Martedì 18 Marzo 2025
Maddalena De Bernardi
Magazine

Perché si fanno le zeppole per San Giuseppe?

Zeppole di San Giuseppe: storia e tradizione di un dolce simbolico antico

Zeppole di San Giuseppe

Zeppole di San Giuseppe

Tipiche del 19 marzo, quando si celebra la Festa del Papà, le zeppole di San Giuseppe intrecciano devozione religiosa e antiche usanze popolari. La loro preparazione, diffusa soprattutto nel Sud Italia, ha origini che si perdono nel tempo.

Le zeppole, infatti, sono collegate al culto di San Giuseppe, protettore dei padri e dei lavoratori, ma le loro origini potrebbero essere ancora più antiche. Nei secoli il goloso dolce, fritto o al forno, farcito con crema e decorato con un'amarena, è diventato il simbolo di una festa che celebra la figura paterna e la continuità con la tradizione.

Le zeppole di San Giuseppe e il mondo antico

Negli stessi giorni in cui oggi celebriamo la figura di San Giuseppe nell’antica Roma si svolgevano i Liberalia, feste ancestrali dedicate a Bacco e Sileno, che cadevano il 17 marzo. I riti che vi accadevano segnavano il passaggio dei giovani all’età adulta ed è in questa occasione che era usanza consumare dolci fritti a base di farina e miele, cotti nello strutto. Alcuni di questi dolci venivano lasciati sugli altari e offerti simbolicamente agli dei.

Non esistono prove storiche di un collegamento fra i Liberalia e la festa di San Giuseppe, anche se l’origine delle frittelle potrebbe raccontare una storia più antica di quanto si immagini. Forse la pratica di friggere dolci in questo periodo dell’anno, celebrando l’equinozio e l’arrivo della primavera, è saldamente unita a tradizioni e feste dall’anima antichissima, mai dimenticate, assorbite e reinterpretate dalle culture successive.

Nella loro forma attuale, preparate con crema pasticcera e amarene, le zeppole di San Giuseppe sono documentate a partire dal XVIII secolo, grazie ai monaci e ai pasticceri napoletani.

Le zeppole e la festa di San Giuseppe

San Giuseppe, nella tradizione cattolica, è il modello del padre amorevole e del lavoratore instancabile. Il 19 marzo, giorno della sua festa, è riconosciuto in Italia anche come la Festa del Papà. In passato, era consuetudine organizzare banchetti, le tavole di San Giuseppe, in cui si condividevano ricette e preparazioni tipiche con tutta la comunità. Il cibo, in questa occasione, assumeva il valore simbolico di condivisione e gratitudine, un modo per celebrare anche l’inizio della nuova stagione agricola.

Un’antica leggenda cristiana racconta che San Giuseppe, durante la fuga in Egitto, si guadagnasse da vivere vendendo frittelle per strada. Resta solo una leggenda, eppure storie come questa hanno contribuito a creare un legame fra il Santo e la preparazione delle zeppole, il cui nome potrebbe evocare anche zepa, ovvero l’impasto fritto, una parola spagnola che ricorda il dominio e la contaminazione culturale nei secoli.

La ricetta tradizionale e le varianti regionali

Fra le zeppole più conosciute troviamo i dolci elaborati dalla tradizione napoletana, preparati con un impasto di pasta choux, fritti o al forno, con crema pasticcera e amarene. Tuttavia, esistono numerose varianti regionali.

In Sicilia si preparano le sfince di San Giuseppe, frittelle soffici ricoperte di ricotta e pistacchi, mentre in Calabria e Puglia le zeppole possono essere più semplici, spesso arricchite con miele o zucchero a velo. Ogni regione ha adattato la ricetta in base agli ingredienti locali, mantenendo però intatto il significato della preparazione.

Le zeppole di San Giuseppe sono un classico della pasticceria italiana, tuttavia oggi non vengono preparate solo il 19 marzo, anche se la loro origine resta profondamente legata alla figura di San Giuseppe.

Le amarene, simbolo e tradizione

Sebbene l’amarena sia un frutto estivo, tradizionalmente si conserva sotto sciroppo, per questo può essere utilizzata tutto l’anno. La scelta dell’amarena per la preparazione delle zeppole in occasione della festa di San Giuseppe potrebbe, quindi, essere legata alla disponibilità di conserve.

Ma il colore rosso scuro dell’amarena evoca anche i frutti destinati a rinascere con l’arrivo della bella stagione, nonché il sangue, la passione e il senso del sacrificio, preludio della Pasqua.

Il legame con il fuoco e la primavera

Un altro aspetto simbolico legato alle zeppole è la loro cottura. La versione tradizionale prevede la frittura in olio bollente, un elemento che richiama i falò di San Giuseppe, accesi in molte regioni italiane alla vigilia del 19 marzo. I fuochi segnano il passaggio dall’inverno alla primavera, un momento di purificazione e rinnovamento.

Nella frittura e nella forma delle zeppole di San Giuseppe rivive il fuoco con tutti i suoi significati, di rinnovamento e rigenerazione: calore e forza, come la potenza del sole che ritorna, trasformazione e vita.