Lunedì 14 Ottobre 2024
GIOVANNI BOGANI
Magazine

Quando Scorsese scatenò De Niro sul ring

Torna al cinema il film che regalò all’attore il primo Oscar da protagonista e al regista l’uscita da una profonda crisi personale e professionale

Quando Scorsese scatenò De Niro sul ring

Quando Scorsese scatenò De Niro sul ring

di Giovanni Bogani

Uno dei capolavori del cinema di Martin Scorsese e del cinema di tutti i tempi, Toro scatenato, torna al cinema. Sarà in sala dall’8 al 10 maggio, grazie a Lucky Red. Il film di Scorsese, uscito nel 1980, sarà presentato in una versione restaurata e rimasterizzata in 4k. Insomma, potremo vedere con la massima nitidezza possibile lo splendido bianco e nero della fotografia di Michael Chapman, quella sinfonia di grigi che avvolge l’inizio. E il volto tumefatto di Robert De Niro, che per la sua interpretazione del pugile Jake LaMotta vinse il suo secondo Oscar, il primo come attore protagonista.

Oggi Toro scatenato è considerato un capolavoro. Ma non nacque sotto una buona stella. Martin Scorsese stava vivendo un momento di crisi personale e professionale profondissima. L’insuccesso del film precedente, New York, New York, lo aveva gettato nella depressione e lo aveva spinto all’abuso di psicofarmaci e stupefacenti. Anche Toro scatenato, Scorsese lo girerà in preda alla dipendenza da cocaina. E in alcune riprese fu costretto a farsi sostituire da suo padre, Charles Scorsese.

Doveva essere il suo ultimo film. Invece si rivelerà uno dei suoi film cult. E l’American Film Institute lo mette al quarto posto, fra i migliori film americani di tutti i tempi. Lo ricordiamo, oggi, anche per la straordinaria trasformazione di Robert De Niro, che mise su una massa muscolare da pugile professionista. E poi, per interpretare il pugile invecchiato, ingrassò trenta chili. La sua metamorfosi rimane una delle più celebri della storia del cinema. Seguiranno, negli anni, lo spaventoso dimagrimento di Matthew McConaughey per Dallas Buyers Club, quello di Christian Bale per L’uomo senza sonno, o quello altrettanto spaventoso di Joaquin Phoenix per Joker.

Ma Toro scatenato è molto più di quella trasformazione fisica. Colpisce fin dai titoli di testa: un pugile con un grande accappatoio, che saltella da solo, sul ring, di cui vediamo solo le tre corde, come fosse un grande pentagramma. E lui dà pugni al niente, come se fosse una danza. Come se la boxe fosse solo una questione con se stesso.

E in effetti, tutto il film sarà una lotta di Jake LaMotta con se stesso. Con i flash che irrompono, violenti, nelle scene dei combattimenti: quei flash che torneranno nel cinema di Scorsese, in The Wolf of Wall Street o in The Aviator. Toro scatenato racconta la storia di un pugile, ma soprattutto racconta la sua nevrosi, la sua autodistruzione, le sue ossessioni, la sua gelosia. De Niro interpreta Jake LaMotta senza volerlo rendere simpatico, senza spingerci a stare dalla sua parte. LaMotta è, nel film, un uomo vittima di se stesso. Violento contro il fratello – uno straordinario Joe Pesci – e contro la moglie. Ma le donne, nel cinema di Scorsese, rivelano una forza insospettabile. Gli uomini fanno più rumore: ma le donne prendono decisioni. E, spesso, senza appello.

Martin Scorsese è cresciuto in un ambiente cattolico: i preti e i piccoli delinquenti di strada sono stati il suo mondo. E anche questo film potremmo vederlo come una Passione, una lunga via crucis della quale ogni incontro di pugilato è una tappa. Non è un caso che, alla fine di un incontro, si veda LaMotta fra le braccia del suo secondo, quasi privo di sensi, come in una Deposizione dalla croce.

Quando guardi quel film, senti il sapore del cinema classico americano degli anni ’40 e ’50, ma anche di Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti, altro melodramma di anime in caduta che prende il pugilato come scusa. E a proposito di melodramma, la colonna sonora del film è segnata da tre opere di Pietro Mascagni: Cavalleria rusticana, Guglielmo Ratcliff e la Barcarola del Silvano.