Roma, 13 novembre 2020 - Intorno all'arcipelago di Tristan da Cunha, l'isola abitata più remota del mondo, è nata la riserva marina più grande dell'Atlantico, la quarta in assoluto per estensione di tutti gli oceani. Copre una superficie di 90mila km², quasi tre volte il Regno Unito, che sarà inibita alla pesca e a qualunque attività che possa nuocere alla ricchissima fauna, proteggendo così un ambiente ancora pressoché incontaminato. Merito degli sforzi che gli abitanti portano avanti da anni e della posizione sperduta a metà fra la punta meridionale dell'Africa e il Sud America: la terraferma più vicina si trova a oltre 2400 chilometri e serve più tempo per arrivare a Tristan in nave da Città del Capo di quanto ne impiegò l'Apollo 11 a raggiungere la Luna. L'istituzione del santuario marino, annunciata ufficialmente il 13 novembre, è stata resa possibile dalla collaborazione della comunità locale con il governo del Regno Unito (Tristan è un territorio d'oltremare britannico) e con numerose organizzazioni ambientaliste e scientifiche. Le isole dell'arcipelago ospitano decine di milioni di uccelli marini; alcune specie sono endemiche o nidificano esclusivamente qui, come il petrello dell'Atlantico, l'albatro di Tristan e il beccogiallo dell'Atlantico. Sulle coste e al largo vivono pinguini, foche, verdesche e balene. "La nostra vita su Tristan de Cunha si è sempre basata sulla nostra relazione con il mare", ha dichiarato il capo del governo locale, James Glass; "La comunità dell'isola è fortemente impegnata nella conservazione. Abbiamo già dichiarato come protetta oltre metà del nostro territorio, ma il mare è la risorsa vitale per la nostra economia e per la nostra sopravvivenza a lungo termine. Ecco perché stiamo proteggendo il 90% delle nostre acque e siamo orgogliosi di poter giocare un ruolo chiave nella preservazione della salute degli oceani". Leggi anche: - Coronavirus, i paguri della Thailandia sono rimasti senza casa - Australia, scoperte due nuove specie di adorabili marsupiali volanti - Inquinamento luminoso, non è solo colpa dei lampioni stradali
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