Sta vivendo una seconda – o una terza, una quarta – giovinezza Sandra Milo. A ottantasette anni, con una vitalità, una spontaneità, una verve incredibili, è diventata una star social. Su Instagram, nei giorni più bui della pandemia e della paura, si è inventata un personaggio ironico e felliniano, ha conquistato migliaia di follower, ha persino convinto un ragazzo ad abbandonare propositi di suicidio. Sandra ricorda il genio Fellini con nostalgia e tenerezza, senza un filo di rancore per quei diciassette anni di amore condannato alla clandestinità. Confessa di amare la vita, con voracità, golosamente: "Non ho paura della morte: vorrei solo dirle di aspettare, perché ho molte cose da fare ancora". "Per molti anni ho rappresentato il sogno", dice, "e il sogno non è intelligente". Ma lei sì. Protagonista del cinema italiano degli anni Sessanta con Rossellini, con Pietrangeli ma soprattutto con Federico Fellini – "8 e ½", "Giulietta degli spiriti", il ruolo della Gradisca perduto per un soffio – Sandra Milo ha anche segnato la storia della nostra tv degli anni ’80. Un’icona dell’immaginario italiano. Al punto da trovare, tra i suoi piccoli fan, anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Che l’ha chiamata, e poi invitata a palazzo Chigi. La raggiungiamo, un attimo prima che inizi una nuova avventura su Raiuno, come inviata de "La vita in diretta".
Sandra, da qualche settimana è diventata una star di Instagram. Ma com’è andata?
"Non avevo mai amato i social: appartengo a una generazione in cui ci si toccava, ci si guardava negli occhi. Ma nei giorni in cui tutti eravamo chiusi in casa con le nostre paure, ho desiderato fare qualcosa per gli altri. Ho inventato Amuchina l’indovina: un personaggio divertente, folle, che dà messaggi di speranza. Non mi aspettavo questo successo, presso un pubblico giovane che certo mi conosceva poco".
Ha anche intrattenuto un fitto dialogo con i suoi follower, rispondendo a centinaia di commenti. Tutto da sola?
"Tutto da sola, con mia figlia Azzurra che mi ha aiutato per le riprese. Ho passato notti intere a leggere i commenti: un ragazzo mi ha scritto che stava per suicidarsi. Ci siamo scritti a lungo, e alla fine mi ha detto: ‘Se una donna della sua età ha questo entusiasmo, vuol dire che la vita vale la pena viverla’. Ha abbandonato i suoi propositi, è stato il regalo più bello".
Ha fatto lo sciopero della fame, per i lavoratori dello spettacolo. E si è incatenata davanti a Palazzo Chigi.
"Sì: volevo porre l’attenzione su quelli che, nel mondo dello spettacolo, hanno sofferto e soffrono di più: tecnici, elettricisti, fonici, falegnami, parrucchieri, truccatori. Gli invisibili".
Ma davvero Giuseppe Conte la ha chiamata?
"Sì. Naturalmente non ci ho creduto. ‘Sono Giuseppe Conte’. E io: ‘dica’, gelida. ‘No, sono davvero Giuseppe Conte…’. Poi, però, abbiamo parlato di tutto: dei camion che portavano le bare via da Bergamo, dei morti che nessuno ha potuto salutare, della paura, del dolore della gente. Mi ha invitata a Palazzo Chigi. Mi ha detto: ‘Abbiamo bisogno della sua allegria’…".
Ha preso posizione anche contro la omotransfobia, sostenendo i diritti Lgbt nei suoi video.
"Certo! Penso che ognuno debba avere il diritto di amare come vuole e chi vuole, nel rispetto della dignità degli altri. Se uno ama in modo diverso dal mio, chi sono per giudicare?".
Quest’anno ricorre il centenario della nascita di Fellini. Con lui, lei ha condiviso tre set, e un amore segreto lungo vent’anni. Come lo ricorda, oggi?
"All’epoca ero stregata da lui, dal suo talento immenso, dal suo magnetismo, dal suo fascino totale. Per lui soffrivo, pazza d’amore. Quello che non vedevo era la sua spiritualità, il suo amore per gli altri. Pensavo che Fellini gli altri li divorasse, goloso. Invece sapeva anche dare".
Come ricorda quell’amore?
"Senza malinconie, senza rimpianti. Mi amava per allegria, come per un gioco. E quel gioco è rimasto un ricordo meraviglioso intatto nel mio cuore".
Lei ha molto amato, con una libertà insolita per i tempi.
"Ho assecondato alcune tentazioni. Oggi la gente mi sembra che non si lasci andare all’amore".
Suonano alla porta, è l’auto della Rai. Sandra andrà in giro per l’Italia come inviata de "La vita in diretta" insieme alla figlia Deborah. Prima tappa, oggi. Rimini. Inviata de "La vita in diretta": come vive questa sfida?
"Con un entusiasmo immenso: girerò l’Italia, parlerò con le persone, con la gioia di incontrare gente dopo il lock down. E poi oggi rivedo Rimini, la città di Federico".
Ha paura del futuro?
"Vuole dire della morte? No. Anche quella è un fatto naturale, accade ad ogni essere vivente, persino a ogni oggetto. Vorrei solo viverla fino in fondo, la vita. E poi sentire che la vita mi abbandona, perché l’ho consumata tutta".