Giovedì 21 Novembre 2024
ANDREA SPINELLI
Magazine

Sanremo-talent: cantare non basta più

La novità di Amadeus: gli interpreti in gara presenteranno i colleghi. La musica perde la centralità, conteranno anche simpatia e clamori

Sanremo-talent:  cantare non basta più

Sanremo-talent: cantare non basta più

di Andrea Spinelli

"Papalina!": Amadeus al suo quinto Festival da conduttore e direttore artistico annuncia dalla villeggiatura un Sanremo sempre più FantaSanremo. Il regolamento anticipato ieri al Tg1 delle 13.30 mandando lo spaghetto di traverso alla discografia spiaggiata da un capo all’altro dello Stivale (isole comprese) assesta, infatti, un duro colpo alla sacralità della kermesse ligure baudamente intesa rendendo i 26 protagonisti dell’edizione 2024 (sì ventisei, tre dei quali provenienti dalle nuove proposte come già lo scorso febbraio) pure co-presentatori della serata in cui gli sarebbe spettato il turno di riposo. Questo significa che a influire sul giudizio finale non saranno solo valore della canzone e sua interpretazione, oltre naturalmente al look (chiedere a Levante quanto ha influito nel suo caso il colpo di testa della tinta in stile Marta Fascina dello scordo febbraio), ma anche la maggior o minor simpatia e le doti di conduttore. Insomma, quel “fare altro” aborrito da Pippo che per lasciare il focus tutto sul brano in gara, si rifiutava perfino di scambiare due parole con i concorrenti.

Altri tempi, un po’ meno da talent show (anche se sul sanguinario sistema di eliminazioni messo in piedi da Paolo Bonolis col concorso dell’attuale sottosegretario Gianmarco Mazzi ci sarebbe da ridire). Difficile pensare, però, che su una scelta del genere “Ama” non abbia avuto il placet almeno di alcuni dei potentati della musica, quelli che muovono i grandi nomi e quindi hanno un’influenza diretta sulle fortune di questa 74ª edizione, la quinta a conduzione Sebastiani, come si chiama il lider maximo all’anagrafe. Consensi arrivati tenendo conto che i due giorni di Festival con metà cast provocavano a volte negli artisti non impegnati dei cali di tensione che la co-conduzione, anche se limitata sl minuto d’introduzione del collega, potrebbe evitare, costringendoli a seguire comunque la liturgia dell’andare in scena.

Molto meno controversa la scelta di presentare tutte e ventisei le canzoni in gara dal 6 al 10 febbraio già la prima sera, dando subito così un’idea della caratura del Festival. Per la serata più televisiva e spettacolare, quella dei duetti del venerdì, la libertà totale lasciata nella scelta delle cover da eseguire sembra dettata dalla determinazione a convincere ospiti di primissimo piano. Concorrenti e partner potranno eseguire pure canzoni proprie mettendo tutti in condizione di avere un Jovanotti felice di autocelebrarsi senza dover tener conto dei paletti del regolamento ricorrendo magari a “sorprese” dell’ultimo istante come accaduto a Morandi nel 2022.

Altra innovazione, la giuria delle radio che subentra nella composizione del giudizio finale alla demoscopica. Quindi vincitore deciso nella cinquina finale dalla giuria delle emittenti per il 33%, dalla giuria della sala stampa (che in queste ultime edizioni inglobava comunque una presenza di radiofonici) per un altro 33% e dal televoto per il restante 34%. Se la demoscopica era un consesso senza volto di cui si sapeva poco o nulla, questa nuova composizione dell’organismo giudicante le canzoni dei vari Fedez, Annalisa, Renga & Nek, Alessandra Amoroso (alcuni dei nomi dei nomi di cui si parla in queste ore, come si parla pure di diversi “combo“ creati ad hoc nella convinzione che, pure all’Ariston, l’unione faccia la forza) è per il 66% individuabile e individuato. Ma anche molto vicino, per evidenti motivi di lavoro, all’apparato della musica live e della discografia. Da un direttore artistico-dee jay c’era da aspettarselo.

Di sicuro la narrazione degli sconfitti avrà una gamma di retropensieri più ampia a cui attingere così come di potenziali bersagli su cui far convergere i propri strali. Anche se Ultimo stavolta sembra intenzionato a rimanersene a casa e quindi tutta la faccenda è relegata all’ambito delle eventualità.