La Academy Board of Governors, cioè l'assemblea che gestisce gli Oscar, ha deciso di non modificare il proprio regolamento e questo significa che Netflix e simili colossi dello streaming potranno continuare a concorrere alle future statuette come miglior film (e non solo). La decisione è arrivata nonostante pezzi grossi del calibro di Steven Spielberg avessero pubblicamente espresso dubbi intorno all'inclusione di pellicole non destinate primariamente alle sale cinematografiche.
NETFLIX E GLI OSCAR
Dopo il successo del film 'Roma' (Alfonso Cuaron, 2018) sarebbe apparso discutibile impedire ad analoghi film, prodotti e distribuiti da Netflix, di concorrere agli Oscar. Molti avrebbero letto il divieto come un modo per evitare concorrenti scomodi e il sistema hollywoodiano nel suo complesso ne avrebbe risentito.
La discussione è stata particolarmente intensa nei giorni scorsi, in vista di una riunione del Board of Governors dell'Academy, dove erano all'ordine del giorno una serie di modifiche al regolamento degli Oscar. Ce ne sono state in ambiti minori, per esempio dal 2020 avremo cinque nomination a trucco e parrucco invece di tre, ma la regola numero 2 è rimasta inalterata.
COME SI PARTECIPA ALL'OSCAR, LA REGOLA 2
Ciò significa che per partecipare agli Oscar un film deve ottemperare alle richieste di sempre: uscire per un minimo di sette giorni in una sala cinematografica della Contea di Los Angeles, che preveda almeno tre proiezioni al giorno. Poco importa, dunque, che il film in questione venga distribuito anche via streaming, contemporaneamente oppure a distanza di poco tempo.
È esattamente quanto accaduto con 'Roma', ma anche con 'La ballata di Buster Scruggs' dei fratelli Coen, che sono usciti in sala e online e che si sono presentati alla cerimonia degli Oscar 2019 con, rispettivamente, dieci e tre candidature. Alla fine, 'Roma' ho vinto tre statuette (migliore film in lingua straniera, regia e direzione della fotografia), mentre 'Buster Scruggs' è rimasto a secco.
COSA SUCCEDERÀ IN FUTURO?
Con le parole di John Bailey, presidente dell'Academy: "Sosteniamo l'esperienza in sala come parte integrante dell'arte cinematografica e questo fatto ha pesato sulle nostre discussioni. Abbiamo in programma di studiare ulteriormente i profondi cambiamenti che si stanno verificando nel nostro settore e di continuare a discutere su questi temi con i nostri membri".
Insomma: non è passata una norma per mettere i bastoni tra le ruote ai colossi dello streaming, ma l'attuale regolamento obbliga comunque a un passaggio off-line. Al momento Netflix e compagnia si sono adeguati senza fare storie, staremo a vedere se in futuro potranno evitare del tutto l'uscita nelle sale.
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