Roma, 3 dicembre 2024 – “E adesso guido verso casa tua che vivi a Monza/ Pieno di cattive idee dettate da una sbronza/ Volevo abbassare le armi, ora dovrò spararti/ Non mi dire di calmarmi, è tardi stronza/ Fanculo al senso di colpa, non ci saranno sbocchi/ Voglio vedere la vita fuggire dai tuoi occhi/ Io ci ho provato e tu mi hai detto no/ E ora con quella cornetta ti ci strozzerò”. Era il 2016 quando Emis Killa diede alle stampe nel suo album Terza stagione il brano 3 messaggi in segreteria dal quale è estrapolata la strofa succitata: due anni dopo il rapper di Vimercate sarebbe diventato papà per la prima volta, di una bambina, Perla Blue, mentre pochi mesi fa, a giugno, è nato il suo secondo figlio, Romeo. Emis Killa – Emiliano Rudolf Giambelli, concorrente Big al prossimo Festival di Sanremo – oggi ha quindi due figli, e 35 anni. Il tempo passa, i rapper imbiancano (crescono?).
Killa non ha mai rinnegato quella canzone, spiegandone così il senso a chi pure recentemente lo criticava: “Nel rap esiste una cosa chiamata storytelling. Significa rappresentare una storia in rima, bella o brutta che sia. Nel caso di questo pezzo interpreto, invento, racconto fatti che purtroppo per quanto spiacevoli accadono. Nel pezzo non è Emiliano che parla e non penso nemmeno di dover dare troppe giustificazioni a chi non vuole capire. Vi dovete ripigliare”. E già nel 2016 aveva precisato: “In questa canzone racconto di un ragazzo che perde la testa per la ex fidanzata e decide di ammazzarla. Lo racconto dal punto di vista, malato, di chi ammazza. È il mio modo per sensibilizzare e denunciare il femminicidio”.
Fatto sta che l’anno scorso Emis Killa con Gué – noto per un’esibizione di autoerotismo su Instagram e anche lui a Sanremo 2025 – avrebbero dovuto essere i protagonisti del concerto di Capodanno a Ladispoli: nel novembre 2023, a poche settimane dal femminicidio di Giulia Cecchettin, proprio per l’esistenza di questa canzone nel suo repertorio e le proteste dei cittadini, lo show di Emis venne cancellato. L’anno scorso, non dieci anni fa. Adesso però a quello stesso Emis Killa secondo il quale il femminicidio è un un “fatto spiacevole che purtroppo accade”, viene data in pompa magna la maggiore visibilità che uno show Rai possa mai offrire.
Viene data a Emis, e il primo a rallegrarsene è ovviamente Fedez, anch’egli in gara al Festival: “Almeno c’è uno con cui posso parlare”, ha commentato domenica l’ex signor Ferragni via social riferendosi al compagno di scorribande nel pericoloso mondo degli ultrà milanesi, protagonisti della cronaca nera e giudiziaria degli ultimi mesi. Ex signor Ferragni che solo nel settembre appena passato – un pugno di settimane fa – ha dato vita con l’altro rapper concorrente Big di Sanremo 2025 Tony Effe al famoso dissing, ‘duello’ a base di canzoni (?), che tanto ha fatto discutere. E tanto ha fatto discutere non già perché i due contendenti hanno preso a insultarsi a vicenda pubblicamente a colpi di ‘barre’ e di rime in musica, quanto perché per insultarsi l’uno con l’altro hanno pensato bene di oggettificare le donne – compagne, fidanzate, amiche, ex – in un profluvio di volgarità machiste e sessiste, riducendole di fatto a ‘roba’ di loro proprietà da usare senza alcun rispetto, in piena italica patriarcale tradizione tossica.
“C’ho le mani pesanti, schiaffeggio la tua tr... (seh) /... / Chiamo venti bastarde e poi ci faccio bunga-bunga (Okay) / Brava con la bocca, voto: dieci, sei promossa /.... / Ho scopato la tua bitch / dopo l’ho passata a Sfera / Dopo Boro, dopo Shiva”, sono giusto un assaggio degli endecasillabi danteschi inanellati da Tony Effe nella sua Red Bull 64 Bars (contro Fedez); “Hai passato più tempo a farti la ceretta / Che a farti (nome e cognome di donna) / ... / Con (nome e cognome di donna) a farti di keta”, alcune delle alate risposte petrarchesche di Fedez a Effe. “Dire che il rap produca i femminicidi è falso, ma dire che il rap non abbia un problema con il sessismo lo è altrettanto” ha notato l’esperto Gabriel Seroussi. Dire che Sanremo 2025 sarà peggio di quelli di Amadeus – a ora – è falso; ma dire che non ha un problema con l’oscurantista misoginia rap lo è altrettanto.