Capri, 29 dicembre 2019 - Piccole donne, grandi sentimenti, travolgenti passioni, dolori improvvisi, il ritmo confuso della vita. Occhiate che cambiano un’esistenza, le labbra e il naso di Meryl Streep; i capelli fulvi e tempestosi di Saoirse Ronan: la sua selvaggia intelligenza, la sua disperata vitalità. Quattro sorelle, una madre immensa d’amore, una zia cinica, che conosce la crudeltà della vita. Sono le Piccole donne del film di Greta Gerwig. Un film del quale, probabilmente, si parlerà a lungo.
È stato presentato ieri al "Capri, Hollywood film festival", in anteprima per l’Italia, il film che Greta Gerwig – regista e sceneggiatrice in volo altissimo, a Hollywood – ha tratto dal romanzo di Louisa May Alcott. Non è la prima versione, non sarà l’ultima; probabilmente, è quella più adatta a configgersi nel presente. Nella discussione, che investe tutto il mondo, sul ruolo della donna nella società. Perché è quasi un Via col vento femminista. Stessi anni, quelli della guerra di Secessione americana, che anche qui morde sullo sfondo. Un film simmetrico, e opposto. Lì donne capricciose, dispettose, emotive, instabili, pronte a crollare per il ghigno di un bel mascalzone, cinico ma meraviglioso.
Qui siamo da un’altra parte completamente. Un mondo lontano anni luce. Nel film scritto e diretto dalla Gerwig il respiro femminista del romanzo prende sostanza, diventa il tema dominante del film. Non soltanto perché sono quasi tutte donne le protagoniste, e le due – splendide – eccezioni Timothée Chalamet, Louis Garrel sono oggetti del desiderio. Non soltanto perché si mostrano i vari destini cui una donna può andare incontro, le varie oppressioni e le varie catene cui una donna era legata, ieri come forse anche oggi.
No, non è solo per questo. È, soprattutto, perché queste piccole donne sono consapevoli di tutto ciò. Sono consapevoli che un matrimonio è soprattutto un contratto economico fra chi ha soldi e potere – l’uomo – e chi non ne avrà mai – la donna. E sono consapevoli che un’artista donna, che scriva o dipinga, troverà sempre difficoltà enormi, spesso insormontabili, per affermarsi, o anche semplicemente per potersi mantenere. Interpretato da Saoirse Ronan, Emma Watson, con Meryl Streep e Laura Dern di supporto, e Timothée Chalamet e Louis Garrel protagonisti maschili, Piccole donne uscirà in Italia il 9 gennaio. Arriva, fra l’altro, in un momento in cui altri film esplorano la ricchezza, la complessità, l’immensa forza dell’universo femminile. Prima di tutto, Ritratto di giovane in fiamme di Céline Sciamma, storia d’amore possente e dilaniante fra una pittrice e la donna che ritrae; e Farewell, che vede protagonista la rapper cinese Awkwafina, anch’esso diretto da una regista donna.
Non è un paese per donne, sembra dire la Gerwig dell’America di fine Ottocento che racconta. Ma è ovvio che sta anche parlando del presente; queste sue donne sono talmente lucide sulla loro condizione, sulle loro possibilità di sopravvivenza e felicità, da essere in tutto e per tutto donne del 2020. L’anno in cui probabilmente alla Gerwig (che peraltro si è detta fan, anche per l’ispirazione di questa sua opera, della nostra Elena Ferrante) andrà un Oscar per questo film. Siamo sicuri che il film vada dritto verso le nomination, dopo che la Gerwig ne aveva ricevuta già una come miglior regista per il suo precedente Lady Bird. I critici americani e britannici sono, in gran parte, entusiasti. Il 97 per cento di recensioni positive su "Rotten Tomatoes", il sito che le raccoglie tutte.
«Il film porta freschezza, vitalità, emozione alla materia del romanzo", scrive l’ Hollywood Reporter. "Ma è la fiera e tenera Jo interpretata da Saoirse Ronan che trascina ogni scena in cui appare", scrive Entertainment Weekly. "È una gioia dall’inizio alla fine", squilla il Daily Mail. Mentre il critico del Guardian nota, e fa bene, la "grande vitalità collettiva" del film, e la grande chimica romantica che si instaura fra Saoirse Ronan e Chalamet. Appuntamento alla notte delle stelle.
Ecco il trailer italiano del film: