Con 38 show la Paris Fashion Week si conferma l’appuntamento internazionale più importante per la moda maschile e questa edizione alla ribalta fino al 26 gennaio doppia l’edizione appena passata della Milano Fashion Week che di sfilate in calendario ne ha avuto 15. Una differenza non da poco che racconta lo spazio conquistato nome dopo nome, tra classici giganti ed emergenti, dalla settimana della moda maschile lungo la Senna, con i quattro giorni di Milano memorabili per alcuni show come Emporio Armani e Giorgio Armani, Prada e Zegna, e interessante per i tanti debutti di emergenti ma certo non con i numeri parigini. Ma con la donna e le sfilate co-ed di fine febbraio prossimo Camera Moda e Calendario dei defilè per l’inverno 2025 avranno un programma fittissimo e la settimana italiana femminile e per tante maison anche maschile si annuncia pienissima di appuntamenti e sfilate.
Dunque Parigi superstar con apertura galattica col colosso del Gruppo LVMH con il defilè Louis Vuitton Homme con la firma allegra e colorata e piena di ironia di Pharrel Williams alla sua seconda collezione con tanta maglieria e un corredo di accessori, specie le borse, da far invidia a qualsiasi guardaroba femminile. Quello di Williams si conferma uno show molto stimolante che compete coi maggiori stilisti in campo.
Nel calendario di Parigi si segnala il ritorno di Simon Porte Jacquemus col suo marchio emergentissimo Jacquemus, in cerca di un partner di minoranza per rafforzarsi in questo difficile momento del mercato della moda. Stavolta il design francese collabora con Apple con la sfilata ripresa con l’IPhone 16ProMax. Torna in pista anche Lanvin con la direzione creativa di Peter Copping (ex Balenciaga, Nina Ricci e Oscar de la Renta) come pure Willy Chavarria che per Parigi ha lasciato la fashion week di New York. Un gigante come sempre Rick Owens, sempre immaginifico e visionario, a tutta contemporaneità Dries Van Noten, come pure Issey Miyake e Yohji Yamamoto e Undercover.
Sfila l’uomo e anche la donna sulla passerella di Ami, marchio caro ai buyer internazionali per la bravura del suo direttore creativo Alexandre Matiussi che ha fondato il suo brand nel 2011 a Parigi. La sua moda si ispira ad un comfort disinvolto e sofisticato e il marchio Ami significa calorosamente Amico. Già una bella premessa. Continua con coerenza sulla sua strada di sofisticata sperimentazione e di avanguardia Walter Van Beirendonck, uno degli ex ragazzi della famosa Scuola di Anversa, da sempre in passerella a Parigi e stavolta anche con ragazzi disinvantata con maxi tuba in testa.
Oggi sfila anche Dior Homme e potrebbe essere la sfilata di addio di Kim Jones. I rumors parlano insistentemente di questa sua ultima volta a tutto vantaggio di un “sostituto” come Jonathan Anderson che infatti stavolta non è in calendario a Parigi né con Loewe e nemmeno col suo brand JWAnderson.
Eva Desiderio