Giovedì 21 Novembre 2024
FILIPPO MARIA ALETTI
Sanremo

Sanremo 2024, i voti della finale ai cantanti. Promossi Mahmood, Diodato e The Kolors

Non tutti raggiungono la sufficienza, ma c’è chi fa davvero bene. Occasione sprecata per qualcuno

Sanremo 2024: Mahmood si esibisce durante la finale (Ansa)

Sanremo 2024: Mahmood si esibisce durante la finale (Ansa)

Sanremo, 10 febbraio 2024 – Ultimo atto del Festival di Sanremo 2024 e ultimi voti agli artisti in gara e alle loro canzoni.

Nek e Renga, ‘Pazzo di te’: voto 6

La performance di questa sera evidenzia i due problemi del brano. Da un lato la mancanza di urgenza espressiva, dall’altro l’evidente squilibrio tra le due voci, con un Renga straripante che copre il collega. Sono bravissimi, però, a tenere il palco e a intrattenere.

BigMama, ‘La rabbia non ti basta’: voto 6,5

Non vincerà, ma si è sicuramente conquistata diversi fan in questa edizione del festival. Canta bene, ha energia e cattura il pubblico, pur non avendo un brano davvero memorabile. Forse avrebbe potuto giocare di più con le sonorità rap.

Gazzelle, ‘Tutto qui’: voto 8,5

La vera sorpresa della competizione. Un brano davvero ben costruito, che ricorda i dischi con cui l’artista ha contribuito a definire il concetto di indie italiano. La sua timidezza scompare quando canta questa canzone, che ricorda tanto il britpop più romantico e orchestrale.

Dargen D’Amico, ‘Onda alta’: voto 7,5

Il tallone d’achille del brano è l’arrangiamento, che ricorda davvero tanto le atmosfere della precedente hit sanremese ‘Dove si balla’. Il testo, però, permette al pezzo di emergere, grazie a un’ironia intelligente, tagliente e divertente. In più Dargen è davvero un intrattenitore di alto livello.

Il Volo, ‘Capolavoro’: voto 7

Con questo Sanremo hanno fatto ricredere in tanti. Cantano in maniera precisissima e, rispetto al passato, hanno messo da parte il mondo dell’opera per svecchiarsi e dimostrare di poter dire qualcosa anche in chiave più pop. E ci sono riusciti perfettamente.

Loredana Bertè, ‘Pazza’: voto 7,5

Il carisma di Loredana le permette di trasformare in oro anche un brano normale. La voce è quella di sempre, come lo sono i messaggi chiari e forti che declama su un arrangiamento rock energico e ben costruito. Il talento non invecchia.

Negramaro, ‘Ricominciamo tutto’: voto 8

Hanno scelto il festival per tornare sulle scene dopo qualche periodo di silenzio, presentando un pezzo che li esalta. Sangiorgi è probabilmente il miglior frontman della gara, e il pezzo è pensato per farlo rendere al meglio. Forse torneranno a casa a mani vuote, ma la bravura non si cancella.

Mahmood, ‘Tuta gold’: voto 8,5

Nell’esibizione d’esordio qualcosa a livello di audio dev’essere andato storto, perché queste frequenze basse che trasformano il brano non erano emerse. È un talento unico, inimitabile e divisivo. Può non piacere, ma come tutti i grandi artisti non lascia indifferenti. Elegante e ipnotico.

Santi Francesi, ‘L’amore in bocca’: voto 7,5

Grazie a Sanremo si sono levati di dosso la pesante etichetta di essere usciti da un talent. Sono tecnici, eleganti, innovativi e sperimentali. Le loro sonorità elettro pop sono qualcosa che mancava nella musica italiana più mainstream. Sono la rivelazione di questo festival. 

Diodato, ‘Ti muovi’: voto 8,5

In passato ha dichiarato di aver avuto in camera il poster dei Radiohead. Con questo brano lo ha confermato, giocando con delle sonorità che in un certo senso ricordano ‘Karma police’. Canta bene, è raffinato, ma soprattutto è riconoscibile e fedele a sé stesso. Uno dei cantautori più importanti degli ultimi anni.

Fiorella Mannoia, ‘Mariposa’: voto 6

Un classico brano di Fiorella Mannoia. Impegnato, urgente e comunicativo. Forse avrebbe dovuto rischiare qualcosa in più, dato che l’arrangiamento latineggiante e coinvolgente del pezzo non basta per reggere il confronto con i suoi grandi capolavori del passato.

Alessandra Amoroso, ‘Fino a qui’: voto 6,5

Anche in questo caso manca quel fattore novità che avrebbe dato al pezzo qualche chance in più. L’artista lo interpreta bene e con passione, ma soprattutto ha quella presenza scenica che le permette di conquistare l’Ariston.

Alfa, ‘Vai’: voto 7

Altra sorpresa del festival questo brano semplice, ma efficace, che richiama senza nasconderlo Ed Sheeran e i One Republic. Un mix interessante tra la genuinità di chi è agli esordi e la furbizia di chi con quel ‘Uh uh’ è già fisso nelle teste degli ascoltatori.

Irama, ‘Tu no’: voto 7

Ci si aspettava il classico Irama da classifica, tamarro e martellante. L’artista, invece, ha stupito tutti con un brano elegante, intimo e di impatto, in cui mostra una voce più bassa e graffiata. Ha dimostrato che si può far bene anche senza strafare nella ricerca eccessiva del risultato.

Ghali, ‘Casa mia’: voto 7

Come per Mahmood, nella prima serata le frequenze ritmiche del pezzo si sono perse, nascondendo il vero potenziale del brano che è già una hit radiofonica. Rispetto agli esordi Ghali è meno innovativo, ma la sua capacità di trasmettere messaggi tanto semplici quanto significativi è decisamente intatta.

Annalisa, ‘Sinceramente’: voto 8,5

Con questo sound alla Kylie Minogue di inizio millennio, Annalisa conferma il suo stato di grazia. Il brano è l’ennesima hit di un ciclo inarrestabile, e, rispetto agli altri successi, mostra una qualità compositiva nettamente superiore. Al momento è la più grande popstar italiana.

Angelina Mango, ‘La noia’: voto 8

Era una delle grandi favorite per la vittoria finale, come dimostra la meritatissima standing ovation. Ha vinto enon ruba nulla. Il brano è moderno, efficace e scritto da due superstar come Madame e Dardust. Ecco, forse ad Angelina manca solo una direzione musicale precisa e personale, perché la grinta, la tecnica e la presenza ci sono tutte, nonostante lo scivolone finale.

Geolier, ‘I p’ me, tu p’ te’: voto 8

Polemiche sterili a parte, Geolier conferma con il festival di Sanremo di essere una delle penne migliori del rap italiano. In un genere saturo e stanco, ha saputo emergere grazia a tecnica e scrittura, che unisce il mondo del rap più consapevole al groove napoletano. Il futuro è suo.

Emma, ‘Apnea’: voto 6

Il brano – ma soprattutto la performance grintosa e graffiante di Emma – conquista l’Ariston, ma anche in questo caso, l’artista ha deciso di non rischiare troppo. La canzone non è memorabile e non permette a Emma di scatenare la propria voce fino in fondo.

Il Tre, ‘Fragili’: voto 6,5

È uno degli artisti da tenere d’occhio in ottica futura. Il suo flow è clamoroso, preciso, ma soprattutto sciolto e velocissimo, come dimostra a metà del brano. Avrebbe dovuto metterlo in mostra in maniera più accentuata, magari con un testo più ispirato.

I Ricchi e Poveri, ‘Ma non tutta la vita’: voto 7

Sono i vincitori morali di questa edizione. Spensierati, felici, allegri. Alla vigilia in tanti avevano storto il naso per via della loro partecipazione, ma i due hanno smentito gli scettici con un brano che funziona e che con rispetto e originalità trova posto nella musica contemporanea.

The Kolors, ‘Un ragazzo una ragazza’: voto 8

Non hanno il brano migliore del festival per colpa del testo, un po’ banale e scontato in alcuni punti. L’arrangiamento, però, rende il pezzo efficacissimo, un martello pronto a dominare le radio nei prossimi mesi. Le sonorità funk alla Jamiroquai sono qualcosa che a Sanremo mancava.

Maninni, ‘Spettacolare’: voto 5

Una delle delusioni del festival, in virtù delle ottime premesse date dalla gara dei giovani dello scorso anno. Il brano è molto scolastico, il classico pezzo che viene in mente quando si parla di sonorità sanremesi. Peccato, perché la tecnica e la capacità di interpretazione ci sono.

La Sad, ‘Autodistruttivo’: voto 5,5

La band cavalca l’onda del ritorno della cultura emo con un brano che ricorda il mondo del pop punk. Il brano e le varie esibizioni, però, non sono memorabili. Il testo non è molto originale, e alle volte il gruppo appare molto costruito e poco autentico.

Mr. Rain, ‘Due altalene’: voto 5

La scelta di tralasciare il rap per il cantautorato, in questo caso, non ha pagato. Il pezzo è troppo classico, non decolla e il testo, a giudizio di tanti, non è chiarissimo. Un passo falso per una delle penne più consapevoli del rap italiano.

Fred De Palma, ‘Il cielo non ci vuole’: voto 6

Sanremo ha permesso al pubblico di scoprire un Fred De Palma più intimo, tecnico ed emotivo. Le sonorità che ha portato in gara, però, non riescono a valorizzarlo al meglio. Se avesse portato un brano reggaeton più movimentato, come suo solito, avrebbe sicuramente conquistato buona parte degli spettatori.

Sangiovanni, ‘Finiscimi’: voto 7

Non è il pezzo migliore del festival, ma di sicuro è un brano spartiacque per il giovane artista. Un pezzo maturo, ben scritto e interpretato, che può segnare l’inizio di un nuovo percorso artistico per questo ragazzo. Ci sono, però, diversi riferimenti a Calcutta.

Clara, ‘Diamanti grezzi’: voto 7

Un pezzo che cresce ad ogni ascolto, grazie ad un ritornello martellante che ben si sposa ad un ritmo travolgente. La star di ‘Mare fuori’ dimostra che non è in gara per caso, con un’esibizione divertente e spensierata. Grazie alle sue sonorità urban, è una delle rivelazioni del festival.

Bnkr44, ‘Governo Punk’: voto 7,5

Ogni volta che sono sul palco portano in scena la loro incontrollata voglia di emergere. Hanno le movenze delle boyband degli anni novanta, ma il loro stile indie pop è decisamente contemporaneo. In pochi li conoscevano prima del festival, ma questi ragazzi si candidano a essere la voce delle nuove generazioni.

Rose Villain, ‘Click boom!’: voto 6,5

Il brano è un esperimento, che tenta di unire le due anime di un’artista eclettica e stravagante. Il risultato, però, non convince appieno. È come se due brani opposti fossero legati insieme senza troppa coesione. Sarebbe stato decisamente più interessante vedere Rose con un brano maggiormente rap e ancora più tamarro.