Gli Oscar 2024 sono già un'edizione senza precedenti in tema di universo femminile. Per la prima volta in 96 anni di Academy Awards, ci sono tre opere dirette da registe a concorrere come Miglior film: 'Anatomia di una caduta' di Justine Triet, 'Barbie' di Greta Gerwig e 'Past Lives' di Celine Song. Poi ci sono tutte le candidate produttrici: Emma Stone per 'Povere Creature!', Margot Robbie per 'Barbie', Emma Thomas ('Oppenheimer'), Marie-Ange Luciani ('Anatomia di una caduta'), Amy Durning e Kristie Macosko Krieger ('Maestro'), Ewa Puszczynska ('La zona di interesse'), Pamela Koffler e Christine Vachon ('Past Lives'). Il percorso verso questa doverosa rappresentanza di genere è stato lungo e per nulla scontato, come dimostra un importante dato statistico evidenziato da Variety: dal 1929 a oggi, su 601 lungometraggi candidati nella massima categoria, solo 22 sono stati diretti da donne.
Le prime nomination negli anni ‘80 e ‘90
La prima ad avere questo onore, nel 1986 – edizione numero 59 degli Academy Awards – fu Randa Haines per il dramma romantico 'Figli di un dio minore', grazie al quale Marlee Matlin divenne la prima interprete non udente a vincere l'Oscar come Miglior attrice protagonista, nonché la più giovane a soli 21 anni. Negli Anni 90 arrivò Penny Marshall: il suo 'Risvegli', basato sulla vera storia del medico che tentò di curare l'encefalite letargica, perse contro 'Balla coi lupi' di Kevin Costner. L'anno dopo 'Il principe delle maree' di Barbra Streisand, nomination in sette categorie totali inclusa Miglior film, ma portò a casa zero statuette. Poi Jane Campion: 'Lezioni di piano', otto candidature alla 66esima edizione degli Oscar, si piazzò (probabilmente) secondo dietro 'Schindler's List' di Steven Spielber ma vinse Miglior attrice (Holly Hunter), Miglior attrice non protagonista (Anna Paquin) e Miglior sceneggiatura originale. Dodici anni dopo porta agli Academy Awards 2022 'Il potere del cane', dodici nomination e la vittoria per la regia
Da Sofia Coppola a Greta Gerwig
Con l'inizio degli Anni 2000 l'aumento delle nomination targate da registe nella categoria più prestigiosa degli Academy, e il relativo riconoscimento artistico e professionale per le professioniste del settore, è continuo ed esponenziale. 'Lost in Translation' (2003) di Sofia Coppola, 'Little Miss Sunshine' (2006) di Valerie Faris e finalmente la prima storica vittoria: 'The Hurt Locker' di Kathryn Bigelow è il Miglior film degli Oscar 2010, con Bigelow diventa anche la prima regista a portare a casa la statuetta nella rispettiva categoria – di nuovo lei firmerà il film candidato nel 2013 'Zero Dark Thirty'. E ancora, nelle edizioni successive, 'An Education' (2009) di Lone Scherfing, 'I ragazzi stanno bene' (2010) di Lisa Cholodenko, 'Un gelido inverno' (2010) di Debra Granik, 'Selma' (2014) di Ava Duvernay. Alla 90esima edizione degli Academy irrompe sulla scena Greta Gerwig con le cinque nomination complessive, inclusa ovviamente Miglior film, di 'Lady Bird' – perde contro 'La forma dell'acqua' di Guillermo del Toro – e di nuovo agli Oscar 2020 con 'Piccole Donne'. Ma questo è l'anno della vittoria di 'Parasite' di Bong Joon-ho, è un'altra storia che parla della fine dell'egemonia americana sulla statuetta più ambita.
'Nomadland' e 'CODA'
Arriviamo così alle ultime quattro edizioni, culminate con la tre candidature al femminile del 2024. Anzitutto è Chloé Zhao, nel 2021, a ripetere la doppietta di Kathryn Bigelow: 'Nomadland' – in cui un'incredibile Frances McDormand (che vince Miglior attrice protagonista) interpreta una donna sulla sessantina che, dopo aver perso tutto per la Grande Recessione, si mette in viaggio verso Ovest vivendo in un furgone e abbracciando la vita dei moderni nomadi – si guadagna sia Miglior film sia l'Oscar per la regia. Poi il testimone della nomination passa prima a 'Una donna promettente' (2020) di Emerald Fennell e nel 2022 arriva a 'CODA' di Sian Heder che con una commedia dai toni drammatici sulla vita di una persona figlia di sordi (child of deaf adult) strappa il titolo Miglior film a contendenti quali 'Don't Look Up' di Adam McKay, 'Dune: Parte 1' di Denis Villeneive e al già citato 'Il potere del cane' di Jane Campion. Lo scorso anno, infine, la bandiera di genere era in mano a Sarah Polley e al suo 'Women Taling – Il diritto di scegliere', adattamento di un romanzo fortissimo di Miriam Toews, 'Donne che parlano', a sua volta ispirato da veri fatti di cronaca avvenuti in una colonia boliviana.
Triet, Gerwig e Song
Ed eccoci, infine, al 2024. Justine Triet, in particolare, è l'ultima delle otto donne a essere state candidate per la Miglior regia: Lina Wertmüller, Jane Campion, Sofia Coppola, Kathryn Bigelow, Greta Gerwig (che quest'anno non ha, sorprendentemente, replicato la nomination), Chloé Zhao ed Emerald Fennell. 'Anatomia di una caduta' è già un caso cinematografico, sia per il thriller raccontatato sia per il fatto di essere un film francese candidato nella categoria maggiore solitamente appannaggio delle produzioni Usa. Il successo e le potenzialità di 'Barbie', al netto delle polemiche, parlano da soli, mentre il tono delicato, romantico e per certi versi struggente di 'Past Lives' di Celine Song potrebbe silenziosamente sbaragliare la concorrenza. Non resta che godersi la cerimonia di premiazione il 10 marzo.