Una ricerca dell'università tedesca di Hohenheim afferma che la
riforestazione delle aree desertiche potrebbe offrire una valida soluzione per affrontare il global warming. In un articolo apparso
sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, gli scienziati descrivono infatti dei modelli teorici secondo cui le piantagioni desertiche
influenzerebbero fortemente il clim a, portando frequenti piogge e abbassamento delle temperature.
Più alberi, più pioggia
L'idea di piantare nuovi alberi è tanto ovvia quanto di difficile applicazione, principalmente a causa della
competizione che c'è tra foreste e terreni agricoli, come insegna anche la
drammatica situazione degli incendi in Amazzonia. Il team tedesco ha quindi pensato che il problema si può aggirare
aumentando il numero di piante che assorbono CO2 nelle aree desertiche, ritenute di scarso interesse per coltivazioni.
Il presupposto da cui si sviluppa il lavoro di Oliver Branch e Volker Wulfmeyer è che il modo in cui viene utilizzato il suolo
altera la mappa delle precipitazioni, cosa tra l'alto facilmente intuibile se si pensa che nelle foreste pluviali piove più che altrove. Tuttavia, fino a oggi gli studi sull'argomento si sono generalmente concentrati sugli effetti della vegetazione su scala continentale. Per questa ragione il duo di Hohenheim si è chiesto se e come un
tappeto verde di 100 chilometri quadrati sia in grado modificare la distribuzione delle piogge in loco e nelle immediate vicinanze.
Deserto tinto di verde
Per sviluppare il loro modello teorico i ricercatori hanno scelto due località desertiche situate rispettivamente in Israele (con una leggera intrusione in Egitto) e in Oman. La simulazione ha ipotizzato che in entrambe le zone
venissero tappezzate con dei cespugli di jojoba, una specie vegetale originaria dei deserti di Messico e California. Nonostante si tratti di un arbusto alto tra i 60 centimetri e i 2 metri, la jojoba ha un'ottima capacità di catturare l'anidride carbonica ed è ritenuta un'importante
risorsa contro la desertificazione.
I calcoli hanno evidenzialo che le distese di cespugli avrebbero un decisivo impatto sul clima locale, smorzando il vento con la rugosità delle foglie e
rilasciando vapore acque nell'atmosfera. Il risultato sarebbe un significativo
aumento delle precipitazion i, che oltre a rinfrescare il clima sfamerebbero il fabbisogno di acqua delle piante, creando un circolo virtuoso.
Gli scienziati specificano che tra le criticità c'è il fatto che la pioggia non risolverebbe del tutto il problema dell'irrigazione delle piantagioni, sebbene una parziale aiuto potrebbe arrivare dal
riciclo delle acque reflue delle aree urbane vicine. Il paper si conclude specificando che questo tipo di approccio non è forse valido ovunque, ma rappresenta comunque una importante alternativa da tenere in considerazione per
migliorare micro e macroclima.