Mercoledì 13 Novembre 2024

Piante nel deserto contro il riscaldamento globale

Modello matematico suggerisce una ridistribuzione delle coltivazioni come antidoto al global warming

La jojoba cresce nelle aree desertiche e assorbe molta CO2

La jojoba cresce nelle aree desertiche e assorbe molta CO2

Una ricerca dell'università tedesca di Hohenheim afferma che la riforestazione delle aree desertiche potrebbe offrire una valida soluzione per affrontare il global warming. In un articolo apparso sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, gli scienziati descrivono infatti dei modelli teorici secondo cui le piantagioni desertiche influenzerebbero fortemente il clim a, portando frequenti piogge e abbassamento delle temperature.

Più alberi, più pioggia

L'idea di piantare nuovi alberi è tanto ovvia quanto di difficile applicazione, principalmente a causa della competizione che c'è tra foreste e terreni agricoli, come insegna anche la drammatica situazione degli incendi in Amazzonia. Il team tedesco ha quindi pensato che il problema si può aggirare aumentando il numero di piante che assorbono CO2 nelle aree desertiche, ritenute di scarso interesse per coltivazioni. Il presupposto da cui si sviluppa il lavoro di Oliver Branch e Volker Wulfmeyer è che il modo in cui viene utilizzato il suolo altera la mappa delle precipitazioni, cosa tra l'alto facilmente intuibile se si pensa che nelle foreste pluviali piove più che altrove. Tuttavia, fino a oggi gli studi sull'argomento si sono generalmente concentrati sugli effetti della vegetazione su scala continentale. Per questa ragione il duo di Hohenheim si è chiesto se e come un tappeto verde di 100 chilometri quadrati sia in grado modificare la distribuzione delle piogge in loco e nelle immediate vicinanze.

Deserto tinto di verde

Per sviluppare il loro modello teorico i ricercatori hanno scelto due località desertiche situate rispettivamente in Israele (con una leggera intrusione in Egitto) e in Oman. La simulazione ha ipotizzato che in entrambe le zone venissero tappezzate con dei cespugli di jojoba, una specie vegetale originaria dei deserti di Messico e California. Nonostante si tratti di un arbusto alto tra i 60 centimetri e i 2 metri, la jojoba ha un'ottima capacità di catturare l'anidride carbonica ed è ritenuta un'importante risorsa contro la desertificazione. I calcoli hanno evidenzialo che le distese di cespugli avrebbero un decisivo impatto sul clima locale, smorzando il vento con la rugosità delle foglie e rilasciando vapore acque nell'atmosfera. Il risultato sarebbe un significativo aumento delle precipitazion i, che oltre a rinfrescare il clima sfamerebbero il fabbisogno di acqua delle piante, creando un circolo virtuoso. Gli scienziati specificano che tra le criticità c'è il fatto che la pioggia non risolverebbe del tutto il problema dell'irrigazione delle piantagioni, sebbene una parziale aiuto potrebbe arrivare dal riciclo delle acque reflue delle aree urbane vicine. Il paper si conclude specificando che questo tipo di approccio non è forse valido ovunque, ma rappresenta comunque una importante alternativa da tenere in considerazione per migliorare micro e macroclima.