Martedì 5 Novembre 2024

Le renne ci aiuteranno a combattere il riscaldamento globale

Secondo uno studio, aumentare il numero di renne, bisonti e cavalli nell'Artico può rallentare lo scongelamento del permafrost e ridurre i gas serra

Così gli erbivori della tundra possono rallentare lo scongelamento del permafrost

Così gli erbivori della tundra possono rallentare lo scongelamento del permafrost

Ripopolare le regioni dell'Artico con mandrie di renne e bisonti potrebbe aiutare a contrastare il riscaldamento globale. Lo sostiene uno studio pubblicato su Scientific Reports, secondo cui una maggiore densità di grandi erbivori rallenterebbe lo scioglimento del permafrost (il suolo ghiacciato in profondità tipico di queste latitudini), arrivando a preservarne l'80% da qui alla fine del secolo.

Cosa c'entra il permafrost con il riscaldamento globale?

All'interno e al di sotto del suolo congelato sono intrappolate enormi quantità di metano. L'innalzamento delle temperature sta causando uno scongelamento sempre più rapido del permafrost e quindi la liberazione nell'atmosfera del metano, che va a contribuire all'effetto serra. A sua volta l'effetto serra provoca l'aumento del riscaldamento globale, che velocizza lo scioglimento del permafrost. E via da capo: un ciclo pericoloso che si ripete e si autoalimenta.

Gli erbivori rallentano lo scongelamento

Ma in che modo una maggiore presenza di erbivori agirebbe come strategia per mitigare questo meccanismo? L'ipotesi di partenza è che le mandrie che si spostano nella tundra compattano lo strato di neve che la ricopre in inverno, riducendone l'effetto isolante: così, il suolo resta più esposto alle temperature rigide, si raffredda di più e resiste meglio allo scioglimento nel resto dell'anno. La teoria è stata verificata nel Pleistocene Park, una riserva naturale nella Siberia orientale dove, attraverso l'introduzione di grandi mammiferi, si sta tentando di ripristinare quell'ecosistema di migliaia di anni fa chiamato "steppa dei mammut" e caratterizzato da vaste praterie.

Quante renne servono per preservare il permafrost?

Partendo dall'esperimento del Pleistocene Park, condotto in un'area limitata e controllata, i ricercatori si sono domandati come sarebbe possibile replicarne gli effetti su scala globale. Grazie a una complessa simulazione al computer hanno calcolato che, ripopolando la tundra di renne, bisonti e cavalli con la stessa densità del parco, lo scioglimento del suolo ghiacciato rallenterebbe abbastanza da conservare l'80% del permafrost esistente fino al 2100. E questo anche a fronte dell'attuale tasso di riscaldamento globale. Dal punto di vista pratico applicare questa idea in tutte le vastissime regioni artiche rasenta l'utopia. Tuttavia, come dichiarato dai ricercatori a CBS News, già solo aumentare la popolazione di renne a una media di 15 per chilometro quadrato (contro le cinque attuali) basterebbe a salvare il 70% del permafrost. Leggi anche: - I ghiacci polari si sciolgono 6 volte più velocemente rispetto agli anni '90 - L'estinzione dei grandi animali marini causerà un disastro negli ecosistemi - Coronavirus, i pinguini a passeggio nella città deserta in Sudafrica