Giovedì 26 Dicembre 2024
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Sanremo 2018, la classifica finale e gli ascolti della quinta serata

Con 12,2 milioni di spettatori e il 58,3% di share è stata la seconda finale più vista dal 2002 Sanremo 2018, il racconto della finale e la classifica Sanremo 2018, cosa si dice sui social (quinta serata)

Sanremo 2018, i conduttori e i vincitori (Lapresse)

Sanremo (Imperia), 11 febbraio 2018 - Sanremo 2018 batte tutti i record. Anche la finale della 68esima edizione del festival, che ha incoronato vincitori la coppia Ermal Meta e Fabrizio Moro con il loro brano "Non mi avete fatto niente" (qui la classifica finale), ha registrato ascolti alle stelle: ieri sono stati 12 milioni 125mila i telespettatori sintonizzati su Rai1, con uno share del 58,3%. Un risultato in linea con quello dello scorso anno, quando gli spettatori della finalissima erano stati 12 milioni 22mila e lo share del 58,41%. E che conferma i dati positivi collezionati sera dopo sera dal trio Baglioni-Hunziker-Favino: gli ascolti della quarta serata, per citare l'ultima, hanno registrato uno share mai così alto dal 1999.

 

ASCOLTI - Ma torniamo alla finale. Con la media del 58.3% quello di ieri è stato il secondo miglior risultato in share dal 2002, quando il festival di Pippo Baudo, con Manuela Arcuri e Vittoria Belvedere, raggiunse nell'ultima serata il 62.66%. Una vetta che solo il festival di Carlo Conti e Maria de Filippi è riuscita poi a superare, nel 2017, con il il 58.41%. In valori assoluti, i 12 milioni 125 mila spettatori che hanno seguito ieri la finale del festival di Baglioni rappresentano il miglior risultato dal 2013.

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Sanremo 2018, cosa si dice sui social (quinta serata)

Scorporando i dati degli ascolti viene fuori che la prima parte, in onda dalle 21,20 alle 23,56, è stata vista da 13 milioni 240mila spettatori con share del 54%, contro i 13 milioni 602mila e share del 54,18% di un anno fa; la seconda parte, in onda dalle 23,51 all'1 e 26, è stata invece seguita da 10 milioni 401mila spettatori con share del 68,9%, contro i 9 milioni 767mila spettatori e share del 69,65% di un anno fa. Quindi anche in questi due casi c'è stata una sorta di continuità negli ascolti tra l'edizione di quest'anno e quella precedente, che costituì un grosso successo visto che era dal 2012 che non c'era uno share che superasse il 58%. Ottimo risultato, poi, per il DopoFestival, con ospiti i vincitori Ermal Meta e Fabrizio Moro: è stato visto da ben 3 milioni 527mila spettatori con share del 48,2%. Immensa la soddifazione della Rai, con il direttore generale Mario Orfeo che parla di un festival "indimenticabile capace di migliorare se stesso e di battere record di ascolti serata dopo serata".

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MetaMoro più forti di ogni ostacolo A Sanremo vince il grido anti-odio - di Marco Mangiarotti

Normale. Hanno vinto Meta Moro davanti a Lo Stato sociale e Annalisa. Era la sfida finale di Sanremo dopo una vigilia che sembrava senza storia. Un sestetto che si è dimezzato a un passo dalla vittoria. Ultima tappa. MetaMoro era in testa con la miglior media fra i voti diversi, Lo Stato Sociale secondo ma in sofferenza con gli Esperti, alcuni esperti in qualcos’altro. Annalisa fortissima al voto e sui social ma meno forte con le giurie tecniche. Dopo Gazzè e Ron, Premio della Critica “Mia Martini”. E Ornella Vanoni. Questi sono gli artisti che si sono giocati il podio fino alla fine. Metterei invece nella mia playlist Diodato e Roy Paci, una fra le band storiche. The Kolors e Giovanni Caccamo. Senza dimenticare il neofolk con garbo di Barbarossa.

Ultimo vincitore dei giovani. La dedica al fratello

Sanremo 2018: i tre finalisti (Ansa)

Gli altri devono solo pensare che hanno partecipato a un festival dove musica e canzoni hanno avuto spazio, attenzione, libertà e coccole. Una platea da record per far ascoltare il loro lavoro. Un Sanremo non perfetto ma bello, grazie al lavoro di tutti, Claudio Baglioni e Rai. Poi è stata anche una prima volta del nuovo sistema di voto, con la sala stampa che conta molto fino alla fine. Ma non è una giuria di critici musicali sia ben chiaro, piuttosto una demoscopica evoluta. Quindi il festival Sessantotto è stato a suo modo rivoluzionario. Con la musica al centro e intorno tante cose quasi sempre interessanti. O divertenti. Se guardo ai primi della classe, trovo canzoni che fin dall’inizio non mi hanno convinto, ma mentre le perplessità su MetaMoro aumentavano, la cosuccia de Lo Stato Sociale metteva a fuoco un gioco senza pretese, un tema non immediato (i giovani hanno il diritto almeno di sognare un lavoro diverso dai modelli normali). Un’idea di spettacolo sofisticata e pop Dams, simpatia e ironia. Così ho cambiato idea.

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La scrittura pop di Annalisa era credibile, la sua interpretazione impeccabile. La canzone di Dalla per Ron un’intima meraviglia, come la favola dei Gazzè. Quella di Bungaro e Pacifico per Ornella Vanoni il teatro canzone sul palco. Che abbiano capito la scrittura di Diodato mi ha fatto piacere. Che Avitabile e Servillo non abbiano avuto indietro tutto mi spiace. La vera sigla del festival è quella di Mina nei corti di Tim.

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LA CLASSIFICA FINALE DEL FESTIVAL 

1. Ermal Meta e Fabizio Moro

2. Lo Stato Sociale

3. Annalisa

4. Ron

5. Vanoni-Bungaro-Pacifico

6. Max Gazzè

7. Luca Barbarossa

8. Diodato-Roy Paci

9. The Kolors

10. Giovanni Caccamo

11. Le Vibrazioni

12. Avitabile-Servillo

13. Renzo Rubino

14. Noemi

15. Red Canzian

16. Decibel

17. Nina Zilli

18. Facchinetti-Fogli

19. Mario Biondi

20. Elio e le Storie Tese