Uno studio a firma di un team di ricercatori del Southwest Research Institute, in Texas, suggerisce che Plutone, fino a oggi ritenuto un pianeta nano, sia in realtà un agglomerato di miliardi di comete. I ricercatori sono giunti a questa affascinante ipotesi confrontando i dati della sonda della Nasa New Horizons (la prima ad avere sorvolato Plutone) e quelli raccolti da Rosetta, la cui missione ultradecennale si è conclusa nel 2016. L'articolo accademico verrà pubblicato nel numero di ottobre della rivista Icarus, ma nel frattempo si può già leggere qui. SOMIGLIANZE SOSPETTE Il team guidato dal Christopher Glein, a capo della Space Science and Engineering Division, ha sviluppato un modello cosmochimico chiamato "La cometa gigante". Il nocciolo della questione è l'estrema affinità tra la Sputnik Planitia, formazione geologica ricoperta di ghiaccio che si estende a cavallo tra l'emisfero nord e l'equatore di Plutone, e la composizione chimica di 67P/Churyumov-Gerasimenko, la cometa esplorata da vicino da Philae, l'orbiter trasportato dalla sonda spaziale Rosetta. In sostanza, ha spiegato Glein "abbiamo trovato un'intrigante coerenza tra l'ammontare di azoto stimato all'interno del ghiacciaio e la quantità che ci si aspetterebbe se Plutone fosse formato dall'agglomerato di circa un miliardo di comete o altri oggetti della fascia di Kuiper, simili nella composizione chimica a 67P/Churyumov-Gerasimenko". IL DILEMMA DI PLUTONE Nel 2006 Plutone ha subito una prima riclassificazione dopo che l'Unione Astronomica Internazionale ha ridefinito i criteri entro cui a un corpo celeste può essere attribuito lo status di pianeta. Ora, questo nuovo modello sembra di nuovo cambiare le carte in tavola, declassando ulteriormente l'ex nono pianeta a cometa extra large. Tuttavia, questa rimane al momento soltanto un'ipotesi, che per trovare ampio consenso all'interno della comunità astronomica avrà bisogno di ulteriori prove e approfondimenti. Tra le varie cose, rimane ad esempio da dimostrare se la quantità di azoto misurata in 67P/Churyumov-Gerasimenko rispecchi effettivamente il contenuto chimico anche di altri tipi di comete. "Questa ricerca si basa sui fantastici successi delle missioni New Horizons e Rosetta", ha sottolineato Glein, "che ci permettono di ampliare la nostra comprensione sull'origine e l'evoluzione di Plutone".
MagazinePlutone è (forse) figlio delle comete