Giovedì 10 Ottobre 2024
GABRIELE MORONI
Magazine

Pina Auriemma: "House of Gucci? Grandi invenzioni. Mi si fa ancora passare per maga"

In carcere per 13 anni con l’accusa di avere avuto un ruolo di intermediaria nell'omicidio di Maurizio Gucci. "Se dovessi incontrare Patrizia Reggiani? Fingerei di non conoscerla. Invece Maurizio è sempre nei miei pensieri"

Pina Auriemma (a sx) con Patrizia Reggiani

Pina Auriemma (a sx) con Patrizia Reggiani

Aveva deciso di non vedere 'House of Gucci' di Ridley Scott, ma ha accettato l’invito arrivato da La Valle di Ezechiele, cooperativa sociale nata da una idea di don David Maria Riboldi, cappellano del carcere di Busto Arsizio. Giuseppina (Pina) Auriemma compare in una gremitissima sala cinematografica di Cerro Maggiore, nel Milanese. Rivive la vicenda dell’omicidio di Maurizio Gucci che l’ha portata in carcere per 13 anni con l’accusa di avere avuto un ruolo di intermediaria del delitto, fino alla libertà, riassaporata nel 2010. Molto critico il suo giudizio su 'House of Gucci'. "Nel film sembra che sia stata Pina ad avere pensato all’omicidio", dice l’avvocato Pietro Traini, che annunzia azioni legali nei confronti della produzione in America o della distribuzione in Italia.

Signora Auriemma, cosa non le è piaciuto? "Di vero ci sono quasi solo i nomi e i cognomi dei personaggi. Grandi errori, grandi invenzioni. Mi hanno fatto passare ancora da maga. Non ho mai creduto a queste cose. Non ho mai sfogliato una carta. Qui, invece, mi fanno fare le carte in televisione. Erano Patrizia e il marito che avevano la passione delle cartomanti. Io ho accompagnato qualche volta Patrizia. Lui non faceva un’assunzione senza sentire le cartomanti. Era una persona molto fragile, anche malleabile, non forte, determinata, come appare nel film. Era molto innamorato di lei. La storia con Paola Franchi è nata due anni dopo che se n’era andato da casa".

Giudizio sul prodotto cinematografico? "Come film l’ho trovato anche abbastanza noioso. Da Ridley Scott mi sarei aspettato qualcosa di meglio. Se fosse stato un film più vero, mi avrebbe toccato di più. Invece di vero non c’è quasi niente".

Lady Gaga è Patrizia. Lei è impersonata da Salma Hayek, moglie di Francois-Henri Pinault, presidente del Gruppo Kering, che amministra anche il marchio Gucci. Soddisfatta della scelta? "Una bellissima donna. Anch’io ero una bella signora, ma non così bella".

Ha più avuto contatti con Patrizia Reggiani? "Nessuno. Non vorrei incontrarla".

E se un giorno dovesse capitare? "Fingerei di non conoscerla".

Pentita? "Certo che mi pento. È morta una persona. Quella con Patrizia è stata una vera amicizia. Ci eravamo incontrate a Ischia, in un grande albergo. Era nata l’amicizia. Mi pento di averla avuta come amica per tanti anni. Non avevo capito niente. Però, non le voglio male. Nessun rancore. Per me Patrizia non rappresenta più niente".

E l’omicidio? "Abito a Milano, vicino a via Palestro (dove avvenne l’esecuzione ndr). Quando Maurizio è stato ucciso, non sapevo niente. Sono stata male. Io ero l’anello debole. Mi fermavo in continuazione davanti alla caserma dei carabinieri per autodenunciarmi, ma pensavo che avrei rovinato delle famiglie. L’arresto è stata una liberazione. Conoscevo Maurizio, non meritava questa fine. Io ho scontato la mia pena, ma sento un peso perché a volte penso che se non avessi presentato nessuno a Patrizia forse non sarebbe successo. Maurizio è sempre nei miei pensieri. A differenza di Patrizia".

Insomma, come andò? "Patrizia chiedeva a tutti per avere un killer che uccidesse il marito. Siccome sono di Napoli, pensava che avessi delle conoscenze nella camorra. Sono salita a Milano e le ho dato il contatto di un milanese (Ivano Savioni, portiere di un piccolo albergo ndr). Solo per tenerla buona. Queste persone non erano pregiudicati, non erano delinquenti, non avevano mai sparato. ‘Se vi dà qualcosa, un anticipo, prendetelo’, ho detto. Invece Patrizia è scesa in campo, si è messa d’accordo con loro. Io non ne sapevo niente".