Venerdì 21 Febbraio 2025
MANUELA SANTACATTERINA
Magazine

Quando la famiglia è d’elezione: con Scarpetta e Caiazzo la speranza tra le lacrime

Su Netflix la nuova serie “Storia della mia famiglia”: un giovane padre malato di tumore (Scarpetta) unisce gli affetti più cari perché si prendano cura dei suoi piccoli figli. Dalla madre (Scalera) al fratello (Caiazzo) alla coppia di amici. Sei episodi tra risate e commozione

"Storia della mia famiglia": Eduardo Scarpetta

"Storia della mia famiglia": Eduardo Scarpetta

Roma, 19 febbraio 2025 – «Abbiamo una chat. L'abbiamo chiamata 'Storia di una carrettella'». Vanessa Scalera svela divertita un piccolo retroscena che riguarda lei e i suoi co-protagonisti in «Storia della mia famiglia», serie in sei episodi diretta da Claudio Cupellini e prodotta da Palomar dal 19 febbraio su Netflix. «Carrettella» nel gergo teatrale sono le frasi che un attore improvvisa aggiungendole per strappare l'applauso del pubblico.

«Con Cristiana (Dell'Anna, ndr) e Antonio (Gargiulo, ndr) era impossibile chiamare il ciak, continuavano ad aggiungere battute!», spiega Scalera che nella serie interpreta Lucia, la madre di Fausto (Eduardo Scarpetta). Un giovane uomo, padre di due figli, arrivato alla fine della sua vita a causa di un tumore. «Per quanto riguarda la malattia mi sono informato, l’ho sentita vicina perché mio padre (Mario Scarpetta, ndr) ha avuto quasi lo stesso male», confida l'attore. «Per il resto abbiamo costruito tutto insieme. Abbiamo avuto una grande cura. Tutto era giustificato ed equilibrato». È lui che unisce i suoi affetti più cari per creare una nuova famiglia - composta da sua madre, suo fratello Valerio (Massimiliano Caiazzo) e gli amici di sempre Maria (Dell'Anna) e Demetrio (Gargiulo) - che si prenda cura dei suoi bambini. Un viaggio emozionante fatto di momenti drammatici e leggerezza, cadute e gioie.

«Quando si dice che una storia contiene risate e commozione parte già avvantaggiata», sottolinea Cupellini. «Ero aiutato da un testo molto fertile che mi dava grandi possibilità per giocare con questa tribù che si unisce. Ogni giorno era pieno di emotività. Se qualcuno fosse venuto sul set avrebbe trovato un circo sfrenato di emozioni come

quello che si vede nella scena finale di 8½. Un casino controllato (ride, ndr)». Scritta da Filippo Gravino ed Elisa Dondi, la serie mette in scena anche il ruolo di una madre lontano da stereotipi o cliché. «La mia Lucia una mamma sbagliata? No», precisa Scalera. «È una madre che ha tentato di regolarizzare se stessa nel mondo prima dei suoi figli. Una donna che non è riuscita a capirsi e a gestirli. Fausto ha dominato le vite degli altri e lei, intelligentemente, si è sfilata. Si definisce una madre di merda solo perché le hanno insegnato che la madre è Maria di Nazareth».

Uno dei temi portanti della serie è ovviamente quello della famiglia d'elezione e delle sue molteplici sfumature che si discosta dal concetto di nucleo «tradizionale». «È più un’idea che un dato di fatto», riflette Caiazzo. «È più un’aspettativa di quello che dovrebbe essere. Ma il cambiamento non lo si può bloccare. Anche se ci sforziamo di restare nella nostra comfort zone, anche se non l’abbracciamo. Avviene comunque». «Il tema di questa serie ha a che fare con la speranza, con l’idea di futuro», confida lo sceneggiatore Gravino. «Nel mio modo di raccontare non c’è mai intento ideologico, ma la cosa che sento chiarissima nel mio vissuto, e da cui ho tratto ispirazione, è che siamo in un tempo in cui è fondamentale uscire dai contesti rigidi di una storia che non esiste più e comprendere come tutto sta mutando. Cerco di non avere mai un atteggiamento di condanna nei confronti del cambiamento. È sostanziale per la felicità di tutti».