Domenica 8 Settembre 2024
LUCA SCARLINI
Magazine

Rosa Genoni, la femminista che inventò la moda

A Padova una mostra dedicata alla prima grande stilista italiana del ’900. Si ispirava all’arte, fu socialista e pacifista militante

Rosa Genoni, la femminista che inventò la moda

Rosa Genoni (1867-1954), protagonista di una mostra a Palazzo Zuckermann a Padova

Rosa Genoni (1867-1954) ha fondato la moda italiana contemporanea, proponendo all’inizio del Novecento di uscire dalla obbligatoria riproduzione di modelli parigini, come voleva il gusto dell’epoca. Una bella mostra a Padova a Palazzo Zuckermann, in corso fino al prossimo 8 settembre, a ingresso gratuito, a cura di Elisabetta Gastaldi e Elisa Masiero, rende giustizia a questa figura straordinaria, cui Manuela Soldi aveva dedicato un libro efficace nel 2019, edito da Marsilio.

Figlia di una sarta e di un calzolaio, fin dalla sua prima giovinezza la signora capisce che lo stile nuovo deve essere trovato nelle grandi pagine della storia dell’arte. Alla fine dell’Ottocento lavora a Milano per la Casa Haardt & figli a Milano, dove deve seguire le linee della produzione francese.

In esposizione ci sono numerosi disegni di quell’epoca, in cui già si osservano scelte non comuni di forme e disegni. Nel 1906 portò alla ribalta alla grande Esposizione Internazionale del Sempione il suo progetto di una moderna: “Moda di pura arte italiana”. I documenti d’epoca riproducono il padiglione che venne funestato dalle fiamme, costringendo la signora a reinventare le sue creazioni.

I suoi punti di riferimento erano Giotto alla Cappella degli Scrovegni (uno dei suoi legami con Padova, oltre alla collaborazione con il grecista Ettore Romagnoli per il disegno del costume di Agave in una edizione universitaria de Le baccanti), La Primavera di Botticelli e Pisanello, maestro del tardogotico più squisito. Gli abiti, magnifici, ispirati a queste suggestioni si trovano alla Galleria del costume di Palazzo Pitti a Firenze.

Dal primo momento Rosa Genoni comprese che alle creazioni doveva essere unita la riflessione storica. In questa chiave scrisse dispense, libri, concepì negli anni Dieci un innovativo modo di insegnamento con le diapositive nei suoi celebri corsi alla Società Umanitaria di Milano (i materiali vengono in buona parte dall’archivio Genoni-Podreider di Milano).

L’esposizione documenta ampiamente l’impegno nel movimento femminista e pacifista internazionale: la dama della moda, convinta socialista e legata a Anna Kuliscioff, fu presente al Convegno delle Donne del 1908 a Roma, che annunciò il femminismo in Italia. Pacifista convita fu l’unica delegata italiana al Raduno mondiale della Pace dell’Aja nel 1915 e partecipò al Congresso di Zurigo in cui nacque la WILPF, Women’s International League for Peace and Freedom.

Moda e politica furono quindi due interessi altrettanto forti per questa donna straordinaria, che venne poi fortemente ostacolata dal regime fascista, che la allontanò da tutte le iniziative per la moda italiana. Dagli anni Venti si dedicò al pensiero antroposofico, seguendo il credo di Rudolf Steiner.

In mostra i materiali più sorprendenti sono quelli legati ai figurini per la mancata rappresentazione di una pièce “medianica” dal titolo Anima che nel 1933 avrebbe dovuto andare in scena al Goetheanum di Dornach, di cui resta un magnifico costume intitolato “covone”, con spighe di grano e papaveri.