Il rimboschimento delle foreste è considerato una delle strategie chiave per sottrarre l'anidride carbonica dall'atmosfera mitigando il riscaldamento globale, e al tempo stesso per preservare la biodiversità e migliorare la vita delle comunità. Ma bisogna fare attenzione a cosa si pianta, come e dove: non tutti gli alberi vanno bene, e anzi innestando quelli sbagliati nei posti sbagliati si rischia di produrre più danni che benefici. L'avvertimento giunge da due istituzioni, i Royal Botanic Gardens di Kew e la Botanic Gardens Conservation International, che hanno stilato un decalogo delle regole auree da seguire affinché il recupero delle foreste avvenga nel modo giusto e dia davvero i suoi frutti.
Cambiare il modo con cui oggi si ricreano le foreste
"Attualmente il rimboschimento domina i programmi politici e pubblici e viene spesso presentato come
una risposta facile alla crisi climatica, e come un modo per le aziende di mitigare le loro emissioni di anidride carbonica", spiega
l'autrice principale dello studio Kate Hardwick, "ma non è così semplice". È necessario
sfatare il mito che qualunque albero piantato sia automaticamente un albero buono.
"Il nostro paper non vuole sostenere che il rimboschimento sia sbagliato", aggiunge il professor Alexandre Antonelli, "è una soluzione brillante per contrastate il riscaldamento globale e proteggere la biodiversità,
quando viene fatto in modo corretto ed efficace. Il nostro scopo, piuttosto, è mettere in dubbio i metodi con cui oggi piantiamo gli alberi".
Salvare le foreste esistenti viene prima di tutto
Il decalogo è riportato qui sotto, ma vale la pena ampliare alcuni punti. In primis, gli scienziati sottolineano che
la priorità deve andare alla conservazione delle foreste esistenti. Prevenire è meglio che curare: una volta perduto, un ecosistema complesso come quello di una foresta è arduo da ripristinare e può richiedere
decenni se non secoli per recuperare pienamente.
Poi raccomandano di
scegliere le piante giuste, che devono garantire una biodiversità ricca e resistente e assolvere a funzioni diverse. È essenziale non introdurre specie esotiche e potenzialmente invasive. Bisogna quindi
individuare le aree più adatte, evitando ambienti che non hanno mai avuto alberi, senza sacrificare ad esempio le praterie e le savane che hanno già una funzione importante di "sequestro" della CO2. I nuovi innesti dovrebbero inoltre collegarsi alle foreste esistenti e ampliarle.
Le chance di riuscita del rimboschimento aumentano in misura considerevole
coinvolgendo le comunità locali, che sono poi quelle che spesso si occupano quotidianamente del mantenimento della nuova terra alberata. Per loro deve valerne la pena: il ripristino della foresta funziona se
è in grado di garantire sostentamento e lavoro in misura superiore a quelli che derivano da un uso diverso della terra, ad esempio destinandola all'agricoltura.
Le 10 regole d'oro per il rimboschimento delle foreste
1. Dare la precedenza a proteggere le foreste esistenti
2. Mettere la gente del luogo al centro dei progetti di rimboschimento
3. Massimizzare il recupero della biodiversità
4. Selezionare l'area più adatta per il rimboschimento
5. Dove possibile, puntare sulla ricrescita naturale delle foreste
6. Selezionare gli alberi giusti per massimizzare la biodiversità
7. Assicurarsi di scegliere alberi capaci di adattarsi ai cambiamento climatici
8. Progettare in anticipo guardando avanti
9. Imparare facendo
10. Fare sì che "paghi", ossia che abbia una ricaduta economica positiva