Su Disney+ presto arriverà un abbonamento con un costo più basso per chi sceglie di accettare spot pubblicitari all’interno di film e serie TV. Per ora Netflix non ha seguito l’esempio ma i vertici della società sono pronti a prendere in considerazione l’opzione per non perdere abbonati e non essere costretti ad alzare i prezzi, come sta accadendo negli Stati Uniti. L’abbonamento scontato di Disney+ con la pubblicità Disney+ introdurrà presto un abbonamento più economico supportato dalla pubblicità. A darne l’annuncio è stata la stessa società americana con un comunicato stampa. “Espandere l’accesso a Disney+ a un pubblico più ampio, con un prezzo più basso, rappresenta – si legge nella nota - una vittoria per tutti: i clienti, i pubblicitari e gli storyteller. Più utenti saranno in grado di fruire dei nostri meravigliosi contenuti. I pubblicitari potranno raggiungere un pubblico più esteso e i nostri storyteller potranno condividere il loro incredibile lavoro con più fan e famiglie”. La nuova tariffa scontata con le inserzioni pubblicitarie – della quale ancora non si conosce l’importo esatto - arriverà entro la fine del 2022 negli Stati Uniti e sarà poi messa a disposizione degli utenti di tutto in mondo – Italia compresa – nel corso nel 2023. La decisione di Netflix Se Disney+ batte un colpo, Netflix, almeno per il momento, non risponde. Dai vertici della piattaforma di streaming è arrivata una risposta che non apre nell’immediato alle tariffe scontate con l’inserimento della pubblicità nei contenuti, ma non la esclude per il futuro. Una mossa che potrebbe essere presa in considerazione per fermare l'aumento delle tariffe e il conseguente calo degli abbonati che è costata a Netflix anche un sostanzioso calo in borsa di fine gennaio. Spencer Neumann, Chief Financial Officer dell’azienda con sede Los Gatos, in California, ha spiegato durante una conferenza stampa che la creazione di un abbonamento ridotto “non è al momento una cosa che rientra nei nostri piani. È difficile ignorare però – spiega Neumann - che altri lo stiano facendo, ma al momento non ha senso per noi”.
MagazinePiattaforme streaming più economiche grazie alla pubblicità