Sabato 21 Dicembre 2024
REDAZIONE MAGAZINE

Porcospini, i bracconieri li stanno decimando: colpa della Cina

Nel sudest asiatico la caccia indiscriminata al porcospino è guidata dalla crescente domanda della medicina tradizionale cinese

Un porcospino tenerone

Esperti di vita animale allo stato selvatico lanciano l'allarme sui porcospini del sudest asiatico: si stima che il bracconaggio sia in crescita esponenziale a causa del fatto che la medicina tradizionale cinese utilizza come cura i bezoari che si trovano nelle vie digerenti di questi animali. Il rischio è che la caccia indiscriminata possa addirittura mettere in pericolo la sopravvivenza della specie. LA CACCIA AI PORCOSPINI PER OTTENERE I BEZOARI Il bezoario è un corpo estraneo, a volte formato anche da cibo e spesso da peluria, che si può formare all'interno dell'intestino di alcuni ruminanti, roditori e felini. Per quanto non esistano evidenze scientifiche sulla sua efficacia curativa, la medicina tradizionale cinese considera che possa curare il diabete, la febbre dengue (una malattia infettiva tropicale) e anche il cancro. Proprio l'ipotesi che sia efficace contro il cancro, avanzata negli anni recenti, sembra essere alla base di una crescita esponenziale della richiesta di bezoari. E di conseguenza della caccia ai porcospini, nei quali intestini si annida il tipo considerato più efficace in termini curativi, quello di colore rosso scuro. UN GIRO D'AFFARI MILIONARIO Una volta estratto dall'animale, un bezoario può essere venduto così com'è, oppure ridotto in polvere e, talvolta, inserito in capsule per facilitarne l'assunzione. Pochi grammi possono arrivare a costare l'equivalente di migliaia di euro e questo spiega come mai i bracconieri non si facciano scrupoli di uccidere porcospini. Poco importa che le proprietà mediche dei bezoari non siano supportate dalla scienza: le credenze popolari consentono di guadagnare quattrini a palate e tanto basta. IL BRACCONAGGIO METTE IN PERICOLO I PORCOSPINI Organizzazioni come l'Environmental Investigation Agency, la Wildlife Conservation Society e la International Union for Conservation of Nature hanno lanciato un appello congiunto. Sostengono che, per quanto sia difficile quantificare l'entità del bracconaggio, è però un dato accertato il calo sensibile della popolazione di tre specie di porcospini che vivono nel sudest asiatico: l'aterura macrura, il porcospino delle Filippine e quello dell'Himalaya. A fronte di questa constatazione, si chiede che queste tre specie siano inserite nella lista degli animali minacciati (attualmente non lo sono): una misura che introdurrebbe automaticamente delle protezioni legali stabilite a livello internazionale e che, si spera, porterebbe a una riduzione del bracconaggio. Leggi anche: - Come funziona il cervello degli attori? La scienza risponde - Cosa pensiamo e quanto ci fidiamo della scienza? - In Australia nel 2050 non ci sarà più l'inverno