Domenica 11 Agosto 2024
ANNA MANGIAROTTI
Magazine

Ovunque Tarocchi: Storia, simboli e magia. Nei misteri Arcani l’arte di mescolare le carte

Viaggio tra le sculture del giardino di Niki de Saint Phalle e le scoperte di Andrea Vitali. Fino agli Usa, con l’artista che modernizzò e consegnò al mondo il mazzo italiano del ’400.

Una carta dei tarocchi

Una carta dei tarocchi

Mai come oggi popolari i Tarocchi, le Carte divinatorie, all over the world. Complice un Premio Nobel yankee (infra sveliamo chi). Ma per andare al cuore del Rinascimento tarocchiano, dobbiamo puntare subito al Centro Italia. Guidati da una donna, ovvio, riscoperta di recente grazie alla “instagrammabilità“ del suo Giardino dei Tarocchi, la più grande opera scultorea mai realizzata da donna: a Garavicchio, frazione di Capalbio (Toscana). All’ingresso, una sua indicazione: "Se la vita è un gioco di carte noi nasciamo senza conoscerne le regole. Nonostante questo, tutti dobbiamo giocare la nostra mano".

Parola di maga Niki de Saint Phalle. Lei, l’artista che dal 1979 al 1996, autofinanziandosi per 10 miliardi di lire, costruì i 22 imponenti Arcani maggiori in acciaio e cemento, vetri, specchi e ceramiche colorate, e fece costruire, in dimensioni più contenute, la Temperanza, gli Innamorati, il Mondo, l’Eremita, l’Oracolo, la Morte e l’Appeso. Nel parco magico introduce subito la biografia di Niki, Volevo un regno più grande, libriccino a firma di Lorenza Pieri, ora pubblicato da Electa nell’avvincente collana di femminismo “antieroico“ oilà (A oilì oilì oilà /Sebben che siamo donne / Paura non abbiamo).

Altra sosta consigliata, nel borgo di Riola, sulla rotta medioevale Pistoia- Bologna: The International Tarot Museum, between Art and Magic, creatura di Andrea Vitali, “storico del simbolismo”, in procinto di pubblicare Tarocchi. Monumenta, tre volumi contesi dagli editori. Che perfezionano Bologna & The Tarot. An Italian Legacy from Renaissance. History Art Symbology Literature (Mutus Liber), già frutto di 40 anni di ricerche, affiancato dal traduttore e sapiente Michael S. Howard. Tra arrampicate sulla Scala Mistica cristiana e sbandamenti nell’antico Egitto o nella corte fiorentina di Cosimo il Vecchio, ossequiato dai “messaggeri di luce“, portatori dei papiri del favoloso Ermete Trismegisto. Tra mondo greco e mondo arabo, fonti di etimologia. Tra interpretazioni e paradossi. Arrivando ora a una conferma, finalmente trovata in un manoscritto. Chi fu l’inventore del gioco del Matto, sì, il gioco del Tarocco, con la carta del Matto che non può prendere sulle altre? Chi fu quell’uomo ingegnosissimo, certo, perché nella giostra tra giustizia, temperanza, fortezza, danari, bastoni e simili cose, ha dato al pazzo “onoratissimo luogo”? "Il principe Francesco Antelminelli Castracani Fibbia, agli inizi del ’400, a Bologna" assicura Vitali.

All’immensa community tarocchistica globale, pure Taschen ha destinato di recente THE TAROT of A. E. Waite and P. Colman Smith - The Story of the World’s Most Popular Tarot, a cura di Johannes Fiebig. Più di 800 immagini e notevoli testi. Kit scrigno pregiato, costoso. Dentro, anche i facsimili dell’edizione originale 1910: il libriccino segreto oro e nero The Key to the Tarot che apre il percorso iniziatico, e le 78 carte, ovvero 22 Arcani Maggiori (allegorie trionfali, il Sole, il Matto, il Papa, la Giustizia...) e 56 Arcani Minori (le 40 carte numerali, dall’uno al dieci per i quattro semi, con le rispettive 16, in totale, figure di corte: Fante, Cavaliere, Regina, Re). Per una cartomanzia moderna, evoluta: "Tu, come lettore delle carte – chiarisce Fiebig – sei invitato ad avere un dialogo con l’immagine che diventa così uno specchio".

Creatori, all’inizio del secolo scorso, il mistico statunitense Arthur Edward Waite insieme all’artista Pamela Colman Smith, che illustrò i concetti di lui in vivace stile Art Nouveau. Ispirata dai Tarocchi Sola-Busca – mazzo italiano datato 1491, forse il più antico al mondo – li tradusse in immagini così intuitive e immediate da rendere i suoi Tarot i più diffusi e imitati internazionalmente. Ricompensata con una cifra ridicola, sarebbe morta nel 1951 senza un soldo, nell’oscurità. Ma... la sua Imperatrice, tra gli Arcani Maggiori simbolo di fecondità, dominio sul mondo, porta per accedere al mistero della vita, compare nel 1976 nelle illustrazioni della copertina di Desire, album di Bob Dylan, composto “nel mezzo del cammin di nostra vita“. Carta identificata con Iside, che è anche il titolo (Isis) di una delle canzoni più celebri e misteriose del cantautore certo più letterario e colto, nel 2016 Premio Nobel.