Sabato 16 Novembre 2024

Salute mentale. Giovani più attenti

di Marina Santin Sarà perché è tempo di bilanci e di nuovi propositi; sarà perché le feste d’inverno sono passate da...

Salute mentale. Giovani più attenti

Salute mentale. Giovani più attenti

di Marina Santin

Sarà perché è tempo di bilanci e di nuovi propositi; sarà perché le feste d’inverno sono passate da un po’ e le vacanze estive ancora lontane; o perché, il terzo lunedì di gennaio è il famoso Blue Monday, il giorno più triste dell’anno, ma gennaio è stato un mese decisamente impegnativo dal punto di vista emotivo. E febbraio non è da meno. Lo confermano i dati.

Secondo ProntoPro, nelle prime settimane ci si dedica maggiormente al benessere mentale, tanto che le richieste di psicologi registrano un aumento importante rispetto agli altri periodi dell’anno: nel 2023, ad esempio, hanno raggiunto il 21%, contro una media annuale di poco superiore all’8%. Se, in generale, gli italiani sono sempre più attenti nel prendersi cura anche di questo aspetto della salute, a cercare supporto psicologico, nel 2023, sono stati soprattutto i ragazzi della Generazione Z, quelli tra i 19 e i 25 anni (44%).

Subito dopo vengono i Millennial, di età tra i 26 e i 35 anni (26%), le persone tra i 36 e i 50 anni (14%) e i ragazzi tra i 10 e i 18 anni (8%). Fanalino di coda, gli over 50 che, con solo il 7% di richieste, sembrano trascurare un po’ il benessere mentale. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono oltre 300 milioni le persone che, nel mondo, soffrono di problemi d’ansia, il disturbo più comune tra quelli legati alla salute mentale e che, in Italia, riguarda quasi due milioni e mezzo di individui.

I dati lo rispecchino, con oltre il 60% di richieste legate a problemi di ansia, stress, attacchi di panico e paure.

La seconda motivazione è correlata a problemi di personalità, come bassa autostima e rabbia, che interessano il 50%, cui si aggiungono i problemi relazionali (32%), la depressione (29%), i traumi (20%), i problemi sessuali o di coppia (18%), i disturbi alimentari (12%) e le dipendenze (7%). Analizzando poi i dati, si scopre che, dal punto di vista dei bisogni, le fasce d’età mostrano alcune specificità. I ragazzi di età compresa tra i 10 e i 18 anni sono quelli che più degli altri ricorrono alla terapia per disturbi alimentari (ben quattro punti percentuali in più rispetto al 12% della media nazionale di chi è alla ricerca di supporto psicologico); le persone tra i 26 e i 35 anni, vanno in terapia, più delle altre fasce d’età, per dipendenze (10%) e problemi relazionali (33%); e nella fascia dai 36 ai 50 anni si chiede aiuto principalmente per problemi di coppia (27%).

Sono, invece, alla ricerca di una consulenza generalizzata i genitori preoccupati per i bambini sotto i 10 anni, mentre le richieste per depressione arrivano in particolare dagli over 50.

Nei ragazzi tra i 19 e i 25 anni quasi tutte le problematiche sembrano più accentuate rispetto alle altre fasce d’età, ma registrano percentuali superiori agli altri quelle legate ad ansia, stress, attacchi di panico e paure (64%), e quelle connesse a problemi di personalità (52%) e traumi (23%).