Martedì 4 Marzo 2025
CHIARA DI CLEMENTE
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Oscar 2025. Indipendente, sexy ma un po’ troppo russo. Il trionfo di “Anora“

Cinque statuette al film a basso costo di Sean Baker, già Palma d’oro a Cannes. Polemica sul “New York Times“: "Putin lo rivendica. Si premia il suo regime".

Cinque statuette al film a basso costo di Sean Baker, già Palma d’oro a Cannes. Polemica sul “New York Times“: "Putin lo rivendica. Si premia il suo regime".

Cinque statuette al film a basso costo di Sean Baker, già Palma d’oro a Cannes. Polemica sul “New York Times“: "Putin lo rivendica. Si premia il suo regime".

Indipendente, a basso costo e fuori dal giro delle piattaforme streaming: con cinque vittorie su sei nomination la 97ª cerimonia degli Oscar segna il trionfo di Anora, già Palma d’oro a Cannes, che vince come miglior film, regia, attrice protagonista (la 26enne Mikey Madison), montaggio e sceneggiatura originale. Quattro statuette finiscono nelle mani del deus ex machina della commedia che racconta l’infrangersi del sogno russo-americano – perché russi e americani se ricchi, nel film, sono identici – di una sex worker newyorkese di origini uzbeke. Lei, Anora detta Ani, si ritrova felicemente sposata con il miliardario viziato e imbelle figlio di un oligarca russo in vacanza studio negli Stati Uniti, ma vede la sua scalata alla ricchezza infrangersi nel giro di poche ore, costretta al divorzio dagli sgherri armeni e russi ingaggiati a Brighton Beach dalla famiglia di lui. Un’anti-Cenerentola anti-consumistica, sexy, rutilante e dal finale spiazzante a cui l’autore, Sean Baker, nato nel New Jersey 54 anni fa, ha dato vita con un budget di soli 6 milioni di dollari e 45 persone di troupe.

Ritirando un premio dopo l’altro, Baker ha dedicato le vittorie – 4 statuette la stessa sera nelle mani della stessa persona rappresentano un record che era toccato nella storia degli Oscar finora solo a Walt Disney – alle lavoratrici e ai lavoratori del sesso "che hanno condiviso con noi le loro storie"; alla moglie e al cane; alla mamma che "mi ha portato al cinema la prima volta quando avevo 5 anni: chiedo a tutti i genitori di portare i propri figli al cinema. Tante sale sono state chiuse durante e dopo la pandemia – ha detto Baker sul palco del Dolby a Los Angeles nella notte tra domenica e lunedì – : ma la nostra arte esiste perché sia vista nelle sale. Registi, fate film da distribuire al cinema". "Almeno in Anora c’è qualcuno che ha il coraggio di andare contro un russo potente", è stata l’unica battuta ispirata all’attualità, e riferita allo scontro tra la protagonista del film e il padre del suo ragazzo (nonché alla sintonia fra Trump e Putin), fatta dal nuovo presentatore della cerimonia, Conan O’Brien.

Migliore attore protagonista The Brutalist Adrien Brody, 51 anni, al secondo Oscar dopo quello di 22 anni fa per Il pianista di Polanski. Premiato per l’interpretazione dell’immaginario architetto ungherese brutalista László Tóth scampato a Buchenwald ed emigrato negli Usa, Brody ha chiuso il suo lungo discorso di ringraziamento con un appello: "Sono ancora una volta su questo palco a rappresentare i traumi e le ripercussioni della guerra, del razzismo e dell’antisemitismo sistematico. Prego per un mondo più inclusivo: se il passato può insegnarci qualcosa, non lasciamo che l’odio continui a esistere senza trovare opposizione". Miglior film internazionale il brasiliano Io sono ancora qui di Walter Salles che dedica la statuetta a Eunice, la moglie del deputato Rubens Paiva desaparecido durante la dittatura militare brasiliana, e a Fernanda Torres e alla madre di lei Fernanda Montenegro che interpretano Eunice nel suo film.

L’annunciata débacle del musical francese Emilia Pérez, dovuta allo scandalo del ritrovamento di alcuni tweet razzisti scritti 5 anni fa dalla protagonista trans Karla Sofía Gascón, si è concretizzata in due Oscar su 13 nomination: quello per la canzone (El mal) e quello – dovuto – per l’attrice non protagonista Zoe Saldaña, 46 anni e marito italiano, il regista Marco Perego. Zoe in lacrime ha detto: "Grazie a mia nonna che arrivò qui negli Stati Uniti nel ‘61 piena di sogni. Io sono l’orgogliosa figlia di genitori immigrati, sono la prima americana di origine dominicana che riceve l’Oscar". Migliore attore non protagonista Kieran Culkin per A Real Pain: Culkin batte tra l’altro il compagno tv di Succession Jeremy Strong candidato per l’interpretazione dell’ avvocato Roy Cohn, diabolico mentore del giovane Donald Trump in The Apprentice.

Tornando ad Anora va segnalato che molti dubbi sull’opportunità di un suo trionfo agli Oscar erano stati espressi pochi giorni fa dal New York Times nell’intervento dello scrittore lettone Michael Idov: "Se Anora non è così stupido da essere filo-russo o anti-russo, le sue nomination agli Oscar, in particolare quella come miglior attore non protagonista a Jurij Borisov, sono viste da Mosca come il ritorno del paese sulla scena mondiale. Naturalmente, con un accordo di pace tra Putin e Trump, questo potrebbe essere di nuovo il nostro mondo molto presto. E coloro che hanno sacrificato le loro case e carriere per evitare associazioni con un regime genocida saranno fatti, a posteriori, apparire come degli sciocchi idealisti. (...) La verità: non esistono, in questo momento terribile, un attore neutrale e un film apolitico".