Tutti (ri)cantano Sanremo. Carlo Conti lucida lo slogan che nel triennio 2015-2017 gli ha portato fortuna varando, assieme al regolamento, la sua quarta esperienza al timone di un Festival che lo riporta all’Ariston, dall’11 al 15 febbraio prossimi, con tante certezze e qualche novità. Innanzitutto, il numero dei concorrenti in gara, che passa da 30 a 28, ovvero 24 big e 4 giovani, che però tornano a fare gara per conto loro con scontro decisivo nella serata di venerdì. Questo significa che la finalissima di questa 75ª edizione vedrà sul palco “solo” 24 artisti, recuperando un filo di umanità rispetto a quelle formato “Ben-Hur” di Amadeus.
Meno convincente la scelta di trasformare in una gara a sé pure la sfida delle cover, privandola di ogni influenza sul risultato finale con conseguente demotivazione dei protagonisti, già poco propensi di loro a scegliersi un secondo brano con cui gareggiare. Senza necessità di classifica, infatti, perché mai Rose Villain dovrebbe andare a bussare alla porta di una Gianna Nannini? E The Kolors giocarsi il jolly Umberto Tozzi? O Alfa scomodare addirittura il professor Vecchioni? Con questa formula, due anni fa, Morandi avrebbe potuto mettere in piedi lo stesso il super set con Jovanotti che l’ha aiutato ad agguantare il terzo posto?
Se la corsa deve essere focalizzata sulla canzone, come giusto che sia, forse aveva visto giusto Baglioni nello sfruttare la serata riservata alle collaborazioni per chiedere ai concorrenti e ai loro ospiti di offrire una versione completamente diversa del pezzo in gara capace di metterne in luce le potenzialità nascoste. Con questa formula, invece, le cover diventano solo spettacolo televisivo. La terza novità del Festival firmato Carlo Conti riguarda le votazioni. Dopo le accese polemiche delle ultime edizioni, la Rai ha deciso che la sera della finale, prima della sfida a cinque, non verranno azzerate, ma cumuleranno tutti i voti incassati dai cantanti nel corso del Festival. Ultimo e malpancisti vari dovranno, però, mettersi l’anima in pace visto che pure nell’edizione 2025 l’esito del televoto verrà (pesantemente) calmierato dal giudizio della Giuria della Sala Stampa, Tv e Web e dalla Giuria delle Radio.
La prima sera, quella del martedì, si esibiranno, infatti, tutti e 24 i big, giudicati al 100% dalla Giuria della Sala Stampa, Tv e Web; la seconda e la terza sera, 12 campioni ciascuna, giudicati al 50% dal televoto e al 50% dalla Giuria delle Radio; la quarta sera tutti e 24 col voto delle tre giurie (34% televoto, 33% e 33% le altre, non computati per la vittoria finale, ma solo per quella della gara delle cover). La sera del sabato, infine, ancora voto di tutte e tre le giurie (34%, 33%, 33%) tanto nella prima parte che nella finale a cinque. Quindi, pure con questa formula, un fortissimo televoto (come quello incassato da Geolier lo scorso febbraio) senza il supporto convinto di almeno una delle giurie riduce a lumicino le possibilità di vittoria.
Le quattro Nuove Proposte, invece, verranno giudicate dalle tre giurie tanto nelle due eliminatorie di mercoledì e il giovedì che nella finale per il titolo la sera del venerdì. Ma chi canterà a Sanremo? Presto per dirlo, anche se il toto-festival si fa già sentire echeggiando nomi a sensazione che vanno dalla Nannini a Ferro, dai Pinguini Tattici Nucleari ad Elodie, ma anche quelli dei redivivi Benji & Fede, di Ernia, Chiello, Rkomi, Gaia, Coma_Cose, Matteo Bocelli, Luchè, Bresh, Emis Killa, Achille Lauro, The Kolors, Clara, Clementino, Aka7, Fulminacci, Coez, Nayt, Francesco Gabbani, Ermal Meta, Noemi, La Rappresentante di Lista.
Visto che è davvero ancora troppo presto per avere indicazioni attendibili, chi vivrà vedrà.