Sabato 27 Luglio 2024
RITA BARTOLOMEI
Magazine

La forza di Rebecca Busi, dalla Dakar al set. “Io stregata dal deserto, attrice per Riccardo Scamarcio”

Ha 27 anni, è nata sull’Appennino bolognese e da lì è partita alla conquista del mondo. Quest’anno era l’unica pilota italiana nella leggendaria gara tra le dune. Driver per Lamborghini, al cinema interpreta Fabrizia Pons

Bologna, 27 gennaio 2024 - Il deserto, al volante. Dall’Appennino bolognese al mondo. Dalle splendide colline di Trasserra alla Dakar. Bruciando le tappe, con forza e determinazione. Rebecca Busi - 27 anni, laurea in Economia e master in International business, 140mila follower su Instagram e una bio che dice tutto, “rally driver, Onlyfans athlete, eat pasta and drive fasta” - ha già molti record.

Unica pilota italiana alla Dakar 2024, da professionista; due anni fa era la più giovane partecipante a quella gara, leggendaria e durissima, in due settimane quasi 8mila km di dune. Le stesse che ha conosciuto da bambina, quando il papà Roberto le affrontava in moto nei rally. E lo accompagnavano sempre la moglie Livia e la figlioletta. Oggi le parti si sono invertite: lui seguiva lei sulla macchina dell’assistenza.

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La Dakar è una prova per il fisico ma anche per la mente, da quest’anno Rebecca si è fatta accompagnare nell’avventura da un mental coach. Un incidente l’ha penalizzata, si è piazzata 22ª. Ha un contratto con Lamborghini Squadra corse come istruttrice, è già concentrata sul prossimo rally. Mentre si prepara l’uscita in Italia del film prodotto da Riccardo Scamarcio dove interpreta Fabrizia Pons, altra pilota dei primati. Rebecca risponde al telefono da Iquique, in Cile. La voce è sprint. Esattamente come lei.

In Cile, perché?

“Il mio ragazzo vive qui. E poi qui riesco ad allenarmi. Mi servono le dune. Qui sono di fronte all’oceano”.

Quando è nata la passione per i rally?

“L’ho sempre avuta ma ho iniziato a fare le gare due anni fa”.

Ha bruciato le tappe.

“Si, le ho proprio bruciate”.

Ricorda il primo incontro con il deserto?

“Durante i rally di papà, da bambina. Sì, credo che quella sia stata la scintilla”.

Cosa rappresenta per lei il deserto?

“Alla fine per me è come il mare, mi dà la stessa tranquillità”.

Adesso a cosa si sta preparando?

“All’Abu Dhabi desert challenge, sarà a fine febbraio. Cinque giorni di dune, nient’altro”.

Come si allena?

“La prima cosa che fai al mattino: andare in palestra, ci perdi almeno due ore”. Risata. “E per il resto della giornata in realtà sei praticamente inabile a fare qualsiasi cosa, piena di dolori, non hai forza per fare niente”.

Tre Dakar. Il suo rapporto con la paura?

“Ho più paura quando mi alleno. In gara mi sento sicura. Tutti sanno dove siamo, in meno di cinque minuti se succede qualcosa l’elicottero è lì da te. Ovviamente c’è il rischio di incidente, ti puoi fare veramente male. Ma chiunque corre in macchina sa che esiste quel rischio”.

Cosa vede nel suo futuro?

Qualche secondo di silenzio al telefono, poi di spinta: “Spero ancora tanta sabbia!”.

E tante gare.

“La riuscita di una carriera alla fine è determinata dagli sponsor che riesci a trovare. Se non trovi sponsor non puoi correre, meno riesci a gareggiare e meno arrivi ai risultati. Vivi in un controsenso, non hai tante sicurezze. A meno che non vinci la Dakar, in quel caso dici a te stesso, da qualche parte andrò a finire”.

Intanto, unica pilota italiana, è arrivata in fondo all’edizione 2024 senza farsi male.

“È il minimo. Sono arrivata 22esima. Purtroppo una macchina che andava nel verso opposto mi ha strappato via una gomma. Abbiamo perso ore a rimediare”.

Da dove viene la spinta per affrontare una gara così dura?

“Veramente il mio unico pensiero è: voglio riuscire ad arrivare a un posto migliore rispetto a quello in cui ero prima. E fare il meglio che posso”.

Si è chiesta perché era l’unica italiana in gara?

“Credo sia soprattutto difficile riuscire a permettersi una Dakar”.

Servono troppi soldi.

“Sì. E poi comunque non è una gara per tutti”.

Il suo più grande sponsor?

“Onlyfans. Hanno una grande comunità di atleti”.

Dalla Dakar al set: è Fabrizia Pons nel film di Scamarcio.

“Un mondo molto diverso da quello a cui sono abituata. È stato divertente e impegnativo, per due mesi ero sempre in giro”.

Le persone che più credono in lei e le danno la carica?

“In questo momento sicuramente la mia famiglia e il mio ragazzo”.

E come spiega alla nonna Anna cosa fa senza farla preoccupare?

Risata. “Lei mi segue sui giornali ma io non entro mai nei dettagli. La sua frase tipica è: oh Dio mamma!“.