Martedì 17 Dicembre 2024
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“Rispetto” è la parola dell’anno 2024 secondo Treccani: ecco perché

La scelta è un invito a riflettere sull’urgenza di riscoprire il valore di questo vocabolo come pratica quotidiana e inserirlo nel contesto dell’educazione come progetto pedagogico. Nel 2023 fu scelto “femminicidio”, gli altri precedenti

Rispetto è la parola del 2024 secondo Treccani

Rispetto è la parola del 2024 secondo Treccani

Roma, 18 dicembre 2024 – Treccani ha scelto “rispetto” come parola del 2024 “per la sua estrema attualità e rilevanza sociale”, nell'ambito della campagna di comunicazione #leparolevalgono, volta a promuovere un uso corretto e consapevole della lingua.

I condirettori del Vocabolario Treccani, Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, hanno spiegato la scelta del termine “rispetto” sottolineando che “questa parola dovrebbe essere posta al centro di ogni progetto pedagogico e poi diffondersi nelle relazioni tra le persone, nel rapporto con le istituzioni, con la politica e con le opinioni altrui, nelle relazioni internazionali”.

Perché “rispetto” è la parola 2024 scelta da Treccani

Se nel 2023 la scelta era ricaduta su “femminicidio”, la parola “rispetto” con altrettanta puntualità evoca molti degli scenari vissuti negli ultimi mesi e richiama l’attenzione sulla necessità di valori condivisi in un contesto storico segnato da divisioni sociali, crisi ambientali e tensioni culturali. La parola diventa un richiamo al senso di responsabilità collettiva e individuale anche per tutti i contesti in cui manca. Della Valle e Patota hanno evidenziato, infatti, come la mancanza di rispetto sia alla base di fenomeni gravi della contemporaneità.

Attraverso l'account Instagram ufficiale dell'Istituto della Enciclopedia Italiana Treccanigram i condirettori Valeria Della Valle e Giuseppe Patota hanno spiegato che “la scelta di indicarla come parola dell’anno intende sottolineare da una parte la necessità di un uso semanticamente e civilmente corretto, dall’altra la sua funzione indicatrice di un valore da condividere nella società civile. Il termine rispetto va oggi rivalutato e usato in tutte le sue sfumature, proprio perché la mancanza di rispetto è alla base della violenza esercitata quotidianamente nei confronti delle donne, delle minoranze, delle istituzioni, della natura e del mondo animale”.

Il significato di “rispetto” secondo Treccani

Come indicato nel Vocabolario Treccani, il termine “rispetto” deriva dal latino respectus, “il guardare all’indietro; stima, rispetto”: sentimento e atteggiamento di stima, attenzione, riguardo, verso una persona, un’istituzione, una cultura, che si può esprimere con azioni o parole. Nella lingua italiana, esistono molte espressioni connesse alla parola “rispetto”, come “avere rispetto per qualcuno o qualcosa”, “mancare di rispetto”, “di tutto rispetto” e “con tutto il rispetto”. Tuttavia, alcune di queste espressioni vengono talvolta usate in modo improprio, soprattutto nella discussione politica.

"È molto significativo – hanno aggiunto Della Valle e Patota – che le espressioni della lingua italiana che contengono questa voce siano numerosissime: da avere rispetto per qualcuna, qualcuno o qualcosa a mancare di rispetto, da di tutto rispetto a col rispetto dovuto, via via fino alla formula 'con tutto il rispetto', purtroppo usata spesso impropriamente nella polemica politica come premessa di attacchi verbali aggressivi, offensivi e violenti, o all'espressione uomini di rispetto, tristemente nota per aver indicato gli affiliati alla mafia".

Quali sono state le parole scelte da Treccani negli ultimi anni?

Le parole simbolo scelte da Treccani negli ultimi anni possiedono la forza in grado di evocare i grandi scenari vissuti e riflettere i temi più rilevanti del contesto socio-culturale: femminicidio nel 2023, per sensibilizzare sulla violenza di genere. Nel 2022 era stato scelto il termine “guerra”, simbolo del conflitto in Ucraina e delle sue conseguenze globali; “sostenibilità” nel 2021, in risposta all’urgenza di tutelare l’ambiente; “lockdown” nel 2020, emblema della pandemia da Covid-19 e delle sue restrizioni; “inclusione” nel 2019, per sottolineare il valore dell’accoglienza e dell’integrazione; “fake news” nel 2018, in riferimento alla crescente diffusione della disinformazione. Ogni parola rappresenta uno specchio del tempo in cui è stata scelta, emblema delle sfide più significative per la società contemporanea.

Rispetto come progetto pedagogico e pratica quotidiana

La scelta di “rispetto” come parola dell’anno 2024 è un invito a riflettere sull’urgenza di riscoprire questo valore come pratica quotidiana e inserirlo nel contesto dell’educazione come progetto pedagogico affinché possa essere trasmesso alle nuove generazioni. Rispetto vuol dire riconoscere l’altro nella sua dignità, agire con responsabilità e promuovere il dialogo civile, in una società sempre più polarizzata e frammentata. Sul piano ambientale, la parola assume un significato ancora più profondo, collegato alla tutela della natura e delle risorse del pianeta. Il rispetto diventa così uno strumento per rispondere alla crisi climatica e ambientale attraverso un approccio più consapevole e sostenibile.