Roma, 11 marzo 2024 – Tra scivoloni e inciampi, la lunga maratona degli Oscar non manca di riservare ‘succosi’ colpi di scena. Se quest’anno la cerimonia è andata (quasi) liscia senza grossi inciampi – a pare le battute al vetriolo di Jimmy Kimmel in risposta alla stoccata di Trump: “Non è tardi in prigione?” – a fare colore è la gaffe del Televideo che a notte fonda ha battuto una notizia che ha dell’incredibile. La storia del capitano Schettino raccontata nel film di Garrone: ecco come è andata.
Ultim’ora: “Film ispirato al capitano Schettino”
Era l'1.35 di notte quando sulla pagina del Televideo è arrivata una notizia ultim’ora. “Il film di Garrone, ispirato alla vita del capitano Schettino e al disastro della Costa Concordia, aveva suscitato grande interesse e aspettative”.
Uno scivolone in pieno stile che, tuttavia, va a sdrammatizzare la bruciante sconfitta del film di Matteo Garrone, candidato come miglior film internazionale, ma sorpassato dall’inglese ‘La zona di interesse’.
Biopic Schettino? Spuntano i meme
"Io Capitano, la versione televideo Rai”. La gaffe del Televideo sta spopolando in rete, dove spuntano i primi meme sulla vicebda. Il più divertente: l’improbabile biopic del comandante Schettino.
‘Io capitano’: la vera trama
Il film di Garrone nominato agli Oscar, ‘Io Capitano’ – premiato a Venezia con il Leone d'argento alla regia e con il Premio Marcello Mastroianni all'attore protagonista Seydou Sarr – racconta la l’immigrazione africana attraverso il periglioso viaggio di due adolescenti senegalesi.
La sceneggiatura ripercorre le tappe del difficile viaggio dei due protagonisti, Seydou e Moussa, che lasciano Dakar per raggiungere l'Italia e sfuggire alla miseria. È una lunga sequela di esperienze durissime, come accade nella realtà. Transitano attraverso il Mali muniti di falso passaporto e, benché la truffa venga scoperta da un poliziotto, evitano la prigione in cambio di denaro.
Giunti in Niger, affrontano il deserto sino all'ingresso in Libia, dove vengono arrestati e condotti in centri di detenzione separati. Seydou viene sottoposto a tortura, ma riesce a uscire, in quanto un altro detenuto lo spinge a offrirsi al pari di lui come muratore.
Alla fine vengono messi in libertà riescono a raggiungere Tripoli. Nella capitale libica Seydou ritrova Moussa, con cui riprende il cammino verso l'Europa. Quando si rivolgono al faccendiere Ahmed, che organizza le traversate nel Mar Mediterraneo, non avendo abbastanza denaro, si vedono offrire un'unica possibilità: Seydou dovrà guidare il barcone della speranza. Istruito da Ahmed su come governare il mezzo, Seydou riesce a condurre tutti i passeggeri sani e salvi in Sicilia.