Giovedì 13 Febbraio 2025
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San Valentino, origini e leggende della Festa degli Innamorati

Il santo protettore di chi si ama è probabilmente un vescovo umbro martirizzato nel Medioevo. Con la sua commemorazione la Chiesa pose fine al rito romano delle coppie sorteggiate per favorire la fertilità

San Valentino - Crediti iStock Photo

San Valentino - Crediti iStock Photo

Roma, 13 febbraio 2025 – Il 14 febbraio è universalmente riconosciuto come il giorno degli innamorati, un'occasione speciale per scambiarsi baci, cuori, fiori, biglietti d'auguri e cioccolatini. San Valentino, dunque, non è solo il simbolo dell'amore romantico, ma anche di un sentimento universale fatto di gesti di affetto, riconciliazione e dedizione. Ecco perché, secoli dopo, il suo nome è ancora legato alla festa più dolce dell'anno. Ma da dove nasce la tradizione? Qual è la storia del santo e perché è diventato il patrono dell'amore?

Il santo degli innamorati

L'origine della festa risale al V secolo, quando la Chiesa cattolica volle porre fine a un antico rito pagano dedicato alla fertilità. Già nel IV secolo a.C., infatti, i Romani avevano l'abitudine di celebrare il dio Lupercus con una particolare usanza: i nomi di uomini e donne venivano sorteggiati da un'urna per formare coppie che avrebbero vissuto insieme per un anno. Terminato il periodo, il rito si ripeteva con le stesse persone e nuovi abbinamenti. Per sostituire questa pratica, la Chiesa scelse di commemorare un vescovo martirizzato a Roma il 14 febbraio del 270 dC (o, secondo studi più recenti, nella metà del IV secolo): San Valentino di Interamna (oggi Terni). Fu Papa Gelasio I, nel 496 dC, a dichiararlo ufficialmente patrono degli innamorati.

Le leggende di San Valentino

Una leggenda racconta che San Valentino, sentendo litigare due fidanzati vicino al suo giardino, si avvicinò con una rosa in mano e, con un sorriso, la porse alla coppia, ristabilendo l'armonia tra i due innamorati litigarelli. Da quel momento, gli abitanti iniziarono a recarsi da lui il 14 di ogni mese, e così nacque la tradizione di regalare rose in suo onore. Un'altra storia vede come protagonisti il centurione romano Sabino e la giovane cristiana Serapia. Il loro amore era ostacolato dalla famiglia di lei, ma il vescovo Valentino li unì in matrimonio poco prima che la ragazza, pesantemente malata, esalasse l'ultimo respiro. Un destino drammatico che ricorda la celebre tragedia di Romeo e Giulietta.

Bigliettini e doni d'amore

L'abitudine di inviare biglietti romantici il 14 febbraio avrebbe origini diverse narrate in altrettante storie. Si dice, per esempio, che il vescovo Valentino riuscì a ridare la vista alla figlia cieca del suo carceriere. Prima di essere giustiziato, le lasciò un biglietto con la scritta: “Dal tuo Valentino”. Una vicenda in qualche modo analoga accadde nel 1415, quando il Duca d'Orléans, prigioniero degli inglesi, scrisse una lettera alla moglie – Valentina Visconti, figlia di Gian Galeazzo Visconti e di Isabella di Valois – chiamandola “dolcissima Valentina”.

I Colombini Messaggeri

Secondo un'altra leggenda, Valentino possedeva un giardino dove i bambini giocavano ogni giorno. Dopo la condanna a morte del re di Roma e dopo essere stato messo in carcere dai soldati del sovrano, i piccoli, non sapendo più dove incontrarsi, si intristirono molto. Due colombi viaggiatori che Valentino teneva nel suo giardino volarono fino alla prigione, posandosi infine sulle sbarre della cella del Santo. Valentino li riconobbe, li accarezzò e legò al collo di uno dei due un sacchetto a forma di cuore con un biglietto, al collo dell'altro, invece, sistemò una piccola chiave. Quando fecero ritorno al loro nido, la gente riconobbe la chiave: era quella del giardino di Valentino. Pare sul biglietto era scritto: “A tutti i bambini che amo".