Mercoledì 2 Ottobre 2024
FRANCESCO LOMMI
Magazine

I Pink Floyd vendono tutte le canzoni a Sony per 400 milioni di dollari

Dopo anni di trattative sfumate, la band inglese ha ceduto alla casa discografica l’intero catalogo musicale: i dettagli dell’accordo record

La copertina di "The Dark Side of the Moon", uno degli album più iconici della band inglese

La copertina di "The Dark Side of the Moon", uno degli album più iconici della band inglese

“Prendi quei soldi a due mani e mettili da parte”, queste le parole dei Pink Floyd in “Money”, uno dei loro intramontabili successi. E così l’iconica band britannica ha fatto, vendendo il catalogo musicale a Sony Music per circa 400 milioni di dollari. Nessuna conferma dai rappresentanti dei membri della band e della casa discografica, ma il "Financial Times", che per primo ha riportato l’indiscrezione, ne ha scritto come un dato di fatto e fonti che hanno familiarità con il dossier hanno confermato l'accordo.

Dunque, dopo anni di trattative sfumate e voci di corridoio tra gli addetti ai lavori, i membri della band sembrano aver messo da parte antipatie e lotte intestine (in particolare lo scontro tra i due leader, Roger Waters e David Gilmour, aveva portato alla rottura del gruppo) per cedere i diritti per la musica registrata (ma non per i testi delle canzoni, che rimangono di proprietà dei singoli autori), i diritti per il merchandising (quindi il nome e il logo) e i diritti teatrali e simili. 

Cosa significa “vendere un catalogo musicale”

Vendere il proprio catalogo musicale significa cedere i diritti d’autore sulle proprie canzoni (su tutte o solo su alcune) e, di conseguenze, i proventi che ne derivano: dai centesimi delle riproduzioni sulle piattaforme di streaming come Spotify fino alle decine di migliaia di euro per usare un brano in un film o in una pubblicità. Acquisire i diritti su un catalogo musicale permette anche alla casa discografica di poter pubblicare nuove ristampe di vecchi album già pubblicati. Negli ultimi anni la Sony ha speso più di un miliardo di dollari per i cataloghi di Bruce Springsteen, Bob Dylan e i diritti non nordamericani dei Queen. 

Una delle più storiche immagini dei Pink Floyd, ai tempi di Ummagumma (Getty images)
Una delle più storiche immagini dei Pink Floyd, ai tempi di Ummagumma (Getty images)

La lunga trattativa per la vendita e le frasi “scomode” di Waters

A livello puramente commerciale, il catalogo musicale dei Pink Floyd è uno dei più preziosi della musica contemporanea: album classici dal valore inestimabile come "Dark Side of the Moon", "The Wall", "Wish You Were Here" e "Animals" solo per citarne alcuni. 

Il catalogo era in gioco da diversi anni, con un prezzo richiesto di 500 milioni di dollari, e il gruppo rock era vicino a un accordo nel 2022, ma le divergenze tra i membri della band – dovute principalmente alle controverse dichiarazioni politiche di Roger Waters contro Israele e Ucraina e a favore della Russia - hanno complicato enormemente l'affare e spaventato diversi pretendenti.

Sorprendentemente, l'accordo si conclude mentre le guerre su più fronti di Israele in Medio Oriente stanno raggiungendo un nuovo picco di violenza, il che espone Sony a una tempesta di critiche per aver pagato una somma così elevata a Waters. Il musicista inglese ha rigettato le accuse di antisemitismo, ma è stato piuttosto inequivocabile nelle sue critiche feroci ai governi di Israele, Ucraina e Stati Uniti, e nelle sue forti dichiarazioni a sostegno della Russia e di Vladimir Putin.

Le aziende che erano vicine a un accordo con il gruppo nel 2022 - si dice che fossero Hipgnosis, Warner Music e Bmg - hanno tutte avuto cambiamenti ai vertici da allora (e all'inizio di quest'anno Bmg ha eliminato Waters dal suo roster come artista solista). I commenti di Waters sono stati uno dei fattori principali che hanno fatto saltare gli accordi, anche se una serie di altri fattori - tra cui l'aumento dei tassi d'interesse, le questioni fiscali e il crollo del valore della sterlina britannica - hanno giocato un ruolo importante.