È da qualche anno che il poliziotto robotico super corazzato tenta senza successo di tornare su grande schermo, ma ora stiamo forse assistendo a una svolta: la casa di produzione Metro-Goldwyn-Mayer ha affidato al regista australiano Abe Forsythe il film 'RoboCop Returns', che intende essere un sequel e insieme un reboot della saga fantascientifica iniziata nel 1987 e capace di generare altri tre lungometraggi, quattro serie TV e otto videogame. L'intenzione di MGM è di produrre un sequel diretto del primo film del franchise, gestendo la trama come se i capitoli successivi non esistessero: una soluzione già adottata l'anno scorso con 'Halloween' e quest'anno con 'Terminator - Destino oscuro'. Resta da vedere se il pubblico reagirà bene oppure no.
RoboCop Returns, il film
Parlare di un sequel diretto del primo 'RoboCop', quello diretto da Paul Verhoeven, significa dare per acquisita la storia narrata fino a quel momento. Racconta di un poliziotto integerrimo che viene assassinato e successivamente trasformato in un cyborg: nelle intenzioni di chi l'ha fabbricato dovrebbe essere una macchina senza volontà, ma in realtà il poliziotto inizia lentamente a ricordare chi è e ad agire secondo la propria coscienza e non in base agli ordini ricevuti.
Agli sceneggiatori del film del 1987, cioè Edward Neumeier e Michael Miner, è stato affidato il compito di seguire la produzione di 'RoboCop Returns'. La sceneggiatura è invece stata scritta da Justin Rhodes, autore - e non è un caso - di 'Terminator - Destino oscuro'.
L'ingresso in scena di Abe Forsythe avviene dopo che il collega Neill Blomkamp ha deciso di abbandonare il progetto perché impegnato su altre cose. La scelta di MGM è interessante: Forsythe ha ormai alle spalle un'esperienza ventennale, ma si è sempre mosso nell'ambito del cinema indipendente o della televisione locale e i suoi lavori più importanti ('Little Monsters' e 'Down Under') non sono esattamente famosi. 'RoboCop Returns' sarà insomma la sua prima volta con un budget milionario e una distribuzione globale. In attesa di vedere come se la cava, possiamo ipotizzare che vorrà sfruttare il suo curriculum di sceneggiatore per dire la sua sul lavoro di Justin Rhodes, in modo da arrivare a uno script che sia il più possibile sulle sue corde.
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