Mercoledì 25 Dicembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Possiamo fidarci dei giudizi dei sommelier sul vino?

Una ricerca ha evidenziato che gli esperti analizzano il vino in modo diverso a seconda del loro paese di provenienza

Sommelier

Da semplici appassionati di vino, quanto possiamo fidarci di esperti e sommelier? I loro giudizi sono davvero – per quanto più possibile – oggettivi? Uno studio condotto alla Concordia University di Montreal, in Canada, ha rilevato che le opinioni sulla qualità del vino, e addirittura sulle sue singole caratteristiche olfattive e gustative, divergono da regione a regione, rispecchiando culture enologiche diverse. STESSI VINI... L'indagine, guidata dalla professoressa di marketing Bianca Grohmann, ha sottoposto sette vini rossi alla disamina di ventidue fra produttori, giornalisti e sommelier suddivisi in due gruppi: da una parte i professionisti che operano nell'Okanagan Valley, nella British Columbia, dall'altra quelli di stanza a Montreal, nel Canada francese. Nell'arco di sessanta minuti gli esperti hanno degustato alla cieca i vini, analizzando sette specifiche caratteristiche al naso e nove al palato ed esprimendo poi per ciascuno un verdetto sulla qualità complessiva. … RISULTATI DIVERSI Il gruppo di Montreal si è rivelato più sensibile nel rilevare acidità, bilanciamento, note amare e di spezie, barrique, sentori vegetali e di peperone verde. In generale, i "francesi" si sono dimostrati più tolleranti verso i vini che mostravano sentori di difetti e hanno premiato soprattutto l'equilibrio, mentre gli "inglesi" hanno assegnato voti più alti ai vini caratterizzati da sentori di spezie più evidenti. E curiosamente, i primi hanno percepito gli aromi di frutti a bacca rossa più intensi in una bottiglia, i secondi in un'altra. QUESTIONE DI TRADIZIONE Secondo la Grohman, queste discrepanze di giudizio dipendono dalla formazione dei due gruppi: quello della British Columbia fa riferimento ai criteri insegnati dall'organizzazione Wine and Spirit Education Trust, molto diffusa nei paesi anglosassoni, quello di Montreal è più fedele alla tradizione francese. Ciò non significa tuttavia che vale tutto: si tratta di due modi di intendere il vino con impostazioni diverse, ma altrettanto seri, validi e professionali. Possiamo quindi continuare a dare credito a esperti e sommelier, consapevoli che, al di là dei gusti personali, potrebbero valorizzare caratteristiche diverse nel vino a seconda del paese e della "scuola" da cui provengono. Leggi anche: - Viaggio di vino: i 10 itinerari enologici del 2019 - Arriva il vino unicorno (rosa, non rosé) - Arriva il vino rock di Rolling Stones, Kiss e Police