
Proverbi e detti di primavera
Da sempre fonte di ispirazione per le culture di tutto il mondo, l’arrivo della primavera segna il tempo della rinascita: la natura si sveglia, gradualmente inizia la stagione degli amori e gli uccelli migratori con il loro volo ricordano che la bella stagione, ancora una volta, è alle porte.
I proverbi e i detti di primavera rispecchiano la speranza e il senso di rinnovamento del tempo primaverile, all’insegna del sole e delle prime fioriture.
Proverbi di primavera dal mondo
In Giappone si dice: "Shunsho ikkoku, atai senkin", che significa "Mezz'ora in una sera di primavera vale mille pezzi d'oro", un’espressione poetica per dire che, specialmente nelle dolci sere di primavera, quando i parchi si ricoprono di fiori e il tempo non è più così freddo, la bellezza dell’ora del tramonto è un momento prezioso, da cogliere.
Nella cultura araba il detto "La primavera batte i suoi tamburi" trasforma la primavera in una musicante che annuncia al mondo il suo arrivo. Invece, in Russia il proverbio "Una parola gentile è come un giorno di primavera" ricorda che l’effetto della gentilezza è quello di una vera e propria primavera dell’anima. Perché la primavera non è solo una stagione dell’anno, ma anche la sensazione di un tempo felice, legato al rinnovamento e allo stare bene.
La primavera come simbolo di rinascita
Molti proverbi associano la primavera al concetto di rinascita e rinnovamento. Un detto cinese afferma "In primavera ci sono orchidee, in autunno ci sono crisantemi": ogni stagione, dell’anno e della vita, ha la sua bellezza, unica. In Corea, l'espressione "Il freddo invidia il fiore" descrive poeticamente il momento in cui l'inverno cede il passo alla primavera, invidioso dei fiori che sbocciano.
Nella percezione popolare durante il mese di marzo, quando il cambiamento della luce e le giornate di sole si alternano all’ultimo freddo, si assiste all’arrivo di primavera, stagione di rinnovamento e bellezza, ma anche di simbolica battaglia fra luce e ombra.
I detti popolari riflettono la saggezza contadina e le osservazioni sul clima e sull'agricoltura, mentre da millenni le tradizioni come i fuochi di primavera e le feste celebrano l'arrivo della bella stagione con riti legati alla rinascita e alla terra.
Tradizioni e feste di primavera
In Romagna la sera del 18 marzo si accendono le "fogheracce", grandi falò che simboleggiano la fine dell'inverno e l'inizio della primavera. I fuochi di primavera un tempo coincidevano con i primi lavori all’aria aperta, la pulizia e la preparazione della terra in vista della nuova stagione agricola.
Da secoli a Milano il 13 marzo si festeggia “El Tredesin de Marz”, una ricorrenza che annunciava il cambio di stagione legata all'arrivo leggendario dell'apostolo Barnaba in città nell’anno 51.
Più avanti, ad Assisi, si celebrerà il "Calendimaggio", una festa che risale a tradizioni medievali e celebra il ritorno della primavera con canti, balli e rappresentazioni storiche.
Proverbi italiani sulla primavera
Uno dei proverbi più noti è "Marzo pazzerello, guarda il sole e prendi l'ombrello", che sottolinea la variabilità del tempo nel mese di marzo. A questo si aggiunge: "Aprile ogni goccia un barile", che celebra uno dei mesi più piovosi dell’anno, ma anche l'importanza delle piogge primaverili per l'agricoltura.
Ma un altro detto popolare recita: "Per l'Annunziata la rondine è ritornata", indicando che il 25 marzo, giorno dell'Annunciazione, segna il ritorno delle rondini e l'inizio della primavera. In montagna il canto del cuculo segna la definitiva uscita dall’inverno perché dal momento in cui si sente il celebre “cucù” nell’aria, secondo la tradizione, non nevicherà più e la bella stagione può dirsi finalmente arrivata.