Sanremo, 9 febbraio 2019 - Sanremo inciampa ma la Rai è contenta lo stesso. La quarta serata ha avuto più o meno gli stessi ascolti della terza (9,5 milioni e 46%), e come per la terza è sotto rispetto all'anno scorso di mezzo milione e 5 punti percentuali. Ma, come detto, la Rai si ritiene soddisfatta, più che ai valori assoluti tiene molto ad aver recuperato i giovani, perché sono loro gli spettatori di domani. Senza contare che quasi mezzo milione di persone hanno seguito il Festival su tablet, pc o addirittura telefoni grazie a Raiplay.
Il clima è così festoso che la direttrice di Raiuno Teresa De Santis si è concessa lo scherzo: "Ringrazio Valerio Staffelli per la generosità con la quale vuole donarmi un secondo Tapiro d'oro. Lo vogliamo rassicurare: abbiamo ordinato un'analisi chimica sulla canzone incriminata e se troveremo sostanze proibite lo faremo sapere". Si tratta, ovviamente, di "Rolls Royce" di Achille Lauro, accusata di essere in realtà un inno alla droga.
Ecco l'ordine di uscita degli artisti stasera: Daniele Silvestri, Anna Tatangelo, Ghemon, Negrita, Ultimo, Nek, Loredana Bertè, Renga, Mahmood, Ex Otago, Il Volo, Paola Turci, Zen Circus, Patty Pravo e Briga, Arisa, Irama, Achille Lauro, Nino D'Angelo e Livio Cori, Carta-Shade, Cristicchi, Nigiotti, Boomdabash, Einar, Motta.
Claudio Baglioni ha aperto la conferenza stampa di stamattina con una riflessione: "Alcuni pregiudizi stanno cadendo intorno a Sanremo, e spero che il fenomeno continui e serva a portare in tv anche forme musicali più complesse e più elitarie. Le canzoni sono teste d'ariete per aprire le porte alla musica classica, lirica, al jazz".
Virginia Raffaele ha scherzato ma non troppo: "Ho già la sensazione di vuoto cosmico, so che il Festival da domani mi mancherà". Mentre Claudio Bisio è tornato sul monologo di venerdì sera sul rapporto tra padri e figli. "Vi racconto due aneddoti. Gli autori mi parlano della gag che avevano pensato con Ligabue e io, che lo conosco da tanti anni, dico: non la farà mai. Invece, quando è arrivato, voleva fare ancora di più. Voglio raccontare un'altra cosa: uno dei motivi per cui mi hanno chiamato qui al festival era proprio lo spettacolo "Father and Son" (da cui è stato tratto il monologo, ndr). Uno degli autori però mi ha detto che sarebbe stato bello inserire la risposta dei figli. Quando Anastasio ha vinto X Factor abbiamo scelto lui. Ma solo ieri sera ho scoperto che il suo pezzo di risposta l'aveva scritto non per il festival, ma proprio dopo aver letto il libro di Michele Serra "Gli sdraiati". Non è vero che non c'è politica al Festival: questa è politica. Io sono un vecchio che tifa per i giovani".
Inevitabile la domanda per Baglioni: quanta voglia hai di rifare Sanremo? "Mmmmhhh...", ha traccheggiato lui. "Diciamo che due o tre anni di seguito sarebbero meglio, uno solo mi sembra riduttivo... Se riuscissi a dormire un mese di seguito potrei rispondere meglio".
Ultima questione: la giuria d'onore che venerdì sera ha assegnato il premio ai duetti e che comunque pesa per il 20% nel decidere il vincitore. La giuria, capeggiata da Mauro Pagani la cui competenza è al di sopra di qualsiasi dubbio, è però formata da attori, registi e personaggi televisivi: Ferzan Ozpetek, Camila Raznovich, Claudia Pandolfi, Elena Sofia Ricci, Beppe Severgnini, Serena Dandini e Joe Bastianich. Perché scegliere proprio loro per un premio musicale? Baglioni ha dimostrato di condividere le perplessità: "La giuria d'onore è un elemento di esperti che io ho ereditato dal passato, è diventata una specie di servitù del festival. Bisogna dire che è difficile formare una giuria, prima di tutto perché bisogna vedere chi è diponibile, in secondo luogo occorre che siano persone al di fuori dell'ambiente professionale, ma che abbiano una sufficiente preparazione. Una consuetudine che nei prossimi anni si potrebbe anche cambiare. Intanto abbiamo abbassato il peso della giuria portandolo al solo 20%".