New York, 18 aprile 2017 - A un anno dalla morte di Prince, emergono dettagli inquietanti sul consumo di oppiacei che gli è costato la vita grazie alla pubblicazione degli 11 mandati di perquisizione effettuati dalle autorità locali.
Nella residenza dell'artista a Paisley Park, in Minnesota, la polizia ha trovato oltre 100 pillole sparse. Alcune sono state trovate in contenitori che riportavano il nome della catena di farmacie CVS e altre con il marchio Bayer e Aleve. Altre ancora sono state rinvenute nella camera da letto e altre in una valigia con l'etichetta che indicava il nome di 'Peter Bravestrong', pseudonimo spesso usato da Prince quando viaggiava.
Alcune delle pastiglie indicavano una combinazione di acetaminofene (o paracetamolo) e idrocodone (un antidolorifico oppiaceo) ma in passato era già emerso come contenessero anche il fentanyl. In particolare l'idrocodone è particolarmente potente tale da creare dipendenza: è 50 volte più forte dell'eroina e 100 volte più forte della morfina.
Gli inquirenti hanno anche cercato e ottenuto il permesso di accedere al pc di Prince, ai suoi account Gmail e alle comunicazioni via cellulare con le persone a lui più vicine. Non è però dato sapere cosa abbiano trovato. E' chiaro comunque che il focus si è concentrato sulla guardia del corpo di lunga data dell'artista (Kirk Johnson) e su un medico di Minneapolis (Michael Schulenberg) che aveva prescritto farmaci prima della morte dell'artista 57enne, provocata da una overdose di fentanyl.
Alcune delle pillole trovate nella casa di Prince erano a nome di Johnson, che pare avesse contattato Schulenberg qualche settimana prima del decesso di Prince. La guardia del corpo disse alle autorità di non sapere che Prince abusasse di medicinali e il medico spiegò di avere usato il nome di Johnson per tutelare la privacy del cantante. Sembra che Prince non avesse un solo medico di riferimento.