Sabato 21 Dicembre 2024
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La storia di San Gennaro dai miracoli alla morte per decapitazione

Il 19 settembre si celebra il culto del patrono di Napoli: il prodigio della liquefazione del suo sangue è avvenuto ad aprile in anticipo, caso raro e benaugurante

Cappella delle Reliquie nel Duomo di Napoli

Dopo due anni di pandemia e una guerra alle porte d'Europa, San Gennaro manda un segno benaugurante: a fine aprile il suo sangue si è liquefatto in anticipo, dentro la cassaforte nel quale viene conservato. Ottimo inizio per sperare in un bis settembrino e avviare in questo modo le celebrazioni ufficiali, che si terranno lunedì 19 settembre 2022 e che sono dedicate al patrono di Napoli, vescovo e martire cristiano. Leggi anche: San Gennaro 2022, il sangue si è liquefatto in cassaforte: caso raro - San Gennaro 2022: programma della festa con orari e tv - Sangue di San Gennaro: prodigio o miracolo?

San Gennaro, la storia

Come spesso accade, con le vite dei santi, la storia è difficile da ricostruire con esattezza. Bisogna infatti distinguere tra i fatti accettati dalla Chiesa e le credenze popolari e folkloristiche che accompagnano la venerazione. Una prima cosa che possiamo dire con sicurezza è che il nome Gennaro deriva dal latino Ianuarius, cioè "consacrato al dio Giano". Di solito lo si dava ai bambini nati nel mese di gennaio, ma ormai è convinzione accettata che la nascita sia in realtà avvenuta il 21 aprile 272. Ci sono dubbi intorno alla città natale: c'è chi dice Napoli e chi invece Benevento. Generalmente questa seconda ipotesi è la più accreditata. Nel corso della vita adulta, e come alto rappresentante della chiesa cristiana, Gennaro fu protagonista di una serie di miracoli. La dinamica è sempre la medesima: le autorità romane decidono di ucciderlo, ma lui sopravvive in modo miracoloso. Capita che le fiere incaricate di sbranarlo si dimostrino miti, che le torture non sortiscano effetti, oppure che il rogo lo lasci illeso. Ogni volta veniva liberato, poi imprigionato nuovamente e condannato a morte, senza però che fosse possibile portare a compimento la sentenza. Saranno le persecuzioni ordinate dall'imperatore Diocleziano a porre fine alla sua vita. In questo momento Gennaro è vescovo di Benevento: come già accaduto molte volte, in passato, il suo proselitismo lo mette nel mirino dell'autorità politica. Viene dunque arrestato e condotto insieme ad alcuni compagni presso l'attuale Solfatara di Pozzuoli. Qui subisce la decapitazione. Diversi documenti liturgici indicano come data della morte il 19 settembre del 305.  

Il culto del Santo

In vita Gennaro godette di grande seguito presso il popolo e questo fu all'origine della sua venerazione: secondo alcune fonti iniziò già nel periodo del martirio, secondo altre furono necessari alcuni anni. In ogni caso, è opinione comune che fosse ormai diffusa nel momento in cui avvenne la prima traslazione delle sue spoglie, cioè nel V secolo. Nel corso dei decenni le sue spoglie furono oggetto di vari spostamenti, compreso uno che le portò a Benevento. Oggi le sue ossa riposano a Napoli, all'interno della Cripta di San Gennaro, sotto l'altare maggiore del Duomo cittadino.

Il prodigio della liquefazione del sangue

La venerazione del Santo è strettamente legata al fenomeno della liquefazione del sangue, che la Chiesa cattolica riconosce come prodigio e non come miracolo (pur approvandone la venerazione popolare). Tutto ruota attorno al sangue raccolto da una donna di nome Eusebia durante il martirio di San Gennaro: tradizione popolare vuole che sia contenuto nelle ampolle conservate a Napoli. Tre volte l'anno (la prima domenica di maggio, il 19 settembre e il 16 dicembre) le ampolline dell'altare della cappella del Tesoro di San Gennaro sono al centro di una solenne cerimonia religiosa. In queste occasioni lo scioglimento del sangue, coadiuvato dalle preghiere dei fedeli, viene considerato un segno di buoni auspici. La mancata liquefazione è invece legata a presagi negativi. Tradizione vuole che il prodigio della liquefazione sia avvenuto per la prima volta in epoca romana, ai tempi dell'imperatore Costantino I (che regnò dal 306 al 337 d.C.). Il primo documento storico che lo certifica è però molto più tardo. Risale al 1389. In ogni caso, le fonti attestano che in quel momento il culto legato a questo prodigio era in atto da tempo.