L’Accordo di Parigi, firmato nel 2015 da 196 Paesi, ha l’obiettivo di contenere l'aumento della temperatura media globale al di sotto dei 2 gradi oltre i livelli pre-industriali, cercando di limitare l’incremento a 1,5 gradi. Questa soglia, quasi considerata come una sorta di “punto di non ritorno”, potrebbe essere superata nei prossimi quattro anni. A lanciare l’allarme è stato un report dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) in collaborazione con il Met Office, un importante istituto meteorologico britannico.
L’allarme dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale
Secondo l’OMM, c’è il 40% di probabilità che la temperatura media globale annua superi la soglia di 1,5 gradi rispetto ai livelli pre-industriali entro il 2025. Nel 2022, nel 2023, nel 2024 o nel 2025, quindi, il limite dell’Accordo di Parigi potrebbe essere raggiunto e sorpassato. Inoltre, la probabilità che uno dei prossimi cinque anni
diventi il più caldo della storia è del 90%: il triste record è appena stato raggiunto dal 2020.
Nei prossimi quattro anni, stando alle stime dell’OMM, la temperatura della Terra sarà più calda di almeno 1 grado rispetto ai livelli pre-industriali, rimanendo in un intervallo compreso tra gli 0,9 gradi e gli 1,8 gradi. Insomma, il riscaldamento globale non accenna a fermarsi ed è destinato a peggiorare costantemente, nonostante gli sforzi dei governi e dei singoli cittadini per limitarlo.
È troppo tardi?
Per considerare definitivamente superati i limiti dell’Accordo di Parigi è necessario che l’incremento rimanga costante nel tempo: “Oltrepassare la soglia di 1,5 gradi per un solo anno non testimonia il fallimento dei limiti dell’Accordo di Parigi, ma è comunque una brutta notizia”, ha dichiarato il dottor Joeri Rogelj (Imperial College London), autore dello studio, in una nota. Secondo l’OMM, quelle emerse dal report non sono delle semplici statistiche, ma prove oggettive in grado di testimoniare che ci stiamo avvicinando a un punto
da cui sarà molto difficile tornare indietro.
Un aumento così rapido delle temperature, spiega il segretario dell’OMM Petteri Taalas, “significa più ghiaccio che si scioglie, livello dei mari più alto, ondate di calore e altre condizioni meteorologiche estreme e maggiori impatti sulla sicurezza alimentare, sulla salute e sull'ambiente”.