Virus e pirateria vanno a braccetto. La pandemia da Coronavirus, e la successiva necessità di lockdown, hanno fatto la fortuna dei servizi di streaming come Netflix e Amazon Prime Video, che hanno registrato un significativo aumento degli abbonamenti. Ma hanno anche fatto
impennare il ricorso a strumenti illegali, che mettono a disposizione film e serie TV al di fuori del circuito regolamentato dal diritto d'autore. È quanto emerge da un'indagine condotta dagli esperti di Muso, azienda britannica specializzata nello studio della pirateria informatica e nelle soluzioni per ridurla.
Coronavirus e pirateria
I dati diffusi da Muso si riferiscono agli
ultimi sette giorni di marzo 2020, dunque non sono i più recenti a disposizione dell'azienda (che presumibilmente li destina ai propri clienti). Calcolando le visite a siti pirata effettuate in quel periodo in tutto il mondo, e confrontandole con quelle relative all'ultima settimana di febbraio, è emerso un notevole incremento degli accessi.
Il primato dell'Italia
A guidare la classifica è l'Italia, con un 66% in più: primato poco lusinghiero, che però si spiega anche tenendo conto che il nostro paese è stato fra i primi a emanare decreti di restrizione delle possibilità di movimento e socializzazione. In seconda posizione, a quota 63%, troviamo l'India.
Il grosso dei paesi presi in esame staziona fra il 40 e il 50% di incremento: Spagna (50%), Portogallo (47%), Canada (45%), Regno Unito (43%), Stati Uniti e Francia (entrambi a 41%). La Germania fa segnare un più 36%, la Russia è a 18% e il Brasile a 11%.
Andy Chatterly, chief executive di Muso, fa notare che il trend relativo al consumo di contenuti piratati ricalca quello dei canali ufficiali che distribuiscono film e serie TV in streaming a pagamento. Insomma, le une e le altre fonti di approvvigionamento hanno tratto enorme vantaggio dall'esplosione della pandemia di Covid-19. I due fenomeni sono chiaramente connessi e ora la domanda che molti si pongono è cosa succederà quando potremo tornare a una vita più normale, pur con tutte le cautele del caso.
Il caso degli eventi sportivi
A corollario di questi dati ne è emerso un altro e cioè che la drastica riduzione degli eventi sportivi ha portato a un crollo dei collegamenti pirata per assistere alle dirette in streaming. Fin qui tutto molto prevedibile.
La conseguenza più interessante è stata segnalata dall'Europol: i maggiori provider pirata di contenuti sportivi hanno
spostato la loro offerta su film e serie TV in altissima definizione. Una strategia per essere competitivi nei confronti dei servizi legali, che su richiesta delle autorità pubbliche hanno ridotto il frame rate allo scopo di evitare il collasso della rete informatica.