backstreet Boys, Blur, Oasis".
Ha detto: "Non ho mai voluto parlare a tutti". È un atteggiamento snob? "Da spettatore apprezzo quando ho la sensazione che qualcuno parli proprio con me. Se parlano a tutti, l’interesse mi scende. Preferisco riferirmi a chi usa lo stesso tono, lo stesso registro, gli stessi riferimenti popolari, lo stesso senso dell’umorismo".
Molti suoi colleghi temono l’intelligenza artificiale. Hanno paura che musica e testi vengano fabbricati al pc. Lei sembra meno preoccupato... "Credo ci si preoccupi più dell’intelligenza artificiale che di quella umana. Abbiamo paura che il tostapane si fidanzi col frigorifero e prendano il potere. Ma sono macchine: basta staccare la spina e si spengono. Sto preparando uno spettacolo teatrale, in programma per settembre, proprio su questo tema. Si intitolerà Benvenuto nell’AI, parafrasando la frase della leggenda metropolitana degli anni ’80, in cui si raccontava che molti trovavano sullo specchio la frase scritta con il rossetto Benvenuto nell’Aids. Per lo spettacolo immagino un racconto surreale in cui tra 50 anni vivremo tutti in piccoli villaggi in cui ti fiderai solo di chi hai davanti".
I suoi figli hanno 13 e 9 anni. Che musica ascoltano? "Un tempo Taylor Swift, adesso va molto Anna Pepe".
Rispetta le loro scelte o cerca di influenzarle? "Rispetto le loro scelte, ma a volte le sottopongo forzatamente alla musica che preferisco. Però in fondo Anna Pepe non dispiace neanche a me. Ascoltano anche, per esempio, gli Arctic Monkeys, e si sono molto stupiti quando hanno scoperto che è un gruppo della mia generazione. Queste musiche diventano virali perché sono inserite nelle colonne sonore di qualche serie o film".
Cosa pensa del gossip diffuso che assedia il Festival? "Non sono un grande amante del genere. Si tende a dare la colpa a chi lo crea, ma se non ci fosse chi lo segue non ci sarebbe. Se c’è qualcuno che vende, significa che qualcuno compra". Canzoni del Festival preferite? "Quella di Brunori è molto bella. Anche il brano di Olly può funzionare in radio. E Giorgia, naturalmente".
piero degli antoni