Milano, 11 novembre 2024 – Roberto Da Crema, il ‘Baffo’, il banditore più famoso della tv, ha appena esordito a ‘Striscia la notizia’. "Mi ha chiamato Antonio Ricci, un vero genio. E pensare che trent’anni fa gli avevo venduto un fornetto".
Come andò quella volta che smerciò 30mila coltelli elettrici?
"Reclamizzavo un lotto con 5 elettrodomestici della Philips, per invogliare i clienti offrivo come omaggio un coltello elettrico, un prodotto poco commerciabile. Alla fine vendetti 30mila lotti, ma al momento della consegna scopro che l’azienda ne aveva fabbricati soltanto 5mila".
Ha mai venduto un prodotto scadente?
"Uno stendibiancheria brutto ma brutto, sembrava un polipo, aveva dieci braccia. Ci appendevi quattro mutande e crollava tutto".
Tra i suoi clienti ci fu anche Berlusconi...
"Allora era l’epoca degli Swatch, introvabili a 100mila lire, io li feci produrre con il marchio ‘Watch’. Ne vendetti 1 milione 750mila pezzi. Anche a Berlusconi, sì."
Chi era la sciura Maria?
"La prima televendita la feci per Telecor in uno studio che era una cantina. C’erano una lampada, una telecamera fissa su un treppiede, e una signora con un grembiule blu che puliva il pavimento con la scopa. Io, abituato a vendere al mercato con un interlocutore davanti, la ingaggiai subito".
Come le è venuto in mente di produrre l’aspirapolvere Da.Bi.?
"Il nome veniva da Da Crema che ero io, e Bianchi, un socio che poi ha lasciato. Allora vendevo l’aspirapolvere Electrolux. Quando andavo nelle case, mi dicevano: l’aspirapolvere lo compriamo perché lei ci ha convinto. Non perché si fidavano del marchio. Allora mi sono detto: lo produco io l’aspirapolvere. Ho suonato campanelli per 10 anni, una palestra incredibile".
Girando in tutte queste case le è capitata qualche situazione strana?
"C’era un aspirapolvere che davanti aspirava, e sul retro poteva soffiare. Una volta una signora mi fa vedere un gigantesco lampadario di cristallo con mille pendant. ‘Come faccio a pulirlo?’, mi chiede disperata. Prendo l’aspirapolvere in modalità soffiatore e sparo l’aria sul lampadario. Le gocce di vetro sono partite tutt’intorno, sembravano proiettili, la signora si è messa a piangere... Però alla fine gliel’ho venduto lo stesso".
Tra tutti questi incontri ce n’è stato qualcuno ‘bollente’?
"Ci sono anche le signore birichine. Se mi guardo allo specchio non sono Alain Delon, ma le donne erano rapite dal fascino del venditore. Magari erano chiuse in casa tutto il giorno, e apprezzavano il complimento giusto arrivato da una voce diversa. Qualcuna mi invitava a entrare, mi offriva il caffè, chiedeva ulteriori spiegazioni... A volte è finita con una simpatia approfondita".
Veniamo al 2003, quando fu indagato per bancarotta fraudolenta...
"Feci sei notti a San Vittore con mio figlio Moris. Il magistrato Piero Calabrò mi disse: ‘Stai zitto e pedala, sei una brava persona, ne verrai fuori’. Io sono stato zitto e oggi la gente mi ama più di prima. Ho sbagliato e ho pagato".
Infatti pagò una bella multa. Come ci riuscì?
"Era di 650mila euro. Sono andato da Raimondo Lagostena che aveva Odeon Tv nazionale. Gli chiesi di darmi mezz’ora a mezzanotte per un programma mio, prodotto da me. Accettò. Con la telecamera andavo nei locali più belli d’Italia, facevo le inchieste con i giovani. Vendevo la mia presenza, più la ripresa dentro il locale, a 3mila euro. Sono arrivati anche gli sponsor e in due anni sono riuscito a pagare la multa".
Nel 2013 la rinascita.
"L’amministratore delegato di Publitalia mi chiama e mi dice: ‘Abbiamo in magazzino pieno di roba, che ne dici di rilevarla?’ Mi sono preso la merce e di notte reclamizzavo i prodotti. C’erano anche delle camicie col collo lungo, a punta, una roba orrenda che non andava più. L’ho indossata in tv e dicevo: dove la trovate una camicia così? Le ho vendute tutte, 12mila. Sono arrivate altre aziende, ho tesserato i clienti, ho aperto cinque punti vendita in Lombardia, siamo arrivati a 450mila tesserati".
Qualche volta sono riusciti a fregare anche lei?
"Ho comprato una Porsche usata. Sono uscito dal garage, ho fatto due chilometri e, appena dopo il casello di Melegnano, sono rimasto fermo. Ho perso un sacco di soldi".
Un consiglio agli spettatori-clienti: di chi fidarsi?
"Attenzione al diritto di recesso. La legge prevede che il diritto vada scritto sia sul pacco sia all’interno. Io avevo messo la scritta sul pacco, ma all’interno no. Allora facevo 70mila spedizioni al mese, se ne sono accorti dopo 8 mesi, il totale delle sanzioni era di mille miliardi, una cifra assurda! Infatti alla fine ho pagato 3 milioni e 500mila lire. Ma la multa di mille miliardi mi ha procurato una pubblicità fantastica!".