Giovedì 23 Gennaio 2025
CRISTIANA MARIANI
Magazine

J Ax e Paolo Meneguzzi, botta e risposta infinita: il brano del rapper e la telefonata del cantautore

La scintilla che ha fatto scattare il litigio è il brano ‘Disco Paradise’, ma dietro c’è tutto un mondo anni Novanta

Il litigio fra J Ax e Paolo Meneguzzi

Paolo Meneguzzi attacca, J Ax risponde. A modo suo. A modo del rap. Con un brano. Ecco che con la canzone 'L'invidia del Peneguzzi' il litigio fra il cantautore pop e il rapper diventa subito un dissing. Dopo una serie di botta e risposta sui social - 50 anni il rapper milanese, 46 il cantante svizzero - è arrivata anche la bordata musicale. Una bordata che però è ben lontana dal dissing, frizzante e con decisamente più pepe, fra Salmo e Luchè.

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Un dissing diverso, senza dubbio, visto che ha coinvolto due rapper di professione - facendone poi intervenire anche altri come un bandiera della old school come Inoki -, ma che comunque già puzza di vecchio. La polemica in sè sera già abbastanza stantia, con un cantante in cerca della notorietà ormai perduta da decenni da una parte e un rapper che, è innegabile, ha puntato su una hit estiva per rimnaervi aggrappato dall'altra.

Come è cominciato il litigio fra Paolo Meneguzzi e J Ax? A iniziare è stato il cantautore di 'Musica', 'Verofalso', 'Non sapeva che l'amavo': "L'estate pop 2023 è deprimente. Il medium pop mi pare svilito. Vedere gente tutta tatuata che va sul palco a cantare la Disco Paradise di turno mi fa tristezza. Quelle sono marchette". Pronta la risposta di J Ax: "Eh, sei sicuro che TU, vuoi parlare di marchette? Comunque ciao, io ti ricorderò sempre come la versione ordinata su Wish di Tiziano. Non c’è niente di più triste dei cantanti falliti che danno la colpa al “pubblico che oggi non capisce più un c…o”. A tutti capita di fare canzoni che non “connettono” col mercato, con la moda o con i gusti delle nuove generazioni. Se quando succede vi ritrovate con in mano un pugno di mosche vuol dire che non avete una fan base che vi supporta anche nei momenti in cui non siete mainstream. Significa che avete fatto musica superficiale che non è entrata nel cuore della gente ma solo nelle orecchie, per poi uscirne dopo una stagione".

Ed ecco la risposta di Meneguzzi, sempre a mezzo social: "Caro J Ax, ma chi verrebbe dietro a te (voi) se non seguissi il sistema che hai sempre criticato? Fai il portavoce che il sistema è marcio, che rinneghi Sanremo, the Voice e poi fai le pubblicità del 'panettone'. Parli di papponi ma fai il pappone che sta attaccato ai ragazzini per non cadere nell’oblio che probabilmente tanto ti spaventa e per fare i fighi ci urlate ancora “legalizzala”. Ma anche basta. Io ho una scuola artistica, produco film, dischi di ragazzi e ho una famiglia. Questa è la mia musica. Non ho il successo di prima? Pazienza… Io credo negli ideali e tu nelle canne. Io ero una realtà pop in America Latina nel 1996 (Tiziano credo avesse 16 anni…). Faccio un plauso alla tua ignoranza che si allinea a quello che proponete e a quella di molti superficiali che fuori dall’Italia non sanno andarci. Perché ti ricordo che a qualche chilometro dalla frontiera italiana tu musicalmente non sei nessuno. Ma torniamo a ‘Disco paradise’ targata 2023, canzone che poteva uscire anche nel 1974!… Fate i duri con i tatuaggi dei dragoni e mi cantate le bolle di sapone? Non lo trovate un po’ trash e un testo un tanto non credibile per l’età che avete? C’è proprio bisogno di dire ‘alza il finestrino’ e scomodare… Battisti? Non sapete cantare, ma gridate, parlate e storpiate linguaggi nel microfono con volgarità, parolacce e messaggi nelle canzoni veramente discutibili o incomprensibili! Ripeto, ce n’è veramente bisogno?", Infine: "Il pop è una cosa seria. Si cerca di creare un'identità, un suono collegato a un’emozione, la perfezione della melodia e del mix, dei testi. Si cerca di mandare un messaggio, che si possa avvicinare a un’arte e soprattutto c’è un’ imprescindibile etica nei messaggi. Ma dimmi un po'. Quale cavolo è il vostro messaggio? A me pare solo che il messaggio sia 'dai facciamo soldi'! Creiamo un sistema costruendo standard di scarsa qualità, perché è più facile; perché la qualità è molto più difficile da sostenere. Forse la qualità te la sei dimenticata o perché meglio attaccarsi al treno del trash o di chi ha i follower? Attento… non ho parlato di fan, ma di follower. Con il cuore, Pablo".

"Hola Pablo, è abbastanza America Latina questa base? Sai vorrei alzarmi al tuo livello" esordisce J Ax nel suo brano. "Per me questo non è un dissing, è beneficenza estiva. Ti ho ridato la vita sapendo bene come sarebbe finita. Salmo e Luchè che sfida epica, a me tocca Meneguzzi: è una vita che la sfiga mi perseguita. E mo' tu mi fai la predica per una fama effimera come la tua in Sudamerica". Gli attacchi arrivano dritti al punto. "Ti auguro successo così che poi ti insulta chi ti dà ragione adesso - prosegue il rapper -. Hai detto che ho i follower e non i fan, quando mai? Io sui social metto solo le foto dei live, tu quelle di tuo figlio per acchiappare due like. Vieni a farmi la morale per la Disco Paradise, che al tuo confronto sembra scritta da Guccini".

Poi una stoccata sul passato: "Quando il tuo produttore faceva giochini da gioppini e si comprava i tuoi dischi truccando la classifica Fimi. In Italia eri Tiziano Ferro senza la voce e il talento. Non lo faresti un pezzo con Annalisa e Fedez? O con Jannacci o Pino Daniele? Io non un grande, ma li ho conosciuti i grandi e una cosa che non fanno mai è mortificare gli altri". Appunto. La conclusione non è di certo degna di un dissing moderno. Anzi, vere parole di un dissing invecchiato decisamente male.

Poche ore dopo ecco la risposta di Meneguzzi, ovviamente a mezzo Instagram, con una finta telefonata da Ibiza: “Pronto J Ax? Ciao. Ah, è il segretario di Fedez? Mi passi Fedez per piacere, che non ci tenevo a parlare con lui in realtà. Bello il dissing, bellissimo. Mi ha fatto ridere un sacco. Però mi passi Fedez, per piacere dai? Grazie. Facciamo sul serio un attimo”.