Venerdì 10 Gennaio 2025
CLARA LATORRACA
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Lo strano caso del pesce bufalo: vive 127 anni e non invecchia (ma ora rischia di sparire)

La popolazione di questa specie è stabile da decenni, ma la maggior parte degli esemplari sono vecchi e i giovani non riescono a raggiungere l'età adulta. I timori dei ricercatori

Un'immagine del pesce bufalo dalla bocca larga

Un'immagine del pesce bufalo dalla bocca larga

Roma, 10 gennaio 2024 - Hanno una vita incredibilmente lunga e sembrano diventare più sani man mano che invecchiano: i pesci bufalo dalla bocca larga hanno dimostrato di avere delle caratteristiche estremamente peculiari negli ultimi studi fatti su di loro. Ma i ricercatori temono che la loro popolazione stia per diminuire drasticamente.

La specie è diffusa nelle acque dolci del Nord America, in particolare nei bacini dei fiumi statunitensi Red River e Mississippi e del Milk River canadese.

Negli Usa questi grossi pesci, che vivono più di un secolo e possono arrivare a pesare più di 23 chilogrammi, si riproducono nel Rice Lake, in Minnesota, nel mese di maggio. Ma la regolarità della deposizione delle uova nasconde un problema di conservazione: da oltre sei decenni, nessuna nuova generazione di giovani pesci raggiunge l'età adulta.

I pesci bufalo dalla bocca larga sono stati poco studiati per decenni (probabilmente perché non sono pescati a livello commerciale) e la loro specie non era considerata tra quelle a rischio. Tuttavia, negli ultimi anni, i ricercatori che hanno iniziato ad occuparsene si sono resi conto non solo della loro unicità, ma anche di quanto siano in pericolo.

La prima incredibile scoperta fatta dagli scienziati riguarda la longevità di questa specie: i pesci bufalo dalla bocca raggiungono i 127 anni di età. Questo li rende i pesci d’acqua dolce più longevi al mondo. Inoltre, sorprendentemente, questi animali non sembrano subire un declino biologico dovuto all’età, ma anzi la loro salute sembra migliorare. L’invecchiamento dei pesci non è associato all'accorciamento dei telomeri (un segno biologico dell'invecchiamento), come ci si aspetterebbe normalmente. Sembrava invece essere collegata a un migliore funzionamento del sistema immunitario, compresa una diminuzione del rapporto neutrofili/linfociti: un cambiamento che suggerisce che questi pesci gestiscono meglio lo stress corporeo e vedono aumentare l'immunità con l’età.

I ricercatori hanno capito così che la stabilità della popolazione negli ultimi decenni potrebbe essere dovuta al fatto che questi pesci anziani non muoiono, anche se non riescono a produrre piccoli che sopravvivono all'età adulta. Tuttavia, questo rappresenta un pericolo imminente per la conservazione della specie.

Alec Larkmann, ricercatore ittico dell’Università del Minnesota, ha condotto una ricerca per registrare l’età dei pesci bufalo dalla bocca larga e ha scoperto che il 99,7% della popolazione è al di sopra dei 50 anni di età e che l’età media è di 79 anni. Questo significa che la maggior parte degli esemplari della specie sono nati prima della fine della Seconda Guerra Mondiale e che, nonostante il pesce bufalo si riproduca con successo ogni anno intorno a maggio, alla fine dell'estate tutti gli individui giovani scompaiono.  I ricercatori ritengono che la ragione di questo tasso di sopravvivenza così basso sia probabilmente la predazione da parte di un altro pesce autoctono: il luccio. Anche questi ultimi si riproducono nel Rice Lake, un po’ prima nel corso dell’anno: è probabile che i giovani lucci predino i piccoli di pesce bufalo, spiega Lackmann. Gli scienziati ipotizzano che la vita straordinariamente lunga dei pesci sia in realtà un adattamento al fatto che i piccoli riescono a riprodursi solo una volta ogni tanto. Ma sono necessarie ulteriori ricerche per saperlo con certezza. “Per me è un po' come la questione dell'uovo e della gallina”, ha detto alla BBC Walt Ford, direttore del Rice Lake National Wildlife Refuge. “Da un lato potrebbero essere sempre stati una specie longeva e quindi la necessità di produrre piccoli potrebbe non essere mai stata urgente. D'altra parte, forse la difficoltà di portare i piccoli all'età adulta ha spinto la specie a vivere sempre più a lungo”, spiega Ford.

L’aspetto più preoccupante che queste ricerche portano a galla è il fatto che alti livelli di mortalità degli adulti potrebbero spazzare via questa specie.